Dopo averli mandati al diavolo, mi sentivo libera, ma anche senza direzione, era semplicemente successo troppo, tutto insieme. Ero ancora intontita, confusa, e non riuscivo a prendere una decisione, avevo perso veramente i miei obiettivi forse perché il lavoro era stato alienante, forse perché mi aveva stordito con i suoi forti pugni. Non ero al tappeto, solo stavo girandomi attorno e stavo cercando di capire cosa fare. Non parlavo molto, ma pensavo molto. Sepani doveva aver notato il mio smarrimento, e cercava di distrarmi, ma avevo una cosa certa in testa, prima o poi dovevo separarmi da lui. Lo sentivo nella pelle, non c'era niente di razionale in tutto questo, lo avevo salutato con la promessa di rincontrarci di nuovo lungo la strada, se avessi avuto bisogno di qualcosa.
Ovviamente sarebbe corso in mio aiuto, lo sapevo, ma volevo mettermi alla prova, per vedere se fossi stata in grado da sola di salvarmi, per ora però lui sarebbe tornato al suo mondo.
Il fato mi avrebbe dato modo di mettere alla prova la mia volontà come al solito. Dopo la separazione dal mio fidato amico, vagavo senza una meta non capendo bene cosa volevo fare e passavo il tempo tra apatia e confusione. Stavo insomma girando in tondo, consumando le razioni di cibo, raccogliendo frutti e vivendo alla giornata. Esploravo posti e man mano incominciavo a camminare sempre più in là alla ricerca di nuovi mondi. Non mi sentivo molto bene, mi sentivo tormentata e pensavo molto riflettendo e rimuginando su quanto era successo e mi chiedevo chi ero io e cosa volevo dalla vita.
Come molte volte si fa così, si pensa, si progetta e poi la vita decide per noi.
Ero arrivata finalmente in un territorio più moderno, dopo molte foreste e boschi, potevo camminare finalmente sull'asfalto o sulla terra battuta, ma non potevo trovare un'anima viva. Iniziavano ad esserci anche edifici, ma sembravano in disuso. Potevo capire lo stato di abbandono, perché l'intonaco era scrostato in quasi tutti gli edifici e c'erano chiazze nere forse di fumo su molti edifici. Le strutture in ferro erano tutte ossidate e coperte di ruggine.
L'unico edificio più moderno era una sorta di piccolo supermercato dove si vedeva un parcheggio a lisca di pesce perfettamente conservato e con le linee bianche del parcheggio ben demarcate ed in evidenza.
Mi ero accorta subito che sopra il cornicione superiore un uomo sembrava volere spiccare un volo suicida, oscillava sul cornicione come in preda ai suoi pensieri, intanto che fissava le insegne dei parcheggi.
Volevo cercare di chiamarlo e di farlo ragionare ma sembrava non essere completamente padrone del suo corpo. Gli urlavo di smetterla, di lasciare perdere che la vita era bella, ma niente non sentiva ragioni sembrava posseduto da un desiderio suicida.
Si era lanciato subito nell'aria, era come se un incubo si avverasse. La tensione era come era sempre stata prima di quando ero in azione era come avere dei pezzi di vetro costantemente infilati sotto la pelle, perché ora mi sentivo in dovere di salvarlo.
Mi era atterrato addosso, ovviamente e non ci eravamo uccisi entrambi solo perché dietro di noi invece che il solo asfalto ci stava una piccola aiuola con degli arbusti e dei cespugli. Avevo le gambe a pezzi per l'urto, livide e mi lamentavo confusamente, i primi momenti dopo l'impatto, sentivo solo dolore, e non riuscivo ad essere razionale.
Mi sembrava di vederlo lungo la strada, andare via, quindi per farla breve, aveva provocato un colpo in me, si era lanciato e ora se ne andava lasciandomi dolorante. Non aveva alcun senso, ma molte volte nella vita si incontrano cose senza senso, per esempio, ho sempre riflettuto sulla strana ragione per cui i bambini da tutte le parti del mondo se vedono una pozzanghera, ci si lanceranno dentro. Ho viaggiato per diverse nazioni e parlato con diverse mamme e tutte mi hanno detto dell'attrazione fatale dei bambini verso il buttarsi con i piedi nelle pozze. Non è una cosa razionale, ma semplice istinto, ora con il tempo e la saggezza riflettendo su quello che era accaduto in quel lontano mondo penso che non poteva che essere così, una naturale attrazione verso il vuoto aveva spinto l'uomo a lanciarsi. Si era comportato come un bambinone con diversi chilogrammi e anni in più che si lancia in una pozza, solo che nel suo caso quella pozza era il vuoto. Appena mi ero ripresa, ero entrata nel supermercato per cercare delle pomate e dei medicamenti per i graffi, i lividi e le ferite. Dovevo tagliare e cucire tutto da sola, intanto che per qualche giorno ero rimasta a dormire accucciata nei materassi che una volta il supermercato vendeva. Avevo trovato anche del cibo ancora buono da mangiare e avevo anche trovato uno zaino e potevo così cambiare molta della mia attrezzatura che era diventata logora a seguito di tutte le avventure che aveva passato. Intanto che il mio corpo guariva e speravo che, anche il mio spirito si sarebbe sentito meglio, per una sorta di contemporanea cura.
Di solito mi alzavo controllavo le fasce, medicavo le ferite, e stavo ben attenta a non aver febbre per infezioni, dopo di che cercavo del cibo che era ancora abbondante nel supermercato abbandonato.
Piano piano le ferite stavano guarendo e mi sentivo ogni giorno meglio e stavo veramente recuperando le forze, le ferite si stavano chiudendo bene e lasciandomi delle cicatrici bianche e superficiali. Solo il mio umore era un po' strano mi sentivo come una persona che aveva perso la direzione ed ero confusa, mi chiedevo come aveva potuto lasciarmi così da sola senza aiutarmi dopo che l'avevo salvato, ma era una delle tante cose inspiegabili che mi erano capitate.
A strapparmi dal mio rimuginare, ci pensò un tipo che appena entrato nel supermercato ebbe la fantastica idea di farsi venire un attacco epilettico. Proprio entrò nel supermercato, passo destro, passo sinistro, passo destro, rotolamento improvviso sul pavimento logoro e schiuma bavosa dalla bocca con difficoltà respiratorie. A quel punto dovevo fare l'impossibile per salvarlo, ma ero ancora parecchio rattoppata e piena di dolori, ma almeno potevo cercare di fare in modo che non si soffocasse da solo con la lingua. Quindi provai e riprovai manovre di pronto soccorso fin tanto che la crisi cessò, io ero terrorizzata, lui invece era tutto tranquillo. Durante la crisi si era dimenato come un pazzo, e avevo anche preso manate in faccia, che mi avevano fatto fischiare le orecchie, ora invece era tutto in pacifico.
Avevo visto le sue labbra diventare viola, la crisi convulsiva era stata terribile, ma dopo la crisi avevo cercato di parlargli lui era tutto rilassato e tranquillo, e ovviamente non si ricordava niente di quello che era appena successo.
Io ero sorpresa ed incredula non capendo come un uomo non poteva ricordarsi niente, dopo tutto quello che avevo fatto per lui senza neanche conoscerlo, comunque almeno ebbe il buon cuore di presentarsi. Questo strano individuo era un giocatore di basket, il che spiegava molte cose: prima di tutto il motivo per cui le sue manate mi avevano quasi fatto perdere i sensi, poi era spiegato il fatto della sua mole immensa, e della sua forza. Gli avevo spiegato con una certa apprensione quello che aveva fatto, e concludendo gli avevo detto senza mezze misure che se continuava ancora un po' non sarei riuscita a salvarlo, avevo anche provato la respirazione bocca a bocca, e stavo perdendo le speranze, non essendo un medico.
Lui si era detto dispiaciuto, ma era un problema cronico su cui non si sapeva ancora come intervenire in quello strano angolo di mondo dove, mio malgrado, ero capitata...
Mi aveva regalato una catena di colore oro con delle pietre verdi e mi aveva detto che una piccola donna piena di carisma, e coraggio gliela aveva data e gli aveva detto di darla a chi considerava una stella. Mi aveva ringraziato molto e mi aveva detto che la buona signora, mi sarebbe stata sempre vicina.
Non avevo avuto il coraggio di rispondergli, ma nel mio cuore avevo pregato che questa signora, a suo dire sempre impeccabilmente vestita, mi stesse per davvero vicino, considerato quanto mi sentissi sola.
Certo che ne passa di cotte e di crude la nostra eroina 😳
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Sono gli.incubi che mi faccio la notte
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ahahah 😀...no ci credo, dai...👍
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