[ITA] Asso e Re di Picche [parte 5]

in ita •  6 years ago  (edited)

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20 Anni dopo

Sono passati 20 anni dalla rapina alla "Bank of Nevada", la vita mia e di Jess non sta andando proprio come me l'aspettavo.
Mi sarei immaginato una vita tranquilla, magari viaggiando con la mia Jess, una vita nel lusso e nella sfarzosità; all'inizio ci abbiamo pure provato, ma quando prendi una determinata strada, non puoi tornare più indietro.

Non fraintendetemi, non mi pento di nulla, non ci sono rimpianti o rimorsi, solo che l'adrenalina che scorre nel tuo corpo quando la tua vita è appesa a un filo, o quella che provi nel togliere una vita, non è comparabile con nessuna altra esperienza al mondo e purtroppo... crea dipendenza.

Dopo il primo anno passato a viaggiare abbiamo sentito la mancanza di adrenalina, era tutto grigio e noioso.
Siamo quindi tornati in attività e abbiamo messo su una banda, la nostra banda, siamo anche molto famosi, ci danno la caccia in tanti, ma non siamo più criminali qualsiasi, siamo diventati dei professionisti noi.

Io e Jess siamo le menti, studiamo i colpi, li analizziamo nel minimo dettaglio ed elaboriamo un piano, poi c'è Arthur, un afro-americano, la sua abilità con i coltelli è qualcosa di sopraffino, non servono più armi da assalto, sono rumorose, un coltello è più silenzioso e letale.
Jin invece è un cinese, uno qualunque, la sua faccia non rimane mai impressa a nessuno, ha il compito di ripulire i soldi, ha molti contatti con la Mafia cinese ed è "segretamente" innamorato di Jess questo lo rende molto manipolabile e sopratutto fedele.
Non abbiamo un autista, di solito scegliamo un ragazzo del luogo dove siamo, con poche pretese, il massimo che otterrà in cambio sarà comunque o una pallottola in testa o la gola tagliata.

Il prossimo colpo sarà nella nostra città, dove tutto è iniziato, l'obiettivo è "Bank of Arabia", questi maledetti arabi sono diventati ancora più ricchi grazie al petrolio, sopratutto ora che sta iniziando a scarseggiare, solo che il Caveau della loro banca è difficilissimo da aprire per noi, sopratutto se il direttore non collabora, e di solito non collaborano mai, serve quindi una persona veramente abile con l'elettronica che sappia far scattare la serratura in pochi minuti.

Non mi è mai piaciuto dipendere da un'altra persona, ma mi fido dell'abilità di Jin e quella dei suoi contatti per trovare una persona all'altezza del suo compito.
La sua scelta è caduta su due ragazzi, Kevin un tossicodipendente che conosce ogni strada e ogni vicolo della città, mi hanno assicurato che è un ottimo autista, se non è fatto, e Anna una ragazza molto giovane di 25 anni, cervellona informatica, passa il suo tempo ad hackerare i bancomat, davvero un bel passatempo.
Ho anche scoperto che i due sono fidanzati, sognano di andarsene e ricostruirsi una nuova vita lontano da qua, li accontenteremo noi, un biglietto di sola andata per l'inferno, non ci devono essere persone in grado di riconoscerci, dopotutto sono criminali qualunque, chi piangerà mai la loro perdita?

Il piano era semplicissimo, tra una settimana la banca avrebbe fatto trasportare la maggior parte dei propri soldi alla sede centrale, tutta la sicurezza sarà concentrata sul furgone blindato, li ci sono miliardi di dollari, solo un pazzo proverebbe a rapinare quel furgone e noi non siamo pazzi, siamo professionisti.
Un'ora dopo la partenza furgone è il miglior momento per entrare in azione, nel Caveau ci saranno solo una cinquantina di milioni di dollari e una sola guardia armata dentro la banca, spiccioli per i magnati del petrolio, un lavoro facile e pulito a prova di idiota.

La rapina è filata liscia, non è servì nemmeno urlare "Questa è una rapina", Arthur tagliò la gola alla guardia ben prima che questa potesse rendersi conto di quanto stava succedendo, i pochi clienti e impiegati della banca furono fatti inginocchiare davanti al muro, prima che potessero dare l'allarme, l'unico ad aver parlato è stato il direttore "Non vi darò mai la comb.." non fece in tempo a finire la frase che un proiettile della mia pistola lo colpì in mezzo agli occhi, non avevamo bisogno di lui, c'era Anna.
Anna aprì la cassaforte in meno di un minuto, riempimmo i sacchi e ce ne andammo, non prima però di aver fatto in modo che nessuno parlasse, né ora né mai,infatti tutte le persone che erano inginocchiate di fronte al muro furono uccise, siamo dei professionisti noi.
Il rientro al covo fu altrettanto una passeggiata, nessuno aveva dato l'allarme, nessuno sapeva ancora nulla, era fatta, rimaneva solo l'ultima parte del lavoro.. lasciarci alle spalle la zavorra.

Una volta dentro al covo, mentre riponevamo con cura tutta "l'attrezzatura", sentii parlare tra di loro Kevin e Anna, erano eccitati, facevano progetti su come spendere i loro soldi, su dove sarebbero andati, sulla loro nuova vita e un sorriso apparve sulla mia bocca.
Il primo a spegnersi fu Kevin, un coltello alla base del collo non lascia scampo, non ti fa nemmeno muovere, tutto si blocca in un secondo, per sempre.
Quando Anna realizzò quello che stava succedendo iniziò a piangere, a chiedere pietà, raccontando una storia strappalacrime della sua infanzia difficile, della sua malattia guarita per miracolo, della madre morta 3 anni fa e del padre fuggito senza fornire una spiegazione e di quanto non meritasse quella fine.

A quelle parole trasalii, non poteva essere LEI. chiesi ad Arthur di immobilizzarla sulla sedia, ma di non farle male; iniziai a frugare tra i suoi averi e la verità mi colpì come un pugno in faccia, era LEI, era Sophie.... mia figlia, Anna non era il suo vero nome.
Chiesi a tutti di uscire immediatamente, erano confusi; dissi a Jess con un sussurro: "E' mia figlia".
Ricordo che rimase molto stupita, ma gli bastò un'occhiata per capire che non avevo nient'altro da dire, fece un sospiro e se ne andò come se nulla fosse con gli altri.
Sophie era in lacrime, ammanettata alla sedia, con lo sguardo carico di disperazione; mi avvicinai a lei e senza mezzi termini le dissi in tono rassicurante: "Ciao Sophie, sono Papà", il suo primo sguardo fu carico di sgomento nell'apprendere chi era la persona che aveva davanti, il suo giudice e carnefice era in realtà suo padre ma subito dopo la sua espressione cambiò.

Se scoprire che era mia figlia fu un pugno nello stomaco, vedere QUEL suo sguardo fu come essere colpiti in faccia da un TIR lanciato a 300Km/h, non c'era odio, non c'era disprezzo, non c'era rancore, era felice, aveva ritrovato suo padre che credeva perduto.
Presi le chiavi delle manette e la liberai, mi abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo, il suo abbraccio mi fece capire che il suo sguardo di pochi istanti prima era sincero, era veramente felice
La strinsi forte a me e gli dissi : "Mi dispiace figlia mia, non avrei mai voluto che le cose andassero in questo modo"

BANG

Il corpo senza vita di Sophie cadde a terra, non soffrì, i suoi ultimi istanti furono felici, un destino che la maggior parte di noi non avrà la fortuna di avere.
Mentre la pozza di sangue si allargava dissi ad alta voce quello che pensai vent'anni prima "Non volevo che tu vivessi in un mondo di criminali" mi voltai e me ne andai nell'altra stanza, dove gli altri mi stavano attendendo per iniziare la nostra parita di Poker, chissà se la avrei avuto in mano Asso e Re di picche di nuovo?
Le migliori idee vengono sempre durante una partita di carte, siamo professionisti noi.

FINE

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