Discovering Turin #5 : Il Teatro Regio

in ita •  7 years ago  (edited)

Se si è un turista difficilmente capita di considerarlo come attrazione della città, ma il Teatro Regio è uno dei tanti tesori nascosti di Torino che merita una visita.

L'edificio odierno è il rifacimento dell'antico teatro che, come è accaduto storicamente a tanti teatri, è andato distrutto durante un incendio nel 1936. L'antico Regio era un esempio di arte barocca, ricco di stucchi, decorazioni dorate e con un palcoscenico d'eccezione al punto da essere inserito all'interno della famosa Enciclopédie di Diderot e D'Alembert.

Il rifacimento del Regio si conclude nel 1973 per opera di Carlo Mollino (di cui vi parlerò approfonditamente più avanti), architetto e fotografo torinese noto per la sua volontà di creare scalpore. Per lui un edificio deve essere guardato, deve scatenare una reazione, deve suscitare scalpore: per questo scelse di scardinare tutti i preconcetti di teatro barocco per creare un teatro moderno.

Innanzitutto aprì il teatro alla vista esterna, con l'uso di altissime vetrate: l'élite torinese, abituata a mantenere un certo riserbo e a tenere distacco dal resto del popolo, soprattutto quando si parla di serate di gala e teatro, rimase sconvolta. Non ci si poteva permettere di mettere a vista gli interni, ma Mollino lo fa per richiamare ulteriore pubblico, che da fuori, vedendo la magnificenza dell'interno, può entrare.

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(foto dell'autrice)

Poi il cemento armato: addio agli stucchi barocchi e alle decorazioni dorate. Il cemento armato, nudo, grigio, permette di sostenere un gioco di architetture voluttuose che creano un'atmosfera sospesa.

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(foto dell'autrice)

Costantemente l'occhio si perde tra linee di fuga, intrecci di ovali, ellissi e righe verticali, mentre una parete rimane in mattoni a vista, richiamando le cornici ottagonali di palazzo Carignano (omaggio al luogo di nascita del Re). Ovunque lo sguardo trova un divertissement architettonico in cui indugiare.

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(foto dell'autrice)

Le scale mobili: secondo palazzo ad avere in Italia, il pubblico non esperto non sapeva come comportarsi e durante la serata di gala inaugurale una signora si impiglio con il vestito a strascico. Da quel momento sono rimate inutilizzate. Ma tutt'oggi appaiono ancora come delle eleganti "stairways to heaven".

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(foto dell'autrice)

Un'altra importante differenza la fa l'ingresso. Solitamente i teatri storici hanno un ampio portone, mentre Mollino pensa a 12 ingressi in vetro, pensati per ridurre la calca e la fila, e singolarmente concepiti per non dare l'idea di "claustrofobia": ogni ingresso ha un oblò in cemento ai lati e uno specchio in alto, per creare un'illusione di ampiezza. E subito, appena entrati, si staglia un enorme guardaroba lungo 21 metri, per permettere facilmente al pubblico di lasciare cappotti e borse ingombranti e vivere un'esperienza il più confortevole possibile.

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(foto dell'autrice)

Infine la moquette: ovunque, rossa e viola.

Il pubblico criticò tantissimo il nuovo teatro, così diverso, così moderno. Proprio come voleva l'architetto: un edificio barocco, fedele all'antico, sarebbe passato del tutto inosservato. Invece così obbligò il pubblico all'osservazione di ogni minimo dettaglio.

Indubbiamente la parte migliore è la platea, un tripudio di poltrone rosse che fanno da tappeto a un soffitto magnifico: le luci sono 3700 cristalli in plastica, a formare una installazione chiamata "Nuvola", che si staglia su un cielo bianco e viola. Il viola ovviamente è un'ulteriore provocazione che Mollino fa nei confronti degli artisti sul palco, infatti si scurisce man mano che si arriva al palcoscenico, per diventare di un viola intenso proprio su di esso.

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(foto dell'autrice)

La forma è quella di una conchiglia che si apre, così come il teatro stesso per Mollino ha la forma del corpo di una donna, e dove la platea rappresenta l'utero, il luogo in cui ogni sera avviene la rinascita di un'opera.

A oggi il Regio è il secondo palcoscenico in Europa (secondo solo a Parigi) e uno degli esempio di architettura moderna più originali. E se durante la visita siete fortunati, potete anche assistere alle prove di un'opera.

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E' da tanto tempo che mi dico di tornare a visitare Torino, il tuo articolo ha ancora di più alimentato la mia voglia...aspettiamo la primavera e mi deciderò a tornare in una delle più belle città d'Italia.
Ciao Gianni

Torna e chissà, magari tra i miei articoli troverai qualcosa di interessante, spero! Il Teatro regio è comunque una meraviglia che consiglio, davvero.

Bella questa disamina del Teatro. Avrei fatto anche qualche riferimento a dove si trova, davanti ad una delle piazze più belle d'Europa.
Grazie davvero per questo ricco post.
Tra l'altro io sono di Torino; anche tu?

ciao Vittorio! Certo, in realtà ci sarebbe da dire tantissimo sul teatro, e sulla piazza farò un post più avanti :D In realtà in questa rubrica vorrei concentrarmi più su quelle cose meno "turistiche" della città , e il teatro mi pareva degno di questo. Torino è molto bella e mi piace raccontarla ^^

Bene allora ti seguirò con piacere. Ci sono tantissime cose stupende da vedere nella nostra città ed il tuo approccio verso le cose meno "turistiche" mi piace. A presto dunque!

bene sono felice! :D chissà che magari non ci diamo spunti vicendevoli sulla nostra città!

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