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in hive-184714 •  11 days ago  (edited)

UNA GIORNATA INUSUALE, ovvero IL RETROCASA ALLO SCOPERTO CAP. ridens, in diretta dalle PIÙ CHE MAI MARZOLINISSIME STORIE DAL TRENTESIMO SECOLO

Valentina ce la stava davvero mettendo tutta per non rotolarsi per terra dalle risate: suo zio Manfredi stava acquisendo suoceri che definirli un personaggio significava restarsene più corti delle maniche di un gilè. Ma non intendeva affliggere la sua cara collega e futura zia, dato che per Natalina c'era invece ben poco e niente da ridere nell'avere vissuto per circa trentotto anni con simili genitori, specie una simile madre come la signora Fiorina. Quindi cercava di contenersi come meglio le riusciva. Ovviamente, se Natalina l'avesse osservata attentamente, si sarebbe accorta degli sforzi della ragazza per mantenersi seria senza riuscirvi. Ma non avendo idea della risoluzione del suo fidanzato, era troppo concentrata nel discorso che stava per fargli e le costava non poco. Come avrebbe potuto oramai andare avanti senza di lui? Però Natalina non intendeva essere egoista.
-Manfredi, posso capirti se dopo aver visto e sentito i miei genitori non volessi avere più niente a che fare con me. Solo ti prego di dirmelo subito e senza giri di parole. Non sarà per niente facile, ma credimi, che preferisco di gran lunga la verità e mi rendo conto...
-Calma, amore, calma. Senti invece cosa faremo. Sto pensando che non c'è nessuna ragione di attendere fino al prossimo aprile. Dopotutto ci conosciamo bene. Perchè dunque aspettare? A meno che tu non tenga particolarmente al salone delle feste, ma se lo lasciassimo perdere, potremmo velocizzare i tempi per il matrimonio.
-Aspetta, aspetta...mi stai dicendo che dopo averli visti ed esserti goduto il teatrino che i miei genitori sono riusciti a montare alla perfezione...vuoi ancora sposarmi?
-Sicuro! Anzi, devo pure sbrigarmi a portarti via da un posto dove non ti valorizzano come meriti. Se potessi, ti sposerei anche domani, ma purtroppo tra le pratiche per le pubblicazioni e il resto della burocrazia ci vanno da due a tre settimane.
-Ma davvero mi sposeresti anche domani?
-Anche adesso, ma la burocrazia non lo permette...Natalina mia, non ho visto assolutamente nulla che non capitasse a casa mia ogni giorno quando ero ragazzo. Anzi, è proprio come ti dicevo: tuoi genitori sono molto meglio di com'erano i miei. Allora, cosa mi dici del salone? Pensi di riuscire a farne a meno pur di non dovere aspettare tutti questi mesi? Guarda, se sei d'accordo, possiamo servirci di uno spazio dell'industria, dove comunque andremmo a vivere e non preoccuparti, che Vittorio e compagnia lo sistemeranno per bene. Diventerà pure meglio del salone che avevamo scelto.
Natalina gli gettò le braccia al collo. -Manfredi, sei un uomo meraviglioso!
-Spero questo sia un si...
Valentina battè le mani. -Tutto è bene quel che finisce bene. Comunque, caro zio, avrai dei suoceri che sarebbero perfetti come attori comici di teatro.

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Immagine generata con Bing (reirse hasta las lágrimas ante una pareja de viejos cómicos en teatro)

-Chissà che risate, il pubblico...ops...Natalina, ti chiedo scusissima, mi è proprio sfuggito e non so come, ma credimi che non volevo offenderti...

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Immagine generata con Bing (reirse hasta las lágrimas ante una pareja de viejos cómicos en teatro)

-Ma figurati se mi offendo! Lo so come sono fatti i miei genitori . E hai proprio ragione. Chiunque, non conoscendoli, potrebbe pensare che stessero recitando sketch comiche. Lo sai poi di cosa erano convinti? Che tuo zio Manfredi fosse il figlio di un conte o un duca che vive in una reggia. Mio padre stava morendo dalla vergogna al pensiero di sfigurare, di apparire troppo povero e quanto a mia madre...meglio lasciar perdere.
-Si, certo, il duca con il banco della frutta in Piazza dello Stagno!- e Manfredi non potè fare a meno di ridere.
Salirono su una macchina che l'ingegner Palladini aveva preso in prestito dall'industria di Vittorio. Per cena erano attesi da Marina, la sorella maggiore di Manfredi e mamma di Valentina.
-Dobbiamo fare una piccola deviazione. Approfittando della presenza della mia nipotina preferita, dato che gli zii Cesare e Ottaviano sono a Roma e quindi purtroppo la casa è deserta. La mia fidanzata non ha ancora visto la reggia dei visconti Palladini. Ospiti per gentile concessione dell'arciduchessa Gilda Pellegrino. È il momento di rimediare, dunque.
-Chi è Gilda Pellegrino?- chiese Natalina, mentre Valentina, seduta sul sedile posteriore, seguitava a sbellicarsi dal ridere.
-La mia nonna paterna e bisnonna di questa fanciulla che non mostra un briciolo di serietà davanti al suo nobile zio.
Nessuno riuscì più a contenersi, allora. E pure l'automobile, non fosse stata una macchina, si sarebbe rotolata in strada dalle risate...

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Immagine realizzata con Bing (coche negro Toyota que se ríe en la calle)

Natalina ebbe la sensazione di avere già visto pavimenti rossi del genere, ma non ricordava quando nè dove. Comunque, nel piccolo appartamento, non più grande di quello dei suoi genitori, che il suo fidanzato condivideva con i due fratelli più piccoli, avevano vissuto per anni in nove persone: una famiglia di sei più tre nonni. Se Fiorina si sentiva povera, ritenendo di conseguenza che alla sua famiglia potesse o dovesse spettare soltanto il peggio del mercato e Anselmo si vergognava come un ladro, specie quando si paragonava ai suoi fratelli maggiori dalla posizione lavorativa manageriale, come avrebbero pensato, fosse toccata a loro una simile sorte? Se non altro, i genitori di Natalina non erano mai stati costretti a vivere in nove in un appartamento disegnato per due sole persone. Al massimo, ci vivevano in tre.
-Ma io ti conosco, sai?- disse Marina a Natalina, dopo averla osservata attentamente, una volta che tutti furono sistemati per la cena.
-Devi essere venuta qualche volta alla mia battista calvinista, giusto? Per le agapi comunitarie.
-Si, però no...non intendevo la frequentazione in un gruppo numeroso, no, tu venivi a casa vecchia, dove adesso abitano i miei tre fratelli.
-Come? L'ho vista giusto poco fa...per la prima volta...-, anche se Natalina, chissà come mai, non era troppo convinta di avere visto veramente per la prima volta quell'appartamentino.
-No, no. Venivi con i nonni, ti ci portavano loro quand'eri piccina. Un momento.
Marina si alzò da tavola per andare a cercare qualcosa e di lì a qualche minuto ritornò con una vecchia foto incorniciata, scattata circa trentacinque anni avanti, dove comparivano quattro anziani, due uomini e due donne.
-Aspetta...-disse Natalina. -Due sono i mie nonni paterni, ma gli altri...
-Gli altri sono nonna Gilda e nonno Sandro.
-Allora i nostri nonni si conoscevano!- esclamò Manfredi. -Ma pensa, che coincidenza! Da dove...- e non terminò, poichè sua sorella lo stava fissando con aria sorniona e sul punto di scoppiare a ridere.
-Marina, cos'è che ti diverte tanto?
-Che nonno Sandro te l'aveva detto. Te l'aveva detto!
-Fatemi capire- disse incuriosita Natalina. Si, poteva essere che nonna Gi e nonno Alex fossero amici dei nonni del suo fidanzato e...quei pavimenti..ma si...forse...no...eppure...
Manfredi ebbe una specie di illuminazione. -No, non ci credo, non può essere...Natalina Morgantina!
-Come mi hai chiamata, scusa?
-No, amore, aspetta. Non intendevo offenderti. Posso spiegarti, davvero...
-Sarà meglio-, disse Natalina fingendosi offesa, ma oramai mezzo divertita pure lei.
-Cos'è questa storia? Morgantina sarebbe?- chiese Valentina.
-Lasciali terminare- osservò allegramente papà Giuseppe. -Questa storia si fa sempre più interessante.
-Altro che- e Marina non smetteva di ridere.
-Quando ero bambino, passava un cartone animato che vedevamo su Youtube- prese a raccontare Manfredi. -Le avventure di una bimbetta combina guai. È che Morgantina portava codini uguali ai tuoi e vestiva come te da piccola...ma pensa che coincidenza, ci conoscevamo già da bambini...
-Vediamo di correggere gli strafalcioni di mio fratello- e Marina, divertita, interruppe Manfredi. -I tuoi nonni Alex e Gi erano amicissimi dei nostri, Sandro e Gilda. E quando riuscivano, ti portavano a casa nostra quando eri piccina. Il mio fratellino che allora aveva sette anni, scappava come un matto per tutta casa quando tentavi di baciarlo. Ti eri innamorata di lui, ma diceva che somigliavi alla Morgantina del cartone animato, che trovava davvero buffa.
Valentina e suo padre si trattenevano a stento dal ridere.
-Ah, davvero, e così ero buffa?- e Natalina, fingendosi arrabbiata, si mise le mani ai fianchi.
-Ma no, amore, aspetta, mia sorella ha frainteso...
-Si, certo, come no. Ricordo bene di come scappavi e di quella volta che ti eri pure chiuso in bagno mentre lei che aveva solo quattro anni strillava dietro la porta come un'aquila, non riuscendo a entrare per acchiapparti. Ma lo sai, Natalina, cosa gli aveva detto nonno Sandro? Che chi disprezza compera e un giorno ti avrebbe sposata. E le previsioni di nonno, come oramai possiamo tutti vedere, si sono infatti avverate.
-Ancora non siamo sposati...
-Ma presto lo saremo, vedrai. Domani iniziamo con le pratiche e nel giro di tre settimane al massimo saremo marito e moglie- si affrettò Manfredi a rassicurare la fidanzata.
-Lo vedi, lo vedi?- rise Marina. -Quando eri bambino avevi paura che un giorno ti sarebbe toccato di sposarla. Era il tuo spauracchio e adesso non campi senza di lei.
-È vero- ammise suo fratello. -Ma ora ricordo che comunque eravamo diventati buoni amici anche da bambini.
-Si, certo, ma per lei eri il suo fidanzatino, mica soltanto un buon amico- tornò a ridere Marina.
-Accidenti, ma ero così sfrontata da piccola?- domandò Natalina, pure lei tra le risate.
-No, amore, non eri sfrontata. Avevi soltanto buon gusto...
Tutti a tavola presero a ridere irrefrenabilmente. Sembrava proprio impossibile mantenere un minimo di serietà durante tutta la marzolina giornata...e chissà a quale livello di comicità la faccia della signora Fiorina, se solo avesse avuto idea che il suo futuro genero, ora ingegnere capo divisione robotica dell'industria cittadina di punta, era stato quel bimbo cencioso che un tempo aveva tanto disprezzato e desiderato stesse il più lontano possibile dalla figlioletta...

Industria robotica cittadina
Gli umani non sembravano i soli a divertirsi come matti in un'eccentrica giornata degna delle migliori commedie. Anche la frizzante Galatea, la prima androide femminile in circolazione per l'industria di Vittorio, era scappata a nascondersi per meglio ridere. Proprio non riusciva a trattenersi a causa dell'ennesima scena romantica protagonizzata dai due piccioncini meccanici. Galatea si stava recando al laboratorio come di consueto e trovò l'antisala agghindata con orchidee e iris blu, i fiori preferiti della sua piccola amica Miri. Alcuni metri del pavimento avevano preso a far posto a un finto strato erboso, modifica operata per amore di Bianconiglio, che ci saltellava tutto contento. Il pelosetto a quattro zampe guardava la sua meccanica padroncina che si godeva un paesaggio montagnoso davanti all'oblò, mentre il capo supremo degli androidi la teneva abbracciata stretta. Sotto le note della settima di Beethoven che pervadeva l'ambiente. Tale scenario non poteva che essere opera di Vittorio, che sicuro aveva organizzato una sorpresa per la piccola Miri, per la quale era andato perdendo un neurone dopo l'altro sin da quando il suo caro amico Manfredi aveva terminato di programmarla. Fingendo nonchalance, Galatea si addentrò nel laboratorio e chiuse per bene il portale. Aveva ascoltato l'espressione ridere fino alle lacrime, ma sapeva che le macchine non possono piangere, neppure dallo scompisciarsi. Allora rimediò con un colorante azzurro da iniettarsi con una siringa, dato che non trovava le lacrime incolori degne di nota. Dimentica che non avrebbe di certo disdegnato di protagonizzare la medisima scena in compagnia di Aldo, Galatea si squassava dal ridere a più non posso...

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Immagine che partecipa realizzata con Bing (robot femenina muriéndose de risas hasta las lágrimas)

Disclaimer: immagini create con bing.com (intelligenza artificiale) per seguire le regole del concorso Digitaly crea un'immagine (attraverso l'uso della IA). Quanto al testo, invece, è farina del mio sacco.

https://www.bing.com/images/create

Disclaimer in English: images created with bing.com (artificial intelligence) to follow the rules of the Digitaly competition create an image (through the use of AI). The text, on the other hand, is all my own work.

https://www.bing.com/images/create

Disclaimer en español: imágenes realizadas con bing.com (inteligencia artificial) para seguir las reglas del concurso Digitaly crear una imagen (mediante el uso de IA). En cambio, el texto es toda cosecha mía.

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Is this a continuation of the last time when Manfredi met Natalina's parents? Either way, the dialogue was hilarious😂😂 And that unexpected twist about them being childhood friends - so funny!😂

The funniest part, though, was the comment about Manfredi's in-laws being perfect as comic theater actors 😂

The reference is in this chapter of my e-book😂:
https://steemit.com/hive-184714/@pousinha/whgsj-contest-una-storia-italiana
2 grandmas were best friends (thick as thieves😂)
Previous chapter, when the 2 grandmas met in a restaurant:
https://steemit.com/hive-184714/@pousinha/ctkug-contest-una-storia-italiana
Manfredi and his siblings had a very dysfunctional family, but their brave grandparents helped a lot in them becoming the persons they became. Manfredi's dysfunctional parents died in this car accident:
https://steemit.com/hive-184714/@pousinha/5suxwt-contest-una-storia-italiana
As I said before, there is a very long story behind😂😂😂😂

🥲Sorry for the trouble...I really really appreciate it - these will become my bedtime stories 😂

2 grandmas were best friends (thick as thieves😂)

I'm excited for this😂😂

As I said before, there is a very long story behind😂😂😂😂

I know but I liked it. I love the humor😂

  ·  7 days ago (edited)

Don't worry, no trouble at all😂😂😂😂
Ps.: happy you like my story as a bedtime story🤗


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Thank you very much!