Notte prima del raduno (Sull’aspettativa)

In questa notte di vigilia al primo raduno della community di @SteemPostItalia (reso possibile grazie ad un’idea di @pataxis) scrivere qualcosa sull’aspettativa mi sembra non solo pertinente ma, in un certo senso, anche esorcizzante. Per me, in primis.

Come essere umani, a causa della nostra stessa essenza [cfr. Heidegger, almeno lo Heidegger dell’Analitica Esistenziale], siamo genuinamente proiettati nel futuro. La proiezione però diviene spesso, nel quotidiano, abitudine. Essa si fa meno genuina, più fiacca, si snatura, impara a calcolare. In fondo, essa, la proiezione, nel quotidiano diviene ricerca di stabilità, di certezza, di conferme. Ri-troviamo così, in ogni luogo che viviamo, ambienti familiari e protetti, perdendo inevitabilmente il contatto con la “magia sublime” del Nuovo.

L’aspettativa fa parte di questa proiezione calcolata, ma forse lascia spazio ancora ad un po’ di novità.

Esotico e inesplorato, il luogo del Nuovo è luogo di meraviglia - ammirazione e timore ad un tempo - e, proprio per questo, prova esistenziale estrema. Qui, nel Nuovo, non possono servire i riconoscimenti e le certezze che si sono accumulate nel quotidiano. Il Nuovo è non solo vago, ma incalcolabile, Ignoto. Come poter affrontare qualcosa che non si sa cos’è? Come proiettarsi in qualcosa che non si conosce? Come potersi aspettare qualsiasi cosa?
Pare che il Nuovo, per poter essere affrontato (di più: sopportato), debba venire in qualche modo esorcizzato. Ed è qui che interviene l’aspettativa.

Esorcizzante, l’aspettativa ci pre-para alla novità, ce ne dà un’idea, ci fornisce coordinate fatte di fantasticherie, di luoghi e dialoghi immaginati, di azioni producenti e vantaggiose e di divieti ben determinati. In poche parole: l’aspettativa è un progetto che, per quanto campato in aria poi si potrà dimostrare, ci permette tuttavia di lanciarci incontro al quel Nuovo altrimenti insostenibile.

Tuttavia l’aspettativa ci fa sopportare il Nuovo ma ci fa anche apprezzare la novità, ci regala una parentesi dal quotidiano, e un’occasione per crescere poi, l’indomani, in esso. Nell’aspettativa, se sappiamo guardare con sincerità e lucidità in noi stessi, possiamo scorgere sia chi siamo stati fino ad allora sia chi saremo dopo aver vissuto realmente l’esperienza proiettata, aspettata.

Tramite le mie aspettative esorcizzo perciò la cena di domani e al contempo, attendendola, la celebro con frenesia e positiva ansia.

Buonanotte a tutti i membri di @SteemPostItalia.
Questo il mio biglietto da visita per domani.