IMPARARE A SUONARE IL VIOLINO: introduzione parte seconda/APRENDER A TOCAR EL VIOLÍN: introducción segunda parte

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ITALIANO
A suo tempo, quand'ero un'adolescente studentessa di conservatorio, avrei tanto avuto piacere di ricevere quantomeno consigli musicali adeguati e disinteressati, anzichè vedere mia madre immersa in uno stillicidio di eterni dubbi. Dovete sapere che mia madre amava tanto il violino ed era stata lei ad avviarmi a questo percorso musicale. Ma aveva vissuto altri tempi, privi di tecnocrazia, quando si studiava meno anni, anche molti meno anni e senza obblighi di formazione continua e soprattutto, senza costi occulti. Ogni spesa al di fuori dell'ordinario le arrecava infatti il sospetto che i nostri insegnanti di musica ci stessero prendendo in giro, usando noi studenti per ricavare soltanto lucro indebito, approfittandosi alla grande del fatto che nessuno della nostra classe (e se non ricordo male, mi sembra pure di tutto il piccolo conservatorio privato della mia città o quasi) fosse appunto figlio d'arte musicale. Sarà stato vero? Pur anticipandovi che una carriera musicale è spesso costosa (e nello specifico, quella che riguarda proprio il violino è particolarmente cara, specie se poi l'idea è quella di arrivare al diploma e ancor più se si persegue una carriera di concertista), direi che almeno in parte, molto probabilmente si, facendo il confronto con le conoscenze aquisite in età adulta, purtroppo indisponibili quand'ero adolescente (complice il fatto che allora come allora dipendevamo quasi in toto dai professionisti del settore, per ottenere uno straccio d'informazione utile, quantomeno in "tempo reale"). Niente epoca del web: si comunicava ancora via carta, penna e telefono fisso (anzi, c'è pure da dire che nella mia città neppure tutti avevano il telefono fisso: incredibile, ma vero, ricordo ancora di qualche compagno di scuola che rilevava che in casa non avevano il fisso e qualcun altro di classe anni settanta, sia pure di poco più grande di me, nemmeno la televisione). Fine della seconda parte introduttiva: la filippica continua.

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Ps.: l'archetto del mio violino (andrebbe cambiato perchè ha difettucci che lo fanno saltellare sulle corde spessissimo e in condizioni normali, al di fuori di mie imprecisioni, non dovrebbe succedere, ma per il momento è una spesa impensabile e poi finchè mi permette comunque di suonare, passi). Dal mio Moto G10

ESPAÑOL
En su día, cuando era un adolescente estudiante de conservatorio, me hubiera encantado recibir al menos consejos musicales adecuados y desinteresados, en lugar de ver a mi madre inmersa en un goteo de eternas dudas. Tienen que saber que mi madre amaba mucho el violín y fue ella quien me inició en este camino musical. Pero ella había vivido en otra época, sin tecnocracia, cuando se estudiaba menos años, incluso muchos menos, y sin la obligación de la formación continua y, sobre todo, sin gastos ocultos. De hecho, cualquier gasto fuera de lo normal le traía la sospecha de que nuestros profesores de música nos tomaban por tontos. Que utilizaban a los alumnos para obtener ventajas indebidas, aprovechándose de que nadie en nuestra clase (y si no recuerdo mal, me parece que ni siquiera en todo el pequeño conservatorio privado de mi ciudad o casi) era hijo de músicos. ¿Podría haber sido cierto? Aun anticipando que una carrera musical suele ser cara (y en concreto la del violín lo es especialmente, sobre todo si la idea es graduarse y más aún si se persigue una carrera como concertista), diría que al menos en parte, muy probablemente mi madre estaba cierta. Sobre todo si se compara lo que había en ese entonces con los conocimientos adquiridos en la edad adulta, desafortunadamente inasequibles cuando yo era adolescente (debido a que entonces dependíamos casi por completo de los profesionales del sector para obtener un ápice de información útil, al menos en “tiempo real”). No existía la era del web: aún nos comunicábamos mediante papel, pluma y teléfono fijo (de hecho, hay que decir que en mi ciudad ni siquiera todo el mundo tenía teléfono fijo: increíble, pero cierto, aún recuerdo a algunos compañeros de escuela comentando que en casa no tenían teléfono fijo, y a otra persona nacida en los setenta, aunque algo mayor que yo, ni siquiera tenía televisión). Fin de la segunda parte introductoria: el papeleo continúa.

archetto.jpg

Ps.: el arco de mi violín (tendría que cambiarlo porque tiene defectos que lo hacen saltar mucho sobre las cuerdas y en condiciones normales, fuera de mis imprecisiones, eso no debería pasar, pero en este momento ni pensar en tal gasto y luego, mientras siga permitiéndome tocar, está bien). Foto sacada con mi Moto G10

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Este instrumento suena hermoso , las personas como tú que saben tocarlo tienen mucho talento, DIOS nos da talentos , algunas personas mueren sin saber cuál es el suyo , nosotros que ya lo sabemos lo aprovechamos y compartimos con los demás , este es el objetivo es lo que pienso

Por supuesto, los talentos están para ser compartidos/utilizados. En el evangelio de Mateo 25,14-30, lo explica la parábola de Jesus sobre los talentos.

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Se ne approfittano ancora oggi nonostante il web figuriamoci un po' di anni fa, quando già la figura di insegnante aveva un grande valore.
Certo oggi possiamo essere più consapevoli dei costi e del tipo di corsi e c'è anche più scelta.

Si, l'insegnante considerato il detentore del sapere che gli studenti avevano il dovere di ossequiare. Il modello in vigore fino a inizio millennio, tanto criticato in sede di mia seconda laurea e specializzazioni pure. Il fatto però sta che questo modello conservava vantaggi: un alunno ai miei tempi non si sarebbe mai sognato di bucare le gomme della macchina del prof., alzargli le mani e quant'altro da "livello bestia" (anzi, le povere bestiole si vergognerebbero di essere paragonate a certi scolari di tal risma) come invece sento oggi accadere con una certa frequenza. Una prof. argentina ha perso un occhio mentre difendeva un alunno piccolo dal solito bullo delle medie (che spero non se la sia cavata a buon mercato: se vogliono delinquere come adulti già alle medie, che non se ne escano poi come un filo di spaghetto dalle conseguenze). Ovviamente non sono per nulla contraria al rilevare i bisogni le le esigenze degli alunni (specie i primi), fino a quando però le esigenze non diventino capricci. E ovviamente trovo pure ingiustificabile spremere come limoni le famiglie degli studenti, ma ripristinare i ruoli di una volta quanto a rispettabilità e prestigio non lo troverei proprio fuori luogo, anzi desiderabile. Fare spendere alle famiglie proprio no perchè è il primo passo per formare le caste professionali chiuse, dove certe professioni e certi impieghi divantano appannaggio unicamente di ricchi e benestanti (e poi si ha pure il coraggio, ma proprio negli ambienti scolastici, o almeno ai miei tempi si aveva eccome il coraggio, di criticare la cultura indiana et similia a caste chiuse, ma almeno gli asiatici non sono ipocriti come in Italia: se vogliono che il figlio del dottore faccia il dottore e il figlio del magazziniere faccia il magazziniere, lo ammettono pulitamente, senza illudere la gente facendle credere "che se vogliono, possono"). Giusto a giorni leggevo su Quora di un collega che rispondendo a una domanda, rilevava che l'Italia è il paese delle illusioni (quantomeno nella media, date le dovute eccezioni) per questo e simili motivi.

Confermo anche io che il nostro ormai è un paese che illude le persone a poter aspirare ad una vita migliore, poi quando i giovani se ne rendono conto alla fine espatriano, e come dargli torto.
Sono sempre più convinta che la situazione non sia più recuperabile.

I "cocci rotti" sono oramai troppi, purtroppo...e infatti, guardare dove sto da oltre 7 anni...

Io purtroppo sono dovuta rientrare dall'estero. Non sarei mai tornata spontaneamente.. 😂

Ma dai, vivevi all'estero, quindi? Peccato aver dovuto tornare...