Napoleone Bonaparte mi è sempre stato antipatico per il fatto che ci ha portato via tante opere dalla nostra Italia e tante cose alla fine non sono mai più ritornate.
Non ho mai amato questa persona, né quando lo studiavo a scuola, né in seguito. La mia sensazione è sempre stata di un uomo arrogante e presuntuoso, inoltre quante cose ha distrutto sul suo cammino! Anche in Piemonte si è dato un gran da fare e a causa sua, molti monumenti non esistono più, per non parlare delle opere trafugate! Quindi non può essermi assolutamente simpatico.
Nel paese di Spinetta Marengo una frazione della bella Alessandria si trova il museo Marengo, questo perchè in questo territorio ci fù la famosa battaglia tra i francesi e gli austriaci combattuta il 14 giugno 1800.
Il tutto durò un giorno intero e quando pareva si stesse concludendo con una disfatta dell'esercito di Napoleone Bonaparte, grazie all'abilità del generale Louis Desaix, i francesi ebbero la meglio e vinsero la battaglia.
Si dice che alla fine della giornata, Napoleone esausto e affamato tornò al campo e chiese al suo cuoco di cucinargli la cena. L'uomo riuscì a reperire pochi ingredienti: una Gallina, gamberi di fiume, un uovo, pane, aglio e olio e con questi cucinò l'animale. Il condottiero adorò così tanto quel piatto che lo chiese alla fine di ogni battaglia. Ora il pollo alla Marengo è un piatto della tradizione alessandrina.
Il museo si trova all'interno di una villa fatta costruire da Giovanni Delavo per celebrare la famosa vittoria. I lavori iniziarono nel 1840 all'incirca e si conclusero il 14 giugno del 1847, famosa data della commemorazione della battaglia di Marengo.
Purtroppo negli anni successivi Delavo iniziò ad avere grossi problemi economici e non poté' più mantenere la villa che nel 1957 andò all'incanto e venne quindi venduta. Ora è di proprietà del comune e attraverso pannelli, oggetti, manichini con riproduzioni di abiti dell'epoca e filmati racconta la storia di quel periodo. Un plastico ricostruisce la battaglia.
L'ingresso del museo è attraversando una piramide moderna che è stata realizzata sul luogo ove Napoleone nel 1805 manifestò l'intenzione di farne edificare una analoga quale monumento ai caduti in battaglia. La scelta di questo tipo di costruzione forse derivava dalle piramidi che il condottiero aveva visto in Egitto. In realtà non fu mai edificata se non recentemente.
Dal mio punto di vista stona a fianco a una villa ottocentesca.
Le signore in biglietteria si sono dimostrate disponibili e offrono molte spiegazioni ai visitatori con grande entusiasmo e tanta passione.
Forse non è un museo molto conosciuto, ma andrebbe visitato, è pur sempre un pezzo della storia del nostro paese indipendentemente dal fatto che Napoleone ci piaccia oppure no.
Sulla strada che porta ad Alessandria, non distante dal museo c'è il "Platano di Napoleone". Si tratta di una grossa pianta inserita al terzo posto degli alberi monumentali del Piemonte. Qui è ambientata una famosa leggenda che narra che il condottiero si sia riposato sotto le sue fronde dopo aver vinto la battaglia. In realtà è poco plausibile poiché si trovava a ridosso delle linee austriache, ma è certo che fa parte dei platani che Napoleone fece piantare per realizzare un viale che univa Spinetta Marengo ad Alessandria.
È un museo bellissimo
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