La canzone di Nedelya

in ita •  7 years ago  (edited)

Ogni bardo, musico o cantore che si rispetti ama la sua arte... e la mette in pratica per uno scopo, più o meno nobile.

C'era chi suonava solo in cambio di moneta sonante: sognavano di comprarsi una casa, nuovi strumenti o metter su famiglia. Permettersi la locanda più costosa o i cibi più ricercati. In questo mondo dove tutto ha un prezzo, vendere le proprie arti non era il peggiore degli scopi.

C'era chi suonava per amore: a loro non importava del denaro, avevano bisogno solo di due occhi azzurri da fissare, le parole giuste per far battere un cuore, le corde giuste da toccare per far nascere una scintilla tra lui e la sua musa ispiratrice. Certo: l'amore era uno scopo sicuramente degno.

C'era infine chi suonava per la battaglia: erano secoli che imperversava una lotta tra i due imperi, una guerra sanguinosa fino ad ora senza vincitori ne vinti. Un bardo spesso combatte per i propri ideali, giusti o sbagliati che siano... e i bardi erano presenti da entrambe le fazioni dello scontro, innalzando gli animi dei soldati con le loro canzoni, distruggendo il morale dei loro nemici o semplicemente per narrare le gesta dei loro eroi, dipingendoli come Grandi Guerrieri o Biechi Assassini a seconda di quale fosse la sponda del mare da cui proveniva la melodia. Combattere per qualcosa in cui si crede... è comunque uno scopo, qualcosa per cui dare anche la vita, se necessario.

Ma non era quello il suo scopo.
Ne Denaro, ne Amore, ne Guerra.

Non oggi.


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La giovane halfling pensava e rimuginava nello scrivere quelle ultime due righe.
Quando fu soddisfatta, firmò il suo manoscritto a grandi lettere ariose e arzigogolate. Amava scarabocchiare ghirigori, e voleva che il suo nome rimanesse impresso negli occhi di chi fosse incappato in quel pezzo di pergamena, pieno di note, parole e musica... pieno di lei.

Il suo nome era Nedelya.

Era una barda, una suonatrice di liuto, una vagabonda. Testarda come un mulo, le diceva sempre sua madre. Bella come il sole, le diceva il suo primo fidanzatino. Con una voce d'angelo, raccontava il suo maestro di musica.

Ed oggi lei avrebbe messo in scena il suo capolavoro.

Osservò dalla collina quello che accadeva alle pendici: due eserciti si stavano fronteggiando per la conquista di un'isola posta esattamente al centro del mare che divideva i due imperi. Era un luogo strategico, che avrebbe potuto decretare la vittoria o la sconfitta dopo secoli di battaglie.

Era il posto giusto: con la sua canzone, e la sua voce Nedelya avrebbe ottenuto lo scopo della sua vita.

Avrebbe messo la parola fine a secoli di angherie, sangue versato inutilmente, di bambini orfani di padri e madri, di figli nati dallo stupro, di tombe mai scavate e di morti mai compianti.

Oggi lei...

...Avrebbe fermato la guerra.

Il capitano dell'impero dell'ovest scrutava l'orizzonte: i due eserciti sembravano equivalersi, in numero e addestramento.

Sarebbe stato un bagno di sangue.

  • AVANTI!

Urlò, per far avanzare la sua legione. Indipendentemente dalla strategia, molti di quei ragazzi oggi sarebbero morti. Forse sarebbe morto lui stesso. Ma sarebbe stato per uno scopo... sarebbe morto per la vittoria dell'impero.

Quando gli eserciti erano a poco più di trecento metri l'uno dall'altro ed il capitano era pronto con la mano alzata per ordinare la carica, successe qualcosa di incredibilmente inaspettato. Una halfling uscì trafelata da un cespuglio: era vestita di colori sgargianti, indossava un cappello con la piuma ed imbracciava... un liuto.

  • FERMI! Fermi vi dico! Non caricate! Non combattete! Ve ne prego ascoltatemi!

Gli eserciti si fermarono.

Il capitano fece per dire qualcosa nella sua direzione, ma non ebbe il tempo di parlare: la giovane halfling aveva già imbracciato il liuto ed aveva cominciato a pizzicare le corde... il suono del suo strumento rimbombava tra le basse colline dell'isola... il suo volume era evidentemente aumentato dalla magia.

Ed ella suonò.

Nedelya suonò e cantò.

Era così emozionata, così presa dal suo canto che... ad oggi non ricorda più esattamente le parole della sua opera.
Ricorda che cantò del pianto dei bambini e dei prati sulle colline. Cantò dell'amore tra un soldato e la sua bella, e di come quell'amore svanì nello scintillare di una lama. Cantò della guerra; degli orrori della battaglia e della sua futilità.

Ad un certo punto una folata di vento fece volare via il foglio degli accordi che aveva scritto. Ma lei ricordava benissimo la musica. E le parole... beh, le parole le avrebbe trovate strada facendo.

Non cantò per lei, ma cantò per i soldati, per il capitano, per gli arcieri, per i loro cavalli, per la terra sotto i loro piedi e per il cielo che li sovrastava. Cantò per il vento che spettinava i loro capelli e per le lacrime che rigavano le loro guance... mentre lei cantava e loro cadevano in ginocchio, lasciando a terra le armi che impugnavano, rifiutando di voler versare ulteriore sangue.

Cantò per il capitano che improvvisamente, ascoltando quella voce angelica, ricordò di avere a casa ad aspettarli i suoi due figli e sua moglie... tutta la sua vita, che stava gettando alle ortiche. La sua, e quella di tutti i soldati che stava mandando al macello.

In tutto quel trambusto, nessuno si accorse dell'ombra che, per un solo attimo, oscurò il cielo.

Quando terminò, Nedelya era sfinita.
Si guardò attorno, per capire se le sue parole avevano toccato gli animi di quelle persone.

Ci era riuscita.

I capitani delle rispettive fazioni chiamarono la ritirata: i loro soldati non erano più in grado neanche di tenere in mano lo scudo, e nessuno aveva voglia di spargere sangue su quel campo di erba spazzato dal vento.

Quando gli eserciti abbandonarono il campo di battaglia e Nedelya, fiera di se e della sua opera, fece per andarsene... sobbalzò: un uomo di mezza età, con gli occhi color argento, era apparso dal nulla accanto a lei. Indossava una tunica bianca ed un mantello grigio, i suoi lineamenti erano perfetti ed armoniosi, il suo tono di voce soave.

  • Piccola halfling... credo che tu abbia perso questo.

L'uomo tese una mano: nel pugno, la pergamena che era volata via poco fa, mentre stava cantando. Nedelya scrollò le spalle e gli rispose:

  • Puoi tenerla. Alla fine mi sono inventata gran parte delle parole e comunque credo di aver raggiunto il mio scopo. Ho fermato una guerra!

L'uomo le rivolse un sorriso.

  • Sicuramente hai fermato una battaglia, piccola. Una battaglia che avrebbe potuto richiedere il mio intervento... ma che grazie a te ho potuto evitare. Quest'isola... è importante per me ed i miei fratelli. E' un bene che lo scontro sia stato bloccato sul nascere. Oggi hai salvato molte vite.

L'uomo tirò fuori dalla tunica una corona fatta con delle corna di cervo.

  • Permettimi di farti un dono, in cambio della tua splendida canzone.

Gliela pose sul capo con delicatezza.

  • Oh grazie! Mi sta bene? Posso vedere se mi sta bene?

Nedelya si voltò per prendere uno specchio da una delle borse lasciate a terra ma, quando si voltò, l'uomo era sparito... scrollò le spalle, e si guardò allo specchio: no, in effetti quella corona non le stava un granché bene. Se la tolse e la mise in borsa: a caval donato...

Nonostante lo sforzo di Nedelya la guerra non si fermò, ma lei non si perse d'animo: riprese il suo viaggio e cercò di far lo stesso, di portare la sua canzone in altre battaglie, in altri scontri, di fronte ad altri eserciti.

Lei ne era certa: ce l'avrebbe fatta. Forse non oggi, non domani, magari neanche tra dieci anni.
Quello era il suo scopo: fermare la guerra. Uno scopo come gli altri, degno come gli altri, forse giusto un po' più futile direbbe qualcuno, o irrealizzabile direbbe qualcun altro.

Ma quello era il suo scopo.
E l'avrebbe realizzato grazie al suo capolavoro, alla sua canzone.

La Canzone di Nedelya.

Ecco il mio lavoro per partecipare al contest di @deusjudo! Spero che vi sia piaciuta la mia versione personale della storia di Nedelya.

Oh e se vi piace il fantasy seguite le avventure del Nibbio Bianco sul mio blog -> @gianluccio ;)

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B-E-L-L-I-S-S-I-M-A!!!

Sei il tipo de "Le apparenze ingannano" perché fai tanto il giullare, ma in te alberga un animo gentile <3

Beh quando scrivo mi riesce più facile tirar fuori quel che c'è dietro la maschera ;) Grazie mille!