Riflessione sui social tradizionali

in ita-life •  4 years ago  (edited)

Ormai siamo arrivati ad un punto in cui, anche senza esserne consapevoli, facciamo parte di un movimento, di una idea, di un "tifo".
I social a cui siamo stati abituati fino ad oggi, i primi, sono stati piano piano abbandonati dai ragazzi piu' giovani. Stufi di vedere adulti litigare tra loro e desiderosi di riprendersi uno spazio per un po' di sano e semplice cazzeggio.
Ricordate com'era all'inizio? C'era chi rendeva pubbliche le proprie foto delle vacanze, c'era il/la single (in molti casi anche non tale) che metteva in mostra le proprie doti,c'era chi parlava di calcio o di qualunque altro tema ma sempre consapevole che si stava giocando. Il social era un mondo a se', distaccato da un invisibile muro immaginario dalla realtà da cui provenivamo. Oggi il social e' diventato la realtà. Ci sono persone che hanno trasportato la propria esistenza all'interno di pagine web dimenticandosi di essere vivi al di fuori.
Non voglio entrare nel merito della gratificazione psicologica di un "mipiace" e di quanto ormai sia stato gia' affrontato da persone piu' autorevoli e qualificate rispetto al sottoscritto, ma tutto quanto sopra ci ha portato a vivere un sempre crescente distacco emotivo gli uni dagli altri. Oggi non puoi essere una persona pensante, un essere mutevole e incoerente come e' insito nella natura umana. Oggi prendi una posizione e la porti fino alla fine. Se non lo fai, ci sono le prove online. Sei attaccabile! Da qui il pensiero che vorrei condividere con tutti voi oggi.
Non ci sono piu' posizioni di mezzo, quelle per cui una persona pensava, si informava, capiva e poi decideva. Oggi leggi e decidi. Esistono solamente posizioni estreme. Nei post non vediamo più dialoghi costruttivi ma solamente distruttivi. Io devo affermare di essere più furbo di te che hai un'idea differente dalla mia. IO ho capito, TU no.

Quello che vorrei lasciare in questa primissima chiacchieradabar e' un invito, uno spunto di riflessione. Torniamo tutti a pensare che dietro a quella tastiera contro cui magari ci innervosiamo, contro cui stiamo scrivendo parole poco carine, c'e' una persona. Diamo il giusto peso al nostro sapere, ognuno di noi ha una cultura e un'esperienza di vita differente, impariamo a dare il giusto peso a quello che viene detto soprattutto dal "CHI" lo dice.

Un parere medico da un amico che di mestiere fa il giardiniere (esempio a caso, vale per tutti i mestieri differenti da quello citato) lo posso prendere come una chiacchieradabar appunto, ma non ha lo stesso valore di quello che puo' dire il mio medico.

Torniamo ad usare i social per divertirci, soprattutto in questo periodo.

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