Un noto portale web italiano è alla ricerca di programmatori. I requisiti? Avere almeno tre anni di esperienza ed essere disposti a lavorare gratis!
Come tutti i giorni, anche questa mattina accendo il mio computer e inizio a leggere gli ultimi articoli pubblicati dai siti e blog che seguo. Sono uno all'antica e, pur usando (molto sporadicamente) i social network, resto affezionato ai feed RSS, molto più pratici e diretti rispetto a qualsiasi post su Facebook&Co.
Leggendo e scorrendo i vari post, un particolare articolo cattura la mia attenzione: "[Omissis] cerca nuovi programmatori". Ovviamente ho omesso il nome del sito in questione, uno dei più importanti portali italiani a tema Nintendo.
Mi manca ancora qualche esame alla laurea in Ingegneria Informatica ma, nel corso degli anni, ho avuto a che fare con i più disparati linguaggi. Inizio a leggere l'articolo, prestando particolare attenzione ai requisiti minimi richiesti al candidato, tra cui:
- Almeno 3 anni di esperienza di sviluppo web
- Conoscenza approfondita di Wordpress, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo di plugin
- Conoscenza approfondita di PHP7, HTML5, MySQL e CSS
Fino a qui, nulla di male. A conti fatti, si tratta di un'importante realtà editoriale e, in quanto tale, cerca persone che costituiscano un valore aggiunto.
Valore che, però, viene di fatto annullato nel paragrafo successivo:
[...] non è prevista alcuna retribuzione monetaria ai candidati che supereranno il periodo di prova.
Come ho già avuto modo di dire più volte, ho aperto (e poi abbandonato) numerosi blog nel corso degli anni e, dal 2016 circa ho la fortuna di collaborare, come articolista, con un paio di siti web. Sono consapevole, perciò, delle numerose difficoltà e dei costi non indifferenti a cui si va incontro in questi casi.
Per entrambe le collaborazioni non mi è stata richiesta alcuna esperienza, se non una buona conoscenza della lingua italiana (ma dai?) e la capacità di utilizzare l'editor di Wordpress (che, ormai, è persino più semplice di un qualsiasi word processor). Inoltre, si tratta di un'attività che posso fare nel tempo libero, senza obblighi di alcun tipo, senza un numero minimo di articoli da scrivere ogni giorno, ma per la quale mi è riconosciuta una retribuzione (monetaria e non).
Posso, quindi, tranquillamente affermare che quando è un portale appena nato, le cui entrate bastano a malapena per coprire i costi di gestione, a chiedere una collaborazione a titolo gratuito, si può chiudere un occhio e accettare.
Tuttavia, quando a chiederla è una dei più noti siti web a tema Nintendo, i cui costi di gestione vengono ampiamente coperti, anche grazie alle numerose partnership ed alle sponsorizzazioni e donazioni durante le (quasi quotidiane) live su YouTube, c'è qualcosa che tocca.
Il lavoro di programmatore, poi, è davvero infame. Infatti, mentre su un articolo scritto resta il nome dell'autore, che quindi può contare su quel minimo di visibilità, cosa succede con le numerose righe di codice scritte dal neoassunto programmatore web con almeno tre anni di esperienza? Può citare questa collaborazione sul proprio curriculum? Può dimostrare di avere lavorato con questo portale? Il suo nome comparirà tra quelli dello staff?
Già lavorare come freelance in Italia è impossibile, anche grazie ad un fisco che sembra pensato per punire chiunque cerchi di lavorare in proprio, non c'è bisogno che una simile realtà editoriale sminuisca così questa attività, chiedendo simili requisiti in cambio di nulla.
Per esperienza diretta, il consiglio che posso darti è di scappare dall'Italia non appena laureato! Cerca un paese in cui la tua professione venga riconosciuta e pagata il giusto, ti faranno un contratto e ti tratteranno con la dignità che meriti. In Italia, il mio ragazzo lavorava come programmatore per siti web, si è ridotto a lavorare senza contratto e con un'entrata mensile misera. Oggi, a Malta, il suo stipendio supera i 1700 euro al mese e sta in costante aumento, con contratto, trattato bene e con la possibilità di cambiare lavoro con la facilità con cui ci si cambia d'abito. Questa malsana abitudine che il pagamento è una cosa opzionale ci abbrutisce ogni giorno che passa e sta distruggendo il nostro paese. Questa realtà fa rabbia e ci si mangia le mani, demoralizzati; ti fanno credere di non valere nulla quando, in realtà, altrove sei considerato una risorsa preziosa. Non diamo le perle ai porci!
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Hai perfettamente ragione. Infatti, la mia ragazza ed io stiamo già programmando di andarcene da qui. Lei in particolare, visto che le speranze di lavorare nel settore della ricerca medica in Italia sono pressoché inesistenti.
Ho amici che si sono trasferiti a Londra da qualche anno e là, pur lavorando part-time, riescono a permettersi di pagare l'affitto, studiare all'università, uscire il week-end e mettere dei soldi da parte per il futuro. Uno di loro, tra l'altro, ha anche una band con la quale partecipa a diversi concerti in giro per la città.
Duole dirlo, ma l'Italia non è più un posto in cui valga la pena vivere; è così da diversi anni ormai e nessuno sembra interessato a cambiare le cose.
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perfettamente d'accordo. Senza girarci troppo attorno, il lavoro non pagato si chiama schiavitù
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Il discorso non fa una grinza...direi cha anzi sono stati anche abbastanza onesti mettendo in chiaro da subito quale sarà l'andazzo
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La sincerità è sempre apprezzata, anche se, per sembrare ancora più onesti, avrebbero potuto scrivere:
Non so, mi auguro davvero che nessuno accetti di lavorare a simili condizioni...
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Che magone...è davvero il caso di dire welcome to Italy anche no.
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In effetti mi domando: cose simili succedono anche altrove, o è una caratteristica distintiva del nostro bel Paese?
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per fortuna non sono tutti cosi cialtroni...
ci sono molte aziende serie e in 20 anni nell'ICT ne ho incontrate un pò.
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