Sebbene sin dal 2001, la EPA - Environmental Protection Agency - e la FDA - Food and Drug Administration -, entrambe agenzie Governative Americane, suggeriscano alle donne di non superare il consumo di 340 grammi di pesce alla settimana durante la gravidanza a causa del rischio di avvelenamento da mercurio contenuto nel pesce, soprattutto di grossa taglia, nessuno le avvisa con la medesima enfasi del pericolo sul nascituro causato dalle amalgame dentali che restano infatti, tuttora, la più importante fonte di intossicazione da mercurio. Il consiglio di non esagerare con il consumo di pesce durante la gravidanza resta però un consiglio valido. Il pesce è però una fonte proteica di straordinaria utilità per la presenza di acidi grassi come l'EPA e il DHA ma se ne si deve controllare i consumo perché inquinato, come ottenere i benefici del suo consumo senza incappare in alte e pericolose dosi di mercurio ed altri inquinanti? Nell’unico modo possibile: le donne in gravidanza devono stare sotto il consumo di 340 grammi di pesce alla settimana ma DEVONO assumere integrazione di un olio di pesce super raffinato e puro oppure olio di Krill che non contenga, anche ad alte dosi, alcuna traccia di contaminanti come mercurio, piombo, alluminio e cadmio. Suggerisco di integrare un prodotto di questo tipo a partire almeno dalla ventesima settimana di gravidanza in poi, durante l’allattamento e di proseguire con la supplementazione direttamente ai bambini almeno fino ai 5 anni di età. Così si potranno conciliare i benefici effetti dell’integrazione da acidi grassi omega-3 a lunga catena (EPA e DHA) sullo sviluppo neuronale dei bambini con la necessità di non intossicarsi di mercurio e altri contaminanti che, specie durante la gravidanza, possono produrre danni neurologici al nascituro.
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