Immaginate la scena.
Akio (primo nome giappo che mi é venuto fuori googlando nomi giappi) é un giovane contabile giapponese che dopo aver lavorato come un mulo per gli ultimi cinque anni in uno stressantissimo ufficio a Tokio si riesce infine a pagare una vacanza a Parigi, meta mitica e ambitissima da tutti i suoi amici e famigliari.
Akio non vede l’ora, si é fatto un mazzo così per pagarsi l’aereo, che costa un botto, e per avere un budget decente per fare shopping di lusso da Chanel, Givenchy e Yves Saint Laurent (dove é tutto made in China, ma forse Akio non lo sa o se ne frega).
Akio già si vede a sbarcare nel vecchio continente, bello come il sole, con i suoi vestiti da giapponese super trendy e la sua Nikon da millemila yen con cui già sa che farà una marea di foto fighissime per Instagram. Ovviamente la torre Eiffel, il Louvre e magari anche una foto con un buffo parigino vestito a righe bianche e blu con una baguette sotto il braccio e un baffetto alla Salvador Dalì che gira felice e spensierato in bicicletta per le vie della capitale.
Il tutto accompagnato dal suono romantico e boheme di qualche simpatico violoncellista di strada, dall’odore delizioso e fragrante delle brioches appena sfornate nelle boulangeries della città e ovviamente dal cinguettio allegro degli usignoli.
Akio ha in programma di farsi romantiche camminate lungo la Senna, dove due innamorati si daranno un bacio appassionato alla luce del tramonto, e di abbuffarsi di formaggi puzzolenti ma gustosissimi in un adorabile bistrot di Montmartre dove tutti l’accoglieranno col sorriso e gli vorranno stringere la mano solo perchè viene dal prestigioso e rispettato Giappone.
Perchè dovete sapere che Akio é così che da sempre si immagina Parigi. Akio ha visto un pò troppe volte il film Amelie Poulain e pensa che Parigi sia rimasta ferma negli anni 40. Meglio, pensa che Parigi sia la versione 3D di una cartolina artistica disegnata all’acquarello. Un carosello retrò a misura di città dove i colori sono pastello, la gente conversa amabilmente fuori dalle piccole boutiques tradizionali e le parigine, bellissime e sorridenti, fanno l’occhiolino a un bel Giapponese come lui.
Beh, Akio sta per avere una brutta sorpresa. Perchè della Parigi anni 70 dove i pittori e i musicisti chiaccheravano di filosofia sorseggiando un caffè davanti a Notre Dame, rimane ben poco e l’aria romantica e profumata di vaniglia é stata rimpiazzata da una cortina di smog grigio e denso e dal puzzo di pipì che pervade le strade e stradelle della capitale.
La città è rumorosissima, c’é gente ovunque e se vuoi mangiare qualcosa di tipico, ti devi accontentare di farlo su un tavolino grande come un francobollo in una delle tante brasseries turistiche dove le lumache le han comprate al Lidl e l’acqua minerale costa come se fosse stata trasportata in jet privato direttamente dalle sorgenti del Monte Fuji…in Giappone!
Oltretutto le strade sono abbastanza sporche, ci sono barboni parecchio ostili in ogni angolo e lungo la Senna i topi corrono selvaggi e inpuniti.
La metro parigina poi é un vero e proprio percorso vita, dove devi usare le stesse precauzioni di sopravvivenza che applicheresti se stessi lottando per la vita e la morte durante gli Hunger Games. Devi camminare con passo rapido e deciso, non puoi assolutamente guardare nessuno negli occhi e se mai ti capita di andare addosso a qualcuno, non ti sognare di fermarti e chiedere scusa.
Se poi hai la malaugurata idea di muoverti in macchina, preparati ad affrontare le strade di Parigi con la stessa determinazione e aggressività che avresti giocando a Grand Theft Auto e riserva qualche centinaia di euro in budget parcheggio perchè trovare posto dove mettere la macchina a Parigi ti costerà un bel gruzzoletto.
E non ti soprendere se l’hotel di cui avevi visto qualche affascinante foto su TripAdvisor, si rivela una bettola zozza, invasa dagli scarafaggi e con minuscule camerette dove sbatti la testa contro il soffitto ogni volta che ti muovi, ma dove paghi comunque come se stessi alloggiando all'Eliseo insieme a Macron e Brigitte.
In generale, poi, bisogna ammettere che i Parigini non sono poi tutta questa amabilità e simpatia e, sebbene non ti mandino a quel paese a parole, come farebbe invece senza trope cerimonie un Italiano, percepisci dallo sguardo che ti stanno maledicendo internamente.
Insomma, nulla di quello che si aspettava Akio che dopo qualche ora da quando é atterrato nella capitale (all’incasinatissimo Areoporto Charles de Gaulle dove ha perso qualche ora solo per capire che metro doveva prendere) non riesce a riconciliare quello che pensava che avrebbe trovato a Parigi con quello che ha veramente trovato, e va giù di testa.
E, in preda all’ansia e alla tachicardia, Akio ha un’attacco di panico e finisce per essere trasportato di urgenza all’ospedale dove gli diagnosticano sapete cosa?
E infatti voi penserete che io esagero e che ve la sto raccontando tanto per. Ma questa sindrome esiste veramente ed é più comune di quanto uno si aspetti. E' scatenata dal fatto che certi turisti, pare in prevalenza Giapponesi, subiscono un tale shock quando arrivano a Parigi nel rendersi conto che la città non é per nulla quel quadretto romantico e festoso che si immaginavano, che dan di matto e finiscono all’ospedale.
Bizzarro, nevvero?
Ecco, volevo condividere con voi la triste ma appassionante avventura del povero Akio che, come altri, non metterà mai più piede a Parigi…manco se lo invitasse Gerard Depardieu in persona.
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Grazie della lettura e alla prossima ;)
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Disclaimer: non ho nulla di male contro i Francesi, ne tantomeno coi Parigini che anzi, nonostante la loro snobbisia, sono i miei amiconi e pure la mia famiglia visto che ho vissuto a Parigi per più di dieci anni. Credo, pertanto, di conoscere loro e la città come le mie tasche e di poterli ironicamente prendere in giro visto che ambedue hanno tanti pregi ma anche vari difetti. Quindi non vi offendete se per voi Parigi é e resterà la città più romantica del mondo…per me il sogno é svanito all’ennesimo barbone che mi pisciava nell’antrone di casa. Non la romanticizzo più, ma le voglio ancora un pò bene.
C Akio! Me la ricordavo meglio di così
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Aahha I see what you did there!
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Mi piace sempre tanto leggerti; io sono stato a Parigi da bambino ed onestamente è una città che tornerei a visitare per una vacanza perchè a suo tempo dnon ho avuto modo di godere bene di alcune cose come il Louvre o la Tour Eiffel....sicuramente non credo ci andrei a vivere anche se non la conosco ma non sono per le grandi città. Mi piace molto la frase che utilizzi per concludere il post, davvero bella: non la romanticizzo più ma le voglio ancora un pò bene :-)
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Grazie Pikkio! Mi fa veramente piacere che tu mi legga :)
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La sindrome di Parigi 😂. Certo che si tratta di un bel risveglio. Pagai 28 euro per due caffè e due fette di torta a Parigi. Fu un bel risveglio pure per me.
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Aahaha capita anche ai migliori!
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Assurdo... esiste davvero la sindrome di Parigi?? :D
Ma sti giapponesi non lo usano internet? In un click si renderebbero conto che purtroppo le cose cambiano..
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😂 😂 😂 la sindrome di Parigi non la conoscevo...il decadimento della città sì ;)
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