Cristallo feroce trafigge l'etra
le tue membra; già balena d'iride
la volta bianca di gioie avide,
e all'animo blando canta la cetra;
Nell'agro adorno a festa t'ergi tetra,
muta nel canto affranto fra solide
sorelle tue probe, rosse, vivide.
Cinta fra abbracci di marmorea lastra;
Cieca all'astio ti doni al riposo,
sorda al divino raffini il tuo fiele,
grave di pece il tuo corpo spinoso
Staglia elegante un destino di miele.
Non la rugiada o l'aria ormai tersa,
ma solo il tempo immutato dal sale.
Non vedrai la tua pietra Rosa Nera Immortale.
Ho pensato di condividere con voi la mia prima poesia, scritta ormai sette anni fa.
Leggette l'originale assieme ad altri lavori su Writ In Dust
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