la pazienza, o essere pazienti, o come si suol dire:"pazienza..è così";
è il passaggio delle cose, o forse è meglio dire è il nostro passare attraverso le cose di questo mondo.
passanti, noi siamo dei passanti, nel senso positivo del termine ossia che attraverso questo e quello le persone vi passano obbligatoriamente in questa vita di esseri viventi.
non come spettatori assenti o personaggi distaccati dalla scena, ma mendicanti di un pasto di cose che possano essere per noi solo un pasto e non un'affezione divoratrice che non sopporta di consumare e passare oltre al prossimo pasto, per consumare ancora, sempre passando.
la pazienza consta nel camminare diritti, non in una direzione, ma con un'intenzione, quella di camminare, di muoversi e non redimersi al passaggio, e se passa passerà, come un passato dal peso di una piuma e un futuro lontano come il sonno;
la pazienza, giocando con le parole, constata, non attonita o indifferente, ma partecipa alle cose del mondo e le lascia essere, come esse sono e vogliono essere, le domande non la incrociano perchè le risposte stanno nelle cose del mondo attraverso cui passa e vive partecipandoci semplicemente; non si lascia co-in-volgere perchè se lo facesse il suo passaggio, la sua partecipazione volgerebbe dentro la direzione che le cose indicano, lo stare. (che chiaramente non indirizza, immobilizza).
secondo il dire della pazienza (che potrebbe dirsi una coscienza ancestrale, appartenente più ad un dio che ad un uomo), le cose che attraversa e a cui partecipa la soddisfano fin tanto che non vi è coinvolta;
questa soddisfazione non rende giustizia al termine che vorrebe accompagnarsi alla passione, al sentimento, allo stretto legame venuto a crearsi con quella determinata cosa che soddisfa e (anteticamente) fa soffrire.
questa soddisfazione è resa dalla permanenza presso le cose del mondo attraverso le quali è rimandata ad altre e ad altre ancora, passando per questo mondo, per permanere abbastanza su ognuna di esse senza che esse risolvano il suo passaggio in uno stato.
il gioco è difficile, e solo la pazienza come è solita riconoscere lo stato delle cose, riesce a passeggiare in questo mondo di cose che troppo difficilmente si lasciano essere semplicemente senza lasciar essere semplicemente l'ente che passeggia tra di loro; con la strada che si srotola davanti all'ente, è estremamente difficile, se non impossibile essere pazienti e la calamita del "senso" delle cose è una seducente e mendace chiamata (o per meglio dire - domanda), e alla fine non per pazienza, ma per "forza" di cose l'uomo prosegue diritto per non cadere nel baratro e tentare di non sdrucciolare nel prossimo.