Pensieri sull'Università

in ita •  7 years ago 

Che cos'è l'università italiana? In una parola: un Esamificio.

Un luogo in cui non importa quanto tu sia pronto, non importa quanto ti possa preparare, studiare impegnare, difficilmente sarai valutato per ciò che sei.

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CC0 Creative Commons

Ci sono volte in cui ti viene voglia di lasciare stare di arrenderti, ma c'è una grande verità dietro che non ti fa desistere: hai bisogno di quel pezzo di carta.

È assurdo, è tutta una questione di fortuna, non cogli un dettaglio e sei fregato, spacciato. Se un tuo amico lo coglie, li passa e gli fai i complimenti perché ha avuto fortuna, perché di fortuna si tratta purtroppo.

Si vive nella speranza che le cose possano migliorare, ma poi non migliorano mai, sono sempre uguali e l'unica speranza diventa quella di finire in fretta.

Professori che spiegano male, anzi non sanno proprio spiegare, non sanno darti il materiale adatto, non sanno fare gli esami, non sanno correggere e non sanno valutare.
Salvo poi avere una materia a cui vengono attribuiti molti crediti e quindi un peso importante nella valutazione complessiva della carriera accademica.

Ma una domanda mi sorge spontanea: come potranno le aziende capire quanto vale realmente una persona, se dovranno basarsi sul voto di laurea che non rispecchia minimamente le capacità del singolo?

Non sarebbe ora di evolverci verso un sistema di meritocrazia e non continuare con questo Esamificio insensato?

Attualmente, l'unico pensiero che mi ronza in testa è che le aziende considerino poco quel numero e diano fiducia alla persona, alle sue capacità vere e al suo entusiasmo.

La vita dell'Università non è vita, non se non puoi essere valutato per le vere capacità e l'impegno che uno ci mette. Perché non è possibile che un esame vada male perché professoroni tirannici (dinosauri) decidono la tua sorte in tutti e per tutto, senza riuscire a capire che tu hai capito.

Perché io NON sono disposto a credere che per certi esami le statistiche abbiano picchi sui 18. Non sono disposto a credere che le persone non si vogliano impegnare e non studino.

NON sono disposto a crederci. Non ad ingegneria.

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Spero che le aziende non si basino solo sul voto di laurea dei nostri esamifici ma che prendano in considerazione il percorso prima di arrivare a fare application.

Da noi i dati sugli esami non risultano pubblici. Da voi si? O si tratta di un dato raccolto con l’esperienza?

Ambe due le cose, ma io mi riferivo principalmente al voto di laurea

Un esamificio, si lo è, ma non inutile. L’università non va presa alla leggera. È un ambiente competitivo a volte umiliante. Nulla ti è dovuto e sta a te, al singolo, all’individuo risolvere i problemi, superare difficoltà, trovare un metodo, organizzarsi, imporre disciplina, scovare appunti e testi alternativi da studiare per superare gli esami. La fortuna centra poco (anche se ogni tanto aiuta). È un percorso ad ostacoli. L’importante è non mollare.

Pienamente ragione, anche se la fortuna gioca comunque un ruolo non indifferente. Non sempre, ma diverse volte è così