Il bibliotecario francese: cap. XLVI parte seconda

in hive-184714 •  24 days ago 

Signore e signori...tenetevi forte, che in questo capitolo scoprirete chi è veramente Augustus Lafayette...forse...😂

-Signora Moreira, lei è una donna davvero intelligente- affermò Augustus Lafayette con un tono di ammirazione nella voce. -Non è certo la prima a sospettare che io posso essere tutto, tranne un bibliotecario. Ma al contrario di molti altri, lei è davvero degna di fiducia. Oramai so con certezza che la mia in lei e nei suoi ragazzi è ben riposta e sono fiero di considerarvi amici. Inoltre condividete i miei stessi valori e la mia stessa fede. Anche se ora svolgo la funzione di bibliotecario, non significa che la mia esistenza sia cominciata né finirà in una biblioteca. Vede, in questo posto in cui niente è come sembra, neanche io sono quello che appaio davanti a tutti. Iniziai la mia vita lavorativa come militare a Parigi, avanzando di grado con il trascorrere del tempo e poi passando alle guardie municipali. Una laurea e un dottorato in scienze strategiche mi aiutarono in seguito a ottenere incarichi in settori chiave. Anche se so di per certo che in un sistema corrotto, dove la meritocrazia è retaggio di un remoto passato e appannaggio di qualche sparuto popolo dal grande senso civico, non certo universalmente condiviso, fu la Raccomandazione del Signore lassù a farmici arrivare. Per farla breve, la mia carriera nelle forze armate non si limitò alla Francia e alla fine mi portò a occupare un incarico ai vertici della nuova intelligence americana, la N.A.I, che da poco ha compiuto il centenario. Non starò a raccontare ogni dettaglio. Le basti sapere che il mio proposito consisteva nell'appoggiare e difendere il mio prossimo in necessità. E per molto tempo, questa fu la vera e propria missione dell'organizzazione. La nostra attività principale consisteva nella lotta a livello internazionale, ma pure locale, quando se ne presentava l'occasione, al crimine organizzato, proteggendo i cittadini di questo e quello Stato, soprattutto i più carenti, coloro di cui nessuno si curava, e offrire loro un ambiente migliore, più giusto, più equo. Ma poi, con il passare del tempo e in maniera sempre più subdola, l'atteggiamento di svariati agenti e ufficiali della N.A.I. andò cambiando. Iniziarono a commettere le stesse bassezze di chi suppostamente dovevamo combattere e fare arrestare. Dicevano che il fine giustifica qualunque mezzo. Provai, insieme agli ufficiali onesti e agli altri superiori, a riportare l'organizzazione ai sani principi che le avevano dato vita. Noi ai vertici cercammo in ogni maniera di far valere la nostra autorità e spingendo per l'arresto dei membri corrotti, ma invano. Eravamo in minoranza. Il veleno della corruzione aveva messo radici. Scoprii con orrore che la N.A.I., a insaputa di noi capi di Stato Maggiore, stava cominciando perfino a mietere ignare vittime la cui unica colpa era quella di costituire un intralcio, peraltro assolutamente involontario, al raggiungimento degli scopi dell'intelligence, oppure ancor più banalmente, quella di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Accadde che un brutto giorno ricevetti inaspettatamente una raccomandazione, peraltro da un sottoposto, in cui mi veniva comunicato che dovevo uccidere una persona per il bene superiore dell'intelligence. Alla fine non potei fare altro se non abbandonare l'organizzazione, assieme al mio colonnello, al mio generale e altri ufficiali e agenti puliti. Ma nel frattempo mi ero comunque guadagnato amicizie potenti e una reputazione non indifferente tra le alte sfere a livello governativo, delle forze dell'ordine civili e federali e militari, che per svariate ragioni che non starò a raccontare, altrimenti sarei lungo quanto la Divina Commedia, mi portarono qui. Dove svolgo, è vero, la funzione di bibliotecario, ma non solo. La funzione di bibliotecario è soprattutto una copertura, ma non mi chieda per che cosa. Mentre il mio colonnello e il mio generale muovono i fili per tentare di riportare la NAI alla gloria di un tempo, come capitano mi trovo a occupare uno studio che di fatto è la centrale operativa per la risoluzione di questioni ben più rilevanti del mandare avanti una biblioteca. Non posso rivelare di più: anzi, ho svelato anche troppo. Ora devo proprio lasciarla, augurando ogni bene a lei e ai suoi ragazzi.
Alberta capì che quell'uomo apparentemente burbero e scostante le aveva mostrato una grande fiducia, troppa, come forse aveva mai fatto durante un'intera vita. Mai l'avrebbe tradita. Mai avrebbe palesato nulla di quanto appena ascoltato, neppure ai suoi cari figlioli. Certe parole dovevano essere ripetute il meno possibile. Era l'inizio di una grande amicizia, di quelle che durano per sempre.

Posti online in cui "Il bibliotecario francese" si trova:

1)camTV, in cui avevo pubblicato anni fa un'edizione precedente con il mio pseudonimo Giusy Gil Mammana Parisi (dove però manca una piccolissima modifica operata in favore di steemit, per avere diviso un capitolo lungo in due puntate)

2)publish0x, nickname PousinhaDosPous, stesso avatar che ho qui su steemit (idem come sopra)

3)blurt (al momento fino al cap. XIV), stesso nickname e stesso avatar di qui su steemit

DISCLAIMER IN ENGLISH: I'm the author of this e-book (and other e-books too), previously published in the above mentioned platforms, using my pseudonym in one of them (camTV) and a similar but longer username and same avatar in publish0x

NAIAugustusLafayette.png

Ps: immagine Pixabay royalty free (modificata con paint per amore di coerenza con questo capitolo), autore janrye (https://pixabay.com/es/photos/manipulaci%c3%b3n-locomotora-3851400/)

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  ·  21 days ago 

Grazie!