Hi guys, this is my story for the contest "Creating Stories week #21". This story is fruit of my immagination. Any resemblance to actual people or events is purely coincidental. The story has been written both in English and in Italian (if you knowItalian, please read it in italian) .

AGONY

It was 6 o’clock when I finally gave up on the idea of ​​falling asleep. I get up, take the first clothes left on the chair next to the bed, and go down to the street, eager for the sweet symphony of a Bologna struggling with the usual sad awakening. Among the garbage collectors and the brave morning runner, my attention is drawn to a newspaper on a bench whose pages are constantly moving due to a quiet and calm wind that only light things like newspaper can be able to move. I move close, take it and realize that it dates back to a couple of days ago, maybe a homeless man left it there after using it as a pillow for the last night. On the front page there is an article of crime news: 33-YEAR-OLD MOTHER FOUND DEAD IN THE BOTTOM OF A SWIMMING POOL, SUICIDE. The thing that most upset me about the story was not the suicide itself, nor the fact that the mother left two girls aged 3 and 5. The aspect that most upset me was the way in which the mother decided to take her own life: drowning in the pool. It is written that she tied "heavy objects" to her ankles and neck to avoid rising to the surface. I heard dying from drowning is like an agony, what must you have done to want to take your own life in a way like that? I think the only possible answer, if there is one, is that you have to want to hurt yourself, too much. You must have done something for which you cannot forgive yourself, for which death is not considered sufficient as the extreme way to atonement.

Still shocked by the story, I come back home, unable to think of anything else. It's already past 7. Returning, I notice that Marco, my roommate, has already got up and had breakfast, the usual pancakes with rigorously apricot jam. Paying no attention to the fact that I came back home at that time, he starts talking to me about today's lessons, what we want to eat and other things that I don't remember. How can you take your own life like that? Time to wash up, wear something decent, and we're already on the road. Generally, on the way to university, Marco sings songs that only he knows, especially when we have not interesting topics to talk about. However, today it is strangely silent and I, still not fully recovered, take the opportunity to enjoy the false silence of urban traffic.

In the classroom, the professor of general sociology is late in arriving, but I prefer to give up the tranquility of the usual three puffs of a cigarette offered by my classmates. How is it possible for a mother to decide to take her own life in a way like that? The professor enters accompanied by his impeccable blue-tinted suit that generally refers to the most beautiful sky of a March day. However, today there is no sky behind that jacket, but the calm water of a swimming pool that hides a tragic secret. By the way, I try to force myself, convincing myself that the whole affair should not touch me, after all many things happen all over the world, why will I have to torment myself? What can I do with it? How can the tragic suicide of a woman I did not know torment me in this way?

The professor has already explained for half an hour when I realize that I have not heard anything. Even Marco, who was sitting next to me, is now gone. Maybe he will have gone to the bathroom, and he will have told me as well. I understand, today is not the case, it’s better go home. Obviously, I know that on the way back, I will be in the company of this upset sadness that poses futile and existential doubts.

These are the notes of the lessons...


TheBigPas

In Italian

AGONIA

Erano le 6 quando rinuncio definitivamente all’idea di prender sonno. Mi alzo, prendo i primi vestiti lasciati sulla sedia accanto al letto e scendo in strada, desideroso della dolce sinfonia di una Bologna alle prese con il solito triste risveglio. Tra i netturbini e i coraggiosi che tentano la corsa mattutina, la mia attenzione è attratta da un giornale sopra una panchina i cui fogli si muovono continuamente a causa di un vento pacato e tranquillo che solo cose leggere come fogli di giornale può essere in grado di spostare. Mi avvicino, lo prendo e mi accorgo che è di un paio di giorni fa, forse un senzatetto lo ha lasciato lì dopo averne fatto un cuscino per la notte trascorsa. In prima pagina c’è un articolo di cronaca nera: MADRE DI 33 ANNI TROVATA MORTA IN FONDO AD UNA PISCINA, SUICIDIO. La cosa che più mi ha sconvolto della vicenda non è stato il suicidio in sé, né il fatto che la madre abbia lasciato due bambine di 3 e 5 anni. L’aspetto che più mi ha sconvolto è stato il modo in cui la madre ha deciso di togliersi la vita: annegando, in piscina. È scritto che si sia legata degli “oggetti pesanti” alle caviglie e al collo per evitare di salire a galla. Ho sentito che morire annegati è un’agonia, cosa si deve aver fatto per volersi togliere la vita in quel modo? Credo che l’unica risposta possibile, se ce n’è una, è che ci si deve proprio voler male. Si deve aver fatto qualcosa per cui non ci si riesce a perdonare, per cui la morte non si considera sufficiente quale via estrema per l’espiazione.

Ancora sconvolto dalla vicenda, torno a casa non riuscendo a pensare ad altro. Sono già le 7 passate. Rientrando, noto che Marco, il mio coinquilino, si è già alzato e ha fatto colazione, i soliti pancake con la marmellata rigorosamente di albicocche. Non badando minimamente al fatto che rientrassi a quell’ora, comincia a parlarmi delle lezioni di oggi, di cosa vogliamo mangiare e di altre cose che non ricordo. Come ci si può togliere la vita in quel modo? Tempo di lavarmi, mettermi qualcosa di decente addosso e siamo già in strada. In genere nel percorso che ci porta all’università Marco canta canzoni che conosce solo lui, soprattutto quando non abbiamo argomenti interessanti di cui parlare. Tuttavia, oggi è stranamente silenzioso e io, ancora non ripresomi del tutto, ne approfitto per godermi il falso silenzio del traffico urbano.

In aula il prof di sociologia generale tarda ad arrivare, ma preferisco rinunciare alla tranquillità dei soliti tre tiri di sigaretta offerta dai miei compagni. Come è possibile che una madre decida di togliersi la vita in quel modo? Entra il professore accompagnato dal suo impeccabile completo tinto di un azzurro che, in genere, rimanda al più bel cielo di un giorno di marzo. Oggi però non c’è il cielo dietro quella giacca, bensì l’acqua calma di una piscina che nasconde un tragico segreto. Che poi, io provo a sforzarmi, convincendomi che tutta quella vicenda non dovrebbe sfiorarmi, del resto ne succedono tante in tutto il mondo, perché mai dovrò tormentarmi? Cosa ci posso fare io? Come può il suicidio, tragico, di una donna che non conoscevo tormentarmi in questo modo?

Il professore ha già spiegato per mezz’ora quando mi accorgo che non ho sentito nulla. Persino Marco, che mi era seduto accanto, ora non c’è più. Forse sarà andato in bagno e me lo avrà pure detto. Ho capito, oggi non è il caso, meglio tornare a casa. Ovviamente so già che sulla strada del ritorno sarò in compagnia di questa tristezza sconvolta che pone dubbi futili ed esistenziali.