Words of Life, Words of Music - Episodio 7. 4/3/1943. Un racconto di vita, con Lucio Dalla [ITA-ENG]

in hive-184714 •  3 years ago 

Hi guys, this is the seventh episode of the series Words of Life, Words of Music. I hope that you like this kind of post! If any of you want that I talk about a specific song, just tell me! The post has been written both in Italian and in English.

4/3/1943

Un racconto di vita, con Lucio Dalla

Una storia malinconica, un ritratto di vita, una favola senza poesia che può benissimo raccontare la vita di molte persone vissute nel periodo contemporaneo a quello dello stesso autore. Così mi piace definire il brano che descriveremo in questo settimo episodio della serie Words of Life, Words of Music: 4/3/1943, di Lucio Dalla.

Contrariamente a quanto ritenga gran parte degli ascoltatori, la canzone non è autobiografica. Il brano racconta la storia di una ragazza madre che cresce un figlio nato dal rapporto con un soldato straniero, uomo che “parlava un’altra lingua però sapeva amare”. Tutto il racconto è narrato dal punto di vista del bambino ormai cresciuto, aspetto che contribuisce a dare al testo quell’aria di allegra tristezza che tanto caratterizza questa canzone.

Lucio_Dalla_72.jpg
A photo of Lucio Dalla, taken from Wikimedia Commons

Purtroppo l’uomo ha vita breve e viene ammazzato poco dopo aver concepito il figlio, quindi la madre resta sola “con l’unico vestito ogni giorno più corto”. Vediamo quindi che la ragazza versa in condizioni di povertà assoluta, tanto da avere un unico vestito che diventa sempre più corto, in quanto la pancia comincia a ingrandirsi a causa della crescita del futuro neonato.

Nelle strofe successive, le immagini trasmesse dal testo sono sempre più forti. Si va dal coraggio della ragazza di portare avanti la gravidanza (aspettò il bambino “come un dono d’amore fino dal primo mese”) fino al crescere il bambino continuando a lavorare costantemente, tanto da utilizzare le canzoni della taverna come ninna nanna (“le strofe di taverna le cantò la ninna nanna”).

Purtroppo anche la ragazza ha vita breve, morirà quando il narratore è ancora un bambino. Tuttavia lui porterà il ricordo di lei per sempre, addirittura nel suo nome. L’uomo infatti è chiamato da tutti Gesù bambino, ed è proprio su questo nome che le allusioni sono varie e differenti. Se da un lato molti interpretano il soprannome come ad indicare la salvezza (o un salvatore), altri ne alludono al sacrificio e al fatto di essere cresciuto senza padre.

Gesubambino che doveva essere anche il titolo originale della canzone (4/3/1943 è la data di nascita del cantautore). Voglio dedicare l’ultima parte del post a piccole note tecniche. La canzone è stata soggetta a censura per poter partecipare al festival di Sanremo del 1971. Molti versi sono stati cambiati (compreso, come già detto, il titolo), nella sezione in cui riporterò il testo per intero vi trascrivo anche la versione originale.

Termino lasciandovi dunque il testo (duplice) della canzone e una breve descrizione riassuntiva. Grazie per aver letto il post, spero che vi sia piaciuto!

TheBigPas

Italia.png


Testo di 4/3/1943


Dice che era un bell'uomo
E veniva, veniva dal mare
Parlava un'altra lingua però sapeva amare
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato
L'ora più dolce prima d'essere ammazzato

Così lei restò sola nella stanza,
La stanza sul porto
Con l'unico vestito, ogni giorno più corto
E benché non sapesse il nome
E neppure il paese
M'aspettò come un dono d'amore
Fino dal primo mese

Compiva sedici anni
Quel giorno la mia mamma
Le strofe di taverna
Le cantò la ninna nanna
E stringendomi al petto che sapeva,
Sapeva di mare, giocava a far la donna
Con il bimbo da fasciare

E forse fu per gioco o forse per amore
Che mi volle chiamare come Nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo,
Il ricordo più grosso, è tutto in questo nome
Che io mi porto addosso

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

E ancora adesso che gioco a carte
E bevo vino,
Per la gente del porto
Mi chiamo Gesù Bambino

Testo di Gesùbambino (versione originale)

Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal mare
parlava un'altra lingua, però sapeva amare;
E quel giorno lui prese mia madre sopra un bel prato:
l'ora più dolce prima di essere ammazzato.

Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul porto,
con l'unico vestito ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome
e neppure il paese
mi riconobbe subito
proprio all'ultimo mese

*Compiva sedici anni *
quel giorno la mia mamma,
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
E stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare, giocava alla Madonna
con il bimbo da fasciare.

E forse fu per gioco, o forse per amore
che mi volle chiamare come nostro signore.
Della sua breve vita il ricordo,
il ricordo più grosso, e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso.

E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le signore
sono Gesù bambino.

E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le signore
sono Gesù bambino.

E ancora adesso mentre bestemmio
e bevo vino
per i ladri e le signore
sono Gesù bambino.


Canzone4/3/1943
AutoreLucio Dalla
Data di uscita1970
AlbumStorie di casa mia

Episodi precedenti




[ENG]

4/3/1943

A story of life, by Lucio Dalla

A melancholy story, a portrait of life, a fable without poetry that can very well tell the life of many people who lived in the contemporary period to that of the author himself. This is how I like to define the song that we will describe in this seventh episode of the series Words of Life, Words of Music: 4/3/1943, by Lucio Dalla.

Contrary to what most listeners believe, the song is not autobiographical. The song tells the story of a single (young) mother who raises a child born from a relationship with a foreign soldier, a man who "parlava un’altra lingua ma sapeva amare". The text is narrated from the point of view of the now grown child, an aspect that give to the text that air of cheerful sadness that so characterizes this song.

Unfortunately, the man has a short life and killed shortly after having conceived the son, so the mother is left alone "con l’unico vestito sempre più corto". We therefore see that the girl is in conditions of absolute poverty, so much so that she has a single dress that becomes shorter and shorter, as her belly begins to enlarge due to the growth of the future baby.

In the following verse, the images instilled by the text are stronger and stronger. They range from the girl's courage to carry on the pregnancy (she expects the baby "come un dono d’amore fino dal primo mese") to the raising of the baby by continuing to work constantly, so much so that she uses the songs of the tavern as a lullaby ("le strofe di taverna le canto a ninna nanna").

Unfortunately, the girl has a short life too, she will die when the narrator is still a child. However, he will carry the memory of her forever, even in her name. In fact, man is called by all Gesù bambino, and it is precisely on this name that the allusions are various and differentiate. While many interpret the nickname as having salvation (or a savior), others allude to sacrifice and to having grown up without a father.

Gesubambino which was also supposed to be the original title of the song (4/3/1943 is the date of birth of the songwriter). I want to dedicate the last part of the post to small technical notes. The song was subject to censorship in order to participate in the 1971 Sanremo festival. Many verses have been changed (including, as already mentioned, the title), in the section where I will report the full text I also transcribe the original version.

Thanks for reading the post, I hope you enjoyed it!

TheBigPas

Authors get paid when people like you upvote their post.
If you enjoyed what you read here, create your account today and start earning FREE STEEM!