Avete mai pensato a quante fobie esistono? Con quante fobie siamo abituati a convivere?
Ce ne sono moltissime, da quelle più comuni a quelle più strane che rendono impossibile affrontare la vita di ogni giorno.
Tutti noi abbiamo paura di qualcosa, però si parla di fobia quando la paura diventa un vero disturbo che ci impedisce di vivere serenamente la nostra quotidianità.
Forse le più conosciute sono l'Aracnofobia, la paura dei ragni, la Zoofobia, la paura degli animali, l'Aviofobia, la paura di volare e degli aerei, la Claustrofobia, la paura degli spazi chiusi, stretti, angusti.
E queste sono solo alcune, la lista è lunghissima e si può trovare su Psicoterapia Breve giusto per farsi un'idea di quante ne esistono.
Ma ce n'è una recentissima che con la pandemia si è diffusa oltremisura, sto parlando della NOMOFOBIA.
Ne avete mai sentito parlare?
No-mobile phobia o Nomofobia è la sofferenza legata al non avere il telefono cellulare a portata di mano.
A qualcuno può sembrare esagerato, eppure un altro problema che ci ha regalato la pandemia è stato proprio l'attaccamento al nostro smartphone che ci ha aiutato a sentirci meno soli durante il lockdown.
Stare online è stato l'unico modo per rimanere in contatto con gli altri e mantenere la nostra socialità.
Per alcuni ricercatori la Nomofobia dovrebbe essere introdotta nel DSM-V, cioè il manuale per la diagnosi delle malattie psichiatrichee trattata con terapie cognitivo comportamentali e altri trattamenti psicologici e farmaceutici.
La Nomofobia può essere definita una sindrome da disconnessione per la paura di rimanere fuori dal contatto di rete mobile, insomma col timore di essere disconnessi e perdersi qualche cosa.
Si innesca un meccanismo di vera e propria dipendenza, simile a tutte le altre dipendenze come accade con droghe, alcol, gioco d'azzardo, come afferma professore di psichiatria all’Università del Connecticut David Greenfield, si genera un meccanismo che causa delle interferenze nella produzione della dopamina, quel neurotrasmettitore che regola il circuito celebrale della ricompensa.Rif.
Quindi controllare in continuazione il cellulare diventa un impulso irrefrenabile.
Chiaramente gli adolescenti sono i soggetti che rischiano maggiormente di sviluppare questa nuova forma di dipendenza patologica, abituati fin da piccoli a passare sempre più tempo con computer, smartphone, tablet e giochi elettronici.
D'altrocanto l'esistenza degli smartphone ha modificato totalmente le nostre vite, ormai sono una parte importante della nostra quotidianità, non solo per lo svago o rimanere in contatto con gli altri, ma è sempre più indispensabile anche nell'ambito lavorativo visto che ormai siamo diventati reperibili 24 ore al giorno.
La pandemia ci ha fatto scoprire la sua utilità negli ambiti più svariati, come per le consegne a domicilio di cibo, medicine o della spesa, quindi è impensabile rinunciare a certe comodità, sempre se in questi casi si tratti di una fobia.
Ma forse il problema non è lo smartphone piuttosto l'uso che ne facciamo, magari possiamo imparare a gestire il nostro modo di essere online, per esempio non è indispensabile leggere ogni notifica nel momento in cui arriva ma controllarle tutte insieme in alcuni momenti della giornata.
Insomma possibile che non possiamo prenderci mai una pausa dal nostro cellulare e goderci per un po' la realtà che ci circonda senza pensare di fotografarla o connettere la nostra posizione?
Certo che possiamo anzi dobbiamo prima di scoprire di essere entrati a far parte di quella parte di popolazione che soffre di NOMOFOBIA!!
Grazie per aver letto il mio post?
-ENG -
Have you ever thought about how many phobias exist? How many phobias we are used to living with?
There are many, from the most common to the strangest ones that make it impossible to face everyday life.
We all have a fear of something, but we talk about phobia when the fear becomes a real disorder that prevents us from living our daily life serenely.
Perhaps the best known are Arachnophobia, the fear of spiders, Zooophobia, the fear of animals, Aviophobia, the fear of flying and airplanes, Claustrophobia, the fear of closed, narrow, cramped spaces.
And these are just a few, the list is very long and can be found on Brief Psychotherapy just to get an idea of how many there are.
But there is a very recent one that with the pandemic has spread beyond measure, I'm talking about NOMOPHOBIA.
Have you ever heard of it?
No-mobile phobia or Nomophobia is the suffering associated with not having your cell phone handy.
It may seem like overkill to some, yet another problem that gave us the pandemic was just attachment to our smartphone that helped us feel less alone during the lockdown.
Staying online was the only way to keep in touch with others and maintain our sociability.
For some researchers, Nomophobia should be introduced into the DSM-V, i.e., the manual for the diagnosis of psychiatric disordersand treated with cognitive behavioral therapies and other psychological and pharmaceutical treatments.
The Nomophobia can be defined as a syndrome of disconnection due to the fear of being out of mobile network contact, in short with the fear of being disconnected and missing something.
It triggers a mechanism of real addiction, similar to all other addictions as it happens with drugs, alcohol, gambling, as stated by the professor of psychiatry at the University of Connecticut David Greenfield, it generates a mechanism that causes interference in the production of dopamine, the neurotransmitter that regulates the brain circuit of reward.Ref
So checking the cell phone continuously becomes an uncontrollable impulse.
Clearly, teenagers are the ones most at risk of developing this new form of pathological addiction, as they have been accustomed since childhood to spending more and more time with computers, smartphones, tablets and electronic games.
On the other hand, the existence of smartphones has totally changed our lives, they are now an important part of our daily lives, not only for entertainment or to stay in touch with others, but it is increasingly essential in the workplace as we have become available 24 hours a day.
The pandemic has made us discover its usefulness in the most diverse areas, such as home deliveries of food, medicine or groceries, so it is unthinkable to give up certain conveniences, as long as it is a phobia in these cases.
But maybe the problem is not the smartphone rather the use we make of it, maybe we can learn to manage our way of being online, for example it is not essential to read every notification the moment it arrives but check them all together at certain times of the day.
I mean but how is it possible that we can never take a break from our cell phone and enjoy for a while the reality that surrounds us without thinking of photographing it or connecting our location?
Of course we can indeed we must before we find out that we have become like that part of the population that suffers from NOMOPHOBIA!!!
Thanks for reading my post.
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l'Aviofobia ce l’ho.. e poi ho anche la malattia principe di questo post .... non nascondo che sono tra quelli che ha anche la Nomofobia (@lyra-b lo puó confermare)... ma oggi con il cell facciamo tante cose... ormai ha sostituito per tantissime cose anche il PC, la carta, l’uso della mail.... facciamo tante cose con il telefono.
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Anche io lo uso tanto il cell, proprio perché ormai sostituisce il nostro portatile. Però non ne sono dipendente, diciamo non lo subisco passivamente, cerco di usarlo con cognizione e per cose utili. E raramente ci telefono.. :-D ;-D
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È molto facile da dire, aspetta di raccogliere molti messaggi e poi prenditi il tempo per leggere, non è possibile, ci sono giorni in cui non ricevo messaggi e guardo il mio cellulare e penso, può essere che il mio cellulare sia danneggiato ah ah ah, ah, ti rendi conto della pressante necessità che questo oggetto è diventato ,fa già parte di noi
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Capita anche a me di pensare a problemi di linea o che il cellulare è rotto, quando non ricevo la solita quantità di messaggi.. :-D E si ormai fa completamente parte di noi. ;-)
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Post interessantissimo! Mi stupisco francamente che non fosse ancora stato classificato questo nuovo disturbo, perchè davvero ormai ci sentiamo tutti un po' persi senza smartphone... uscendo di casa uno fa il riepilogo delle cose essenziali: portafoglio, chiavi e... cellulare.
Ed è vero che ad essere maggiormente legati all'amico smartphone sono i più giovani, ma purtroppo non sono gli unici!
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E' vero siamo persi senza cellulare e soprattutto oggi se lo perdiamo è una tragedia visto tutte le cose che ci custodiamo dentro.. :-D
Si gli adolescenti ne sono parecchio dipendenti, ma ci sono anche tante persone adulte che non sanno nemmeno di averla questa dipendenza.
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The human being is social by nature and we take everything that implies sociability as if it were part of our life, the problem in this case is not the cell phone, it is the mentality of the person who is going to use the cell phone, and it also goes to depend on how others look at it.
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I also think it depends a lot on the mentality however when it turns into a real phobia we need to be helped by experts. :-)
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Phobia is a real and sensitive which exists in real life. We should not make fun of other's phobia and take it seriously
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It's true that we shouldn't underestimate the fears of others, we should always put ourself in the shoes of others before judging. ;-)
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This disorder (nomophobia) must be treated, like other phobias, and if we are adults we self-analyze and replace the nomophobia with useful habits. Greetings blessings.
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It's true that we as adults should be able to manage our cell phone use, but for some it unfortunately becomes a big problem to deal with. :-)
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That's ridiculous but it's more common than you think, i like surf on internet but outside phones there is a world to know :)
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It's true outside phones there is a world to live in but we often forget. :-)
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Lovely post from your sid
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Thanks a lot. :-)
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