La crisi di Cuba della signora OlgasteemCreated with Sketch.

in ita •  7 years ago  (edited)

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Grazie a @heidi71 per il contest creativo dedicato allo storytelling , a partire da un'immagine che ha gentilmente messo a disposizione. Ho svolto il tema con un racconto, "La crisi di Cuba della signora Olga".

La mattina del 28 ottobre 1962 la signora Olga si era svegliata di ottimo umore.
Era il compleanno della sua unica amatissima nipotina, compiva sette anni e lei aveva comprato una bambola deliziosa dotata non solo di un bel vestitino, ma anche del cambio notturno con la camicia di raso rosa.
L'aria era luminosa, il sole entrava festoso dalle persiane e il primo caffè era ottimo. Fu proprio mentre ne gustava l'aroma che la giornata cominciò a complicarsi. Sua figlia e suo genero, che abitavano con lei, apparivano piuttosto preoccupati e parlavano di una pericolosa crisi che stava mettendo in pericolo la pace mondiale. Pareva che ci fossero missili sovietici piazzati a Cuba, proprio di fronte agli Stati Uniti, e che la tensione tra le due superpotenze fosse giunta a un punto limite.
La signora Olga aveva vissuto due guerre, la prima come giovane sposa di un soldato, in trepidante attesa per anni, con rare missive da quel fronte che le appariva lontanissimo, per il quale suo marito era partito subito dopo la nascita della prima figlia. La Grande Guerra, la chiamavano. Ma poi era venuta la seconda. Avrebbero dovuto chiamarla “la Grandissima”, pensava Olga, dato che stavolta le bombe e la mitraglia non erano state lontane, ma sopra la loro testa e non le era ancora passato il terrore di quelle corse disperate verso i rifugi antiaerei.
Eh no, una terza tragedia mondiale proprio non l’avrebbe sopportata. Ora era anziana e pensare a un conflitto che toccasse in qualche modo la sua tenera nipotina e i bambini come lei era insopportabile.
Così, per distrarsi dai cupi pensieri, decise di uscire subito per il suo giro della spesa, così almeno avrebbe chiacchierato con la fruttivendola e con la lattaia e si sarebbe distratta.
Invece le brutte notizie non erano finite.
Mentre era sulla soglia del negozio di frutta e verdura , con la sua voluminosa sporta da cui fuoriusciva un gambo di sedano, le venne incontro la lattaia. “Signora Olga, ha saputo?”
“Cosa? E’ scoppiata la guerra?” “No, che dice. E’ morta la signora Luisa del terzo portone dalla parte di Via Catania”. Olga si bloccò. Ora, per carità, la guerra mondiale era peggio, ma anche questa non era una bella cosa. Luisa, una squisita e gentile donna, non era una sua amica, ma era stata l’insegnante di lettere delle sue figlie, una professoressa brava, paziente, generosa. Le dispiaceva proprio. Anche perché non le risultava che fosse malata, evidentemente era stata una cosa improvvisa.
Tornò a casa mesta. Il sole del mattino era stato ingannatore, non portava che pessime novità.
Una volta preparato il pranzo e rassettata la casa, Olga decise di andare a visitare la morta. Un omaggio lo meritava, anzi, avrebbe portato due fiori. Anche perché la signora Luisa era vedova e senza figli, chi si sarebbe occupato delle esequie e poi della sua tomba? Forse quella nipote di Firenze. Sì, ma figuriamoci, non si vedevano mai. Così, dopo aver comprato un piccolo mazzo di roselline, Olga, a fine mattinata, si recò al terzo portone del suo stesso palazzo, un grande caseggiato che si stendeva come un rettangolo vuoto al centro ed interessava quattro diverse strade.
La signora Luisa abitava dalla parte opposta rispetto al suo appartamento, per questo si vedevano di rado, anche perché l’anziana professoressa aveva una domestica che andava a fare la spesa per lei e quindi non frequentava le botteghe, centro di ritrovo delle massaie.
Con animo triste, Olga suonò il campanello. Chi le avrebbe aperto? La domestica? La nipote? Mentre si faceva queste domande, il portone si aprì e, sorpresa, sulla porta, appoggiata al bastone, ma decisamente viva c’era proprio lei, Luisa.
Le due donne si guardarono per qualche minuto, con evidente perplessità. Olga non credeva ai propri occhi, ma anche la professoressa era piuttosto meravigliata di vedere la madre delle sue ex alunne con un mazzo di fiori, sulla porta di casa sua. Poi l’educazione e la sua affabile natura prevalsero.
“Signora Olga, che piacere. Prego, si accomodi. Che sorpresa!”.
Olga non sapeva come spiegare la sua visita, ma non era persona da perdersi d’animo. Ebbe infatti una illuminazione.
“Cara professoressa, si meraviglierà che sia venuta a trovarla, ma vede, stamani mia figlia mi parlava della crisi di Cuba e a me è presa l’angoscia. Ma non sapevo con chi parlarne. La lattaia e la fruttivendola non ne sapevano niente.
Allora ho pensato: vado dalla signora Luisa che ha studiato e che insegnava storia e italiano. Lei saprà cosa dire”.
“Ha fatto benissimo, cara. Sto seguendo questa vicenda con preoccupazione, infatti. Ma che bei fiori! Davvero gentilissima. Ma venga, così ne parliamo. E intanto le faccio assaggiare la torta di mele che ho appena fatto”.
“Si sente il profumo”.
Così le due mature signore, si sedettero a gustare il dolce prelibato e bevvero anche un ottimo caffè, mentre parlavano di Kruscev, di Fidel Castro e di Kennedy.
Giunsero alla conclusione che non sarebbero stati così pazzi da far piombare il mondo in un conflitto atomico.
“Ma poi, guardi- disse Olga- io ho tanta fiducia in quel giovane presidente con quel bel sorriso. E’ un padre di famiglia, un bravissimo ragazzo. Creda, se avessi avuto un figlio maschio, lo avrei sognato proprio così”.
“Via, signora Olga, non le è andata male, le sue ragazze sono brave, io le conosco bene, tra le mie migliori allieve”. Olga annuì soddisfatta.
Scoprì poi, parlando con Luisa, che c’era in effetti una morta, ma era una signora novantenne che abitava due isolati più là, anche lei di nome Luisa, per l’appunto.
In serata la nipotina spense le sue sette candeline e gradì molto la bambola a cui mise il nome di Rosalba. Le figlie della signora Olga la tranquillizzarono dicendo che la crisi di Cuba si era risolta e non sarebbe scoppiata la guerra.
Lei si sentì veramente una donna felice. Guardò dalla finestra il cielo in cui brillavano le stelle e pensò che la giornata, pur con qualche emozione inattesa, si era risolta nel migliore dei modi.
https://pixabay.com/it/presidente-john-f-kennedy-americano-396982/president-john-f-kennedy-396982_1280.jpg

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bellissima

grazie!

Strepitosa l'immagine delle due nonne che chiacchierano di guerra fredda e crisi dei missili davanti a una fetta di torta di mele! 😊 😊

Grazie di aver partecipato 😊

grazie a te per l'idea

Bella Fulvia 😊 si è districata bene la signora Olga 😂

Brava bella storia!

Troppo ganza la signora Olga!😂

Bellissimo racconto, grazie :)

Grazie a te!