La centrale elettronucleare Enrico Fermi di Trino ha iniziato la produzione commerciale nel 1965 e viene chiusa nel 1990 a causa del referendum del 1987. SOGIN anche quest’anno ha organizzato due giorni, il 6 e il 7 maggio, di porte aperte (open day) per diversi siti nucleari italiani. Nonostante il giro organizzato in una parte dell’impianto che ho visitato, un evento rimane un mistero.
Foto dell’autore. La parte cilindrica rappresenta la ex sede del reattore nucleare, il cosiddetto nocciolo
Avevo prenotato il mio posto per l’evento circa un mese prima, ad aprile. Ricordo ancora che in pochi giorni avevano esaurito i posti. Non me lo aspettavo visti i risultati del referendum del 2011.
La visita durante la mattina
Arrivato nell’area di Trino, mi sento deluso perché le previsioni portavano sereno, mentre invece risultava coperto. Successivamente un operatore ci dirà che il giorno prima i visitanti hanno preso parecchia acqua.
Giungiamo in una strada che mi sembrava familiare a causa del percorso già consultato prima di partire. Troviamo delle persone che bloccano la strada. Si avvicinano. Una di loro si dirige verso la portiera del guidatore:
oggi qui ve la racconteranno in un modo, noi ve la raccontiamo in un altro. Vi lascio questo foglio.
Legambiente. Non ho letto il foglio ma presumo si riferivano alla gestione dei cosiddetti rifiuti nucleari. Non voglio trattare in questa sede ciò che ho citato, dico solo che si tratta di sottoprodotti della fissione nucleare che si possono nuovamente utilizzare, per lo più.
Basta fare un giro su google maps per capire che l’area della centrale non risulta tanto accessibile quanto un supermercato. Vedo diverse barriere di contenimento, alcune col filo spinato. Una volta dentro al parcheggio della centrale, noto diverse auto assieme a diversi veicoli della polizia e di altre forze dell’ordine.
Entriamo nell’edificio. Veniamo accolti dai dipendenti di SOGIN, che ci chiedono carta d’identità, di leggere delle istruzioni e di lasciare una firma. La carta d’identità viene consegnata temporaneamente a delle forze dell’ordine per far controllare la fedina penale. Questo controllo veniva fatto anche dopo la prenotazione del posto per la visita.
Non ho mai visto così tanta sicurezza in un edificio. Nemmeno in un aeroporto. Dietro i dipendenti SOGIN si trovava una stanza con gli schermi della sorveglianza. Proseguendo in un’area dell’entrata si trovano delle porte a capsule di vetro, come quelle che si trovano in alcune banche. A destra di questa serie di porte a capsula, si trova un corridoio con una specie di scanner del corpo, seguito da un ulteriore controllo da parte dei carabinieri. Una volta superata anche questa barriera, si arriva alla sala d’attesa dove si attende che il precedente gruppo termini il suo giro. SOGIN aveva organizzato le visite in gruppi orari.
Foto dell’autore
La zona non controllata rappresenta uno dei due percorsi che mettevano a disposizione. L’ho scelto perché altrimenti mi sarei perso la sala manovre
Fonte
Prima di arrivare alla sala climax, dei dipendenti ci hanno spiegato la storia della centrale e la funzione di alcuni edifici, mentre ci facevano fare un giro in diverse aree, alcune di queste già decommissionate.
Proprio durante il giro mi accorgo di alcune presenze che mai mi sarei aspettato di trovare. Cosa mai si potrà trovare in una ex centrale nucleare? Non morti? No quelli dopo un po’ si decompongono da soli. Una mensa? Si in quegli anni le costruivano. Però non mi ha sorpreso particolarmente la cosa, pur considerando gli arredamenti d’epoca. Puzza? No, nessuna puzza. La ricetta della coca cola? Neanche.
Una colonia di gatti. Randagi da quel che ho capito. Al che schizzano delle domande
- Ma come hanno fatto ad entrare
senza carta d'identitànonostante il numero di barriere? - Di cosa si nutrono? O chi li nutre? Prendono i pesci dal fiume come i gatti norvegesi?
Ho chiesto per email alla SOGIN. Nessuna risposta. Sto pensando di rivolgermi ad Amiam Miammo.
Occhio a dove metti le mani = sala manovre
Non ho mai visto la quantità di bottoni, leve, spie, che ho visto nella sala manovre. Nella foto di sopra si può osservare una parte in alto che contiene varie spie di allarmi. La parte rossa indica una serie di situazioni di particolare urgenza, dove di solito avviene uno SCRAM, ossia un arresto di emergenza (di solito automatico). Le spie rosse non indicano un incidente nucleare, ossia la fusione del nocciolo.
Mi sono sentito estremamente affascinato da come, oltre mezzo secolo fa, sono riusciti a progettare e costruire una sala ed una centrale di quella portata. Si parla dell’epoca delle schede forate, a livello informatico.
Terminato il giro, veniamo raggiunti da un gruppo di persone. Inizialmente non li riconosco. Vedo la maggior parte dei visitatori che si allontano dai nuovi arrivati come se avessero la peste bubbonica. Poi capisco perché. TG5. Volevano qualche intervista.
Oddio i miei capelli, mica mi faccio intervistare
Sentivo commenti del genere.
Ecco il risultato. Mi si può trovare al minuto 1:05. Chiaramente hanno inserito solo una frazione delle interviste effettive.
Bel post gabriele! Interessante visita :) Grazie oer averlo condiviso!
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thnx for putting this info all together. Love it. Followed...
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Meno male che è fuori uso! Bello post Gabriele! (;
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personalmente non gioisco. Sicuramente ad oggi risulta una tecnologia abbastanza fuori dai tempi. Oggi un reattore medio (considerando varie tecnologie di costruzione) eroga 1000MW circa, quello ne erogava 386 mi pare. Ai tempi aveva fatto il record mondiale.
Non gioisco per motivi che magari spiegherò in un altro post.
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Grazie delle informazioni! Veramente pazzesco la quantità di energia che producono questi reattori! (;
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mi pare che le erogazioni più alte per unità le raggiungono i bruciatori di petrolio/gas/carbone. Quelle più basse le centrali geotermiche (e non capisco perché non hanno gli incentivi di altri settori energetici)
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interessante...
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Chissà chi li nutre davvero...
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