[ITA] Considerazioni sui mercati - il 2017 e' stato un anno da record

Oggi vorrei di un argomento che mi interessa molto ma che fin ora ho trattato davvero poco su steemit. Oggi intendo parlare di finanza. Questa parola e' diventata sinonimo di avidita' e spesso se ne parla quasi con pudore.

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E' un campo che oggi piu' che mai influenza le nostre vite e secondo me e' utile informarsi a riguardo anche per capire il perche' certi eventi accadono. Io ad esempio oggi mi ritrovo a vivere all'estero per via di una crisi economica. Mi son laureato a Trieste durante la crisi economica del 2009 e quell'anno ho cercato disperatamente lavoro in Italia, ma proprio quell'anno lo Stato ha tagliato i fondi alla ricerca e cosi non ho avuto altra scelta che partire per l'estero. Quella crisi economica mi ha cambiato la vita, quindi per me e' importante guardare alla finanza dato il suo enorme potere su di noi.

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Dato che il 2017 si e' da poco concluso volevo fare delle riflessioni sui mercati. Le azioni americane sono salite in media del 20% durante il 2017, e davvero in pochi se lo aspettavano, anzi a gennaio dell'anno scorso si parlava di una nuova crisi imminente. Parte del motivo di questa performance e' il fatto che i mercati non avevano previsto che i repubblicani, con Trump, salissero al potere. In genere i repubblicani sono noti per abbassare le tasse e per de-regolamentare soprattutto le norme economiche. Anche se questi cambiamenti non sono avvenuti immediatamente, i mercati guardano sempre avanti e anticipando queste mosse si sono posizionati per comprare nel mercato azionario. 

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Col senno di poi devo dire che avevano ragione, da poco l'amministrazione di Trump ha decretato che il regime di tassazione per le aziende passera' dal 35% al 21%. Questo dovrebbe indurre molte aziende tipo Apple e Google (Alphabet) a rimpatriare molti dei guadagni che hanno generato in questi anni ma che hanno mantenuto oltreoceano per non pagare le tasse. Parlando di billioni di dollari e' ovvio capire il perche' di tutto questo entusiasmo dei mercati. Molti di questi soldi rimpatriati verra' reinvestito dalle aziende negli Stati Uniti ma anche ridistribuito sottoforma di dividendi agli investitori. Tenendo presente anche dell'aumento di valore delle azioni delle societa' non c'e' da stupirsi se i portafogli, gia' grassi, degli investitori americani, sono ingrassati ulteriormente. 

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Quindi e' tutto rose e fiori?

Non proprio. Ovviamente ci saranno ripercussioni. Si stima che il famoso "tax-cut" costera' 1.5 Trillioni di dollari al governo americano, risultando anche in ulteriori 300-400 Billioni di dollari di interessi da pagare in piu' sul debito nei prossimi anni. C'e' da dire che comunque questi numeri non tengono conto della crescita economica e dei maggiori introiti che questa generera' per il governo. Al netto comunque ci sara' un significativo disborso economico da parte del governo americano che comunque vuole aumentare anche la spesa militare e aggiungere un altro Trillione di dollari in investimenti per le infrastrutture. Queste cifre fanno gola agli azionisti ma son debiti che le future generazioni americane dovranno pagare. 

Altri rischi

Ci sono altre nuvole all'orizzonte. Cio' che ha reso le azioni cosi appetibili in questi anni era anche la mancanza di alternative, dato che le banche centrali compravano "Treasuries"(il debito dello Stato Americano) e i bond, abbassando artificialmente gli interessi sul debito (rendendoli poco profittevoli per gli investitori).  

Tuttavia questo trend ha iniziato a invertire rotta da quando la banca centrale americana (Fed) ha aumentato i tassi per combattere l'inflazione. Hanno stampato letteralmente Trillioni di dollari negli anni passati, e ora si preoccupano che il dollaro si possa svalutare troppo. Aumentando i tassi aumentano anche i rendimenti dei "Treasuries", che vengono visti come un investimento sicuro e con un ritorno appetibile, considerando che e' praticamente risk-free. Pensa che l'interesse dei "Treasuries" a 2 anni e' piu' alto dei dividendi che otterresti comprando l'indice dell'S&P500. Dato che i mercati americani sono ormai in espansione da almeno 102 mesi,  molti investitori iniziano a chiedersi fino a che punto il mercato azionario continuera' a salire e se sia ora di vendere. 

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Negli ultimi 100 anni abbiamo imparato che l'economia e' ciclica, il famoso "boom & bust". Abbiamo avuto un'espansione notevole negli ultimi anni e quest'anno potrebbe rallentare. 

Un'altro fattore che ha contribuito a questa crescita e' anche una volatilita' bassa, che da' un senso di sicurezza agli investitori. Questo torpore e' stato causato dal QE, ovvero quantitative easing, delle banche centrali, che per calmare i mercati hanno stampato moneta per aumentare la liquidita' e far salire il valore degli asset. Questo ha contribuito anche ad aumentare lo squilibrio fra ricchi e poveri, dato che i beneficiari di queste mosse sono stati quelli coi soldi, non di certo i poveri cristi come noi (non credo che questo e' un termine che il Wall Street Journal userebbe ma da' l'idea). 

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Inoltre la Fed, sta' silenziosamente cercando di ridurre il suo "balance sheet" lasciando maturare 30 Billioni di dollari in "Treasuries" nei mercati. Questo processo si chiama normalizzazione e ha l'effetto di ridurre la liquidita' che era stata iniettata artificialmente nei mercati. 

La banca centrale europea (BCE) sta' tuttora conducendo la sua versione di QE, tuttavia ci sono gia' notevoli miglioramenti in merito a produzione industriale transazioni commerciali, quindi diventa sempre piu' dura per la BCE giustificare ai tedeschi il continuare col QE. I tedeschi infatti sono contrari e ne farebbero volentieri a meno (mai sentito parlare di: iperinflazione weimariana?). Quindi i mercati iniziano a posizionarsi anche per un "tapering" europeo, quindi un cessare del nostro programma di QE e addirittura un'innalzamento dei tassi. Ovviamente nessuno ha la famosa sfera di cristallo, ma questo dovrebbe far aumentare il valore dell'euro, o almeno questo e' quello che scrivono i giornali finanziari. 

Poi c'e' il jolly, l'idiota del paese, Trump insomma. 

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Lui e' imprevedibile e con i suoi Tweet mette in imbarazzo gli americani quotidianamente. Questo potrebbe avere anche effetti economici vediamo il perche':

2 fattori che fanno aumentare il PIL di un paese sono l'aumento della forza lavoro e la produttivita'. Dato che demograficamente i paesi occidentali non crescono molto, gli Stati Uniti fin ora contavano sulla migrazione per far crescere la forza lavorativa. Con Trump c'e' stata un'inversione di rotta, infatti il suo partito sta' attuando politiche palesemente anti-migrazione. Molti lavoratori hanno deciso di lasciare il paese oppure non di venirci proprio. Vedremo fino a quando manterranno questa linea. Inoltre, uno dei motori della crescita economica americana e' stata la globalizzazione. Paesi emergenti, crescendo hanno iniziato a comprare sempre piu' prodotti americani. Con Trump stiamo vedendo un'inversione di tendenza, non solo iniziamo a vedere piu' protezionismo, ma Trump minaccia anche di ritirare gli USA da diversi trattati economici:

• Trans-Pacific Partnership
• The North-American Free Trade Agreement (NAFTA)

Trump, ma 'ndo vai senza NAFTA? Vabe', insomma ci siamo capiti. 

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Quando ho parlato del PIL ho menzionato un altro fattore importante, la produttivita'. 

Noi la misuriamo malissimo. Infatti in molti non si rendono conto di quanto la tecnologia oggi influisca sull'aumento della produttivita'. Questo ha anche ripercussioni economiche. Infatti ci sono business models come quello di Amazon, dove vengono fatti fuori gli intermediari, si cura molto la logistica per tagliare gli sprechi, questo risulta in margini piu' elevati per i venditori e prezzi inferiori per i clienti. La tecnologia sta' quindi avendo anche pressioni deflazionistiche sulla nostra economia. Aumentando l'efficienza diminuiscono anche i costi. Non sempre pero' i risparmi vengono trasferiti ai clienti, infatti i margini di guadagno di molte aziende sono aumentati, ovviamente questo si traduce in dividendi maggiori per gli azionisti. 

Poi la tecnologia sta' consentendo a piccole aziende di fare cose inimmaginabili in passato. Ad esempio ci sono piccole aziende in America con meno di 20 dipendenti che riescono a generare piu' di 100 milioni di dollari in vendite l'anno usando piattaforme digitali.

La tecnologia sta' cambiando anche la dinamica lavorativa, infatti Uber e Lyft, 2 app per il trasporto automobilistico, danno lavoro a 1.3 milioni di Americani e stanno crescendo ancora. Se continuano cosi' presto diventeranno il "datore di lavoro" con il piu' alto numero di dipendenti in America. 

Dato che si parla di tecnologia non posso non menzionare le cryptocurrencies. La tecnologia della blockchain e dei ledger systems interessa parecchio alle istituzioni di tutto il mondo. Ovviamente sono note soprattutto dal punto di vista speculativo ma c'e' molto di piu' dietro oltre al valore dei bitcoin. 

Il fatto che comunque molti giovani abbiano investito nelle crypto piuttosto che nel mercato azionario e' anche sintomo di una mancanza di fiducia nelle istituzioni, ci fidiamo piu' della tecnologia e delle matematica che delle banche. E non posso dargli torto. 

Quello che le banche centrali hanno fatto negli ultimi anni e' davvero poco etico e mi stupisco come nessuno si informi o si scandalizzi, perche' vi derubano dei vostri risparmi.

E' gia' un post piuttosto lungo ma cerchero' di spiegare questa mia ultima affermazione.

Praticamente, le banche centrali non possono creare valore dal nulla. Ogni volta che stampano soldi per salvare le banche non fanno altro che trasferire valore, dai vostri risparmi ai loro conti. Se ci pensi, aumentando il numero di banconote in circolazione, ne abbassano il valore. Quindi se hai passato una vita a risparmiare ti ritroverai con meno valore sul conto, potrai comprare meno roba con gli stessi soldi negli anni. Quindi ogni volta che una banca centrale fa' un QE e' come se facesse una colletta, abbassa il valore dei nostri risparmi e usa la differenza per comprare bond e salvare le banche che hanno perso soldi facendo speculazioni finanziarie scellerate. 

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Tornando al discorso dei mercati penso che a questo punto tu voglia sapere cosa penso, si compra o si vende per il 2018? E che ne so. Chiunque provi a prevedere i mercati rischia di scottarsi. Quel che posso dire e' che le azioni americane costicchiano e i mercati sono stati abbastanza ottimisti nello stimare l'effetto del tax-cut. Non hanno pero' tenuto presente che molte aziende che sono presenti in Asia godono gia' del cosiddetto "tax holiday"  in cui pagano solo il 4% di tasse, questo soprattutto a Singapore e in Malesia. Quindi queste anziende sicuramente non rimpatrieranno gran che. Poi molti dei soldi rimpatriati andranno bruciati come bonus per i dirigenti e solo una piccola parte andra' a beneficiare l'economia. E poi c'e' sempre il fattore Trump, e chi lo sa' cosa twittera' domani.

Ma voi direte, noi siamo in Europa, che ce ne frega dell'America? Guardate quel che e' successo nel 2009 e poi ditemi se i mercati non sono collegati. I mercati europei ed emergenti sono comunque meno sopravvalutati di quelli americani. Comunque avranno molta influenza le banche centrali, se aumentano i tassi e riducono il QE si abbassera' la marea di liquidita', a quel punto si vedra' chi e' che nuotava senza mutande.

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