"Le canzoni di nonna Elena"
Nell'ambito della sua famiglia, Giulietta ha sempre avuto rapporti affettuosi con tutti, ma la più cara amica, oltre che parente, e di certo la più affine a lei, è stata da sempre sua cugina Martina, di due anni più giovane.
Con lei ha condiviso un'infanzia felice, giocando, leggendo e, soprattutto, ascoltando le storie della nonna comune, la matriarca Elena.
Quale piacevole ricordo dei pomeriggi lunghi d'inverno, a casa sua, tra pasticcini e TV dei ragazzi. Era stata una maestra e sapeva bene come trattare i bambini, pur nella loro diversità. Chiamava Desdemona “la mia puledrina”, Giulietta era “la damina di bisquit”, Martina, semplicemente, “la cara bambina”
Aveva tanti libri per l'infanzia e bellissimi testi di poesie. A Giulietta sembra ancora di sentire la sua voce, quando si dilettava ad insegnare alle nipoti i mesi dell’anno
attraverso i versi di Angiolo Silvio Novaro:
Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;
Marzo libera il sol di prigionia,
April di bei color gli orna la via;
Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto, avaro, ansando le ripone;
Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie letina;
Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno, e lo sotterra
Ma Desdemona era già piuttosto ribelle e non sempre disponibile ad ascoltare le conversazioni affettuosamente didattiche della nonna.
Martina e Giulietta,invece, erano le care bambine, ascoltatrici quiete e fedeli.
Si somigliavano anche, con i colori chiari e delicati, le snelle figurette in grembiulino che sembravano uscite da un libro di lettura.
E poi la nonna aveva tanti dischi, dei grandi 78 giri con canzoni dei suoi tempi.
Storie di donne maliarde e di madri snaturate, fanciulle sedotte e tanghi ingannatori.
“Vipera, vipera, sul braccio di colei ch'oggi distrugge tutti i sogni miei, sembravi un simbolo, l'atroce simbolo della sua malvagità...
Mamma che quando sogna sogna il vero, ha sognato di me la notte scorsa, mi ha visto per un ripido sentiero, presso la mala vipera ed è accorsa...”
A questa mamma premurosa e veggente faceva da contrappunto la madre frivola e terribilmente egoista di “Balocchi e profumi” che porgeva “il labbro tumido al peccato” e che si pentiva solo nel vedere la piccola figlia agonizzante.
E la ragazza sedotta dal ciondolo d'oro? Per la vanità di un gioiello, aveva perso ogni virtù... Queste melodie, veramente demodè, affascinavano le bimbe per il loro linguaggio desueto e per gli argomenti un po' morbosi. Ma la loro preferita era una canzone che molto spesso, anche di recente, è stata ripresa in vario modo, semplicemente perchè si trattava, in effetti, di un vero gioiello. Il titolo è “In cerca di te”, ma è più conosciuta come “Solo me ne vo per la città” ...vado tra la folla che non sa, che non vede il mio dolore, sognando te, cercando te che più non ho....
Capita anche adesso a Giulietta di sentire l'ultima versione, tra l'altro molto bella, su Radio Cuore, e si sovrappongono nella sua mente, la vecchia e la nuova, ugualmente affascinanti e “vere”.
https://pixabay.com/it/grammofono-piattaforma-girevole-lp-2393162/
Molti anni dopo, con Martina, hanno riparlato più volte delle “canzoni della nonna”, trovando in esse parti e momenti di vita.
Che cosa si può dire, ad esempio, del “Tango del mare”? Quale innamorato odierno, conoscendola, potrebbe non ritenerla adatta a rappresentare il suo amore incerto e sospirante?
“Forse sarà la musica del mare che nell'attesa fa tremare il cuo-ore, torna ogni vela e tu non vuoi tornare, che lacrime amare versare fai tu-u”.
Le due bionde cugine classificavano le canzoni per argomento e, al Tango del mare di Oscar Carboni, avevano abbinato la assai più recente “Guarda che luna” di Buscaglione.
Grande artista, il fantastico Fred. Un mito nella famiglia Gioielli - Tesorini Se n'era andato in un gelido mattino di gennaio, ma la discografia completa troneggiava sia a casa della nonna che presso le sorelle Sandrelli, sue figlie.
“Guarda che luna- guarda che mare- da questa notte senza te dovrò restare...”.
E poi Che bambola! , Eri piccola, Love in Portofino... Che meraviglia!
Ma quella che le faceva più ridere era una delle meno conosciute “Giorgio del lago maggiore” “oh Giorgio, Giorgio...” Con un controcanto fenomenale che faceva “Chianti-risotto-polenta”. Era davvero carina. E poi il padre di Martina si chiamava Giorgio e lei cantava la canzone in suo onore durante spettacolini domestici in cui si esibiva Desdemona, generalmente nella parte della maliarda, cantando Lilì Marlene. Il pezzo forte di Martina era proprio Giorgio del lago Maggiore, dedicata al padre. Giulietta, invece, preferiva non cantare in pubblico, anche se si trattava solo della nostra famiglia. La Prudenza, che le è stata sempre maestra, suggeriva che era preferibile ascoltare i vecchi dischi senza necessariamente interpretarli. (continua)
https://pixabay.com/it/bambina-kid-innocenza-bellezza-3070211/