La grande bellezza
Chi non lo vive definisce il calcio come 22 giocatori che corrono dietro ad un pallone, per altri invece è molto di più. Serate come quelle di martedì all’Olimpico però mettono d’accordo tutti sulla magia e l’importanza che questo sport racchiude. Una nazione intera si è colorata di giallorosso, dimostrando un’unità nazionale che raramente in questo paese siamo abituati a vedere, per maggiori consultazioni chiedere a Mattarella.
Per me partite come queste rappresentano arte, musica, storia, filosofia.
Il celebre quadro “L’urlo” di Edvard Munch, famoso pittore Norvegese, incarna al meglio lo stato d’animo di ogni tifoso romanista. L’urlo è simbolo di angoscia, inquietudine, paura, che infine si trasforma in liberazione e gioia. Un quadro olio su tela che gli undici artisti in campo hanno dipinto meravigliosamente. Con una reazione piena d’orgoglio, l’Impero Romano torna a dominare l’Europa. Lo stadio si trasforma nel Colosseo, i calciatori in gladiatori, che accompagnati dalla colonna sonora del celebre film, consegnano alla folla la testa dell’avversario.
L’uomo della provvidenza porta il nome di Kostas Manolas, difensore centrale di origini Greche. Non poteva avere provenienza diversa colui che ha consegnato la vittoria alla sua squadra, disegnando una traiettoria di testa degna del famoso Teorema elaborato dal suo connazionale Pitagora. Roma e Grecia capitali di arte, cultura e filosofia trovano il loro connubio perfetto in una serata incantata e pregna di significato.
Gustav Jung avrebbe parlato di sincronicità di eventi per sottolineare il fatto che in serate come queste nulla è dettato dal caso.
Qualcuno continuerà a chiamarlo semplice gioco…ma a noi eterni sognatori lasciateci la nostra versione romantica.
Ginozava
Immagine CC0 Creative Commons, si ringrazia @mrazura per il logo ITASTEM.
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