Nel XXI secolo è diventato all'ordine del giorno , quasi una consuetudine divorziare, separarsi dal partner.
Nel 2016 ho deciso di sposarmi e al corso prematrimoniale, durante una lezione, il prete di punto e in bianco, traccia una linea sulla lavagna, si gira verso le varie coppie ,(eravamo circa una dozzina pronte al grande passo e tutti con gli occhi a cuoricini), ed esclama:
La metà di voi tra qualche anno divorzierà.
Iniziando a sviscerare una serie di statistiche, dati, numeri, fonti Istat e quant'altro ci mette di fronte alla dura realtà che il 50% dei matrimoni termina con un divorzio.
Di chi è la colpa ? e i figli come la vivono?
Trovare un colpevole non è mai semplice, anzi spesso sono svariate le cause. Lo stress e i ritmi forsennati ci mettono sotto pressione. Non si ha più il tempo di godersi le piccole cose, non si ha più la voglia a fine giornata di stare insieme perchè troppo stanchi o troppo nervosi, piano piano ci si allontana, si inizia a parlare di meno e inizia a svanire quella magia, quella complicità che aveva sostituito in gran parte il fuoco della passione. Tutto diventa più difficile, i pensieri diventano problemi, le incomprensioni divengono litigi e se nel mentre avete avuto un bambino, potete dire addio al sesso almeno per i primi tempi.
Dopo un paio di anni vissuti in una pseudo forma di depressione insoddisfazione, ti inizi a guardarti in torno, esci la sera con gli amici/amiche , e così facendo ti trovi l'amante, il diversivo. Una sensazione di gioventù, di coraggio ti pervade la mente, ti sembra di tornare a essere un ragazzino e in men che non si dica puff...
Divorziato, ritorni single, libero, ma soprattutto solo, abbandoni le responsasbilità, le scadenze gli orari ma fondamentalmente i tuoi figli.
Sono propio i bambini le uniche vittime, privati di un genitore, di un papà o di una mamma, privati del significato della famiglia, del calore e della serenità della casa. Catapultati in una pseudo normalità molto spessa fatta di litigi e accuse varie (è difficile lasciarsi e restare amici, non provare disprezzo e rancore verso l'ex e soprattutto riuscire a mascherarlo).
I bambini si ritrovano ad affrontare una realtà dura, spesso incomprensibile, a farsi domande a cui non riescono a darsi risposta... perchè ? è colpa mai ?
Piangono nel loro letto e pregano Dio che la Mamma e il Papà possano ritornare insieme e nel mentre devono farsi forza e affrontare le taglienti verità dei compagni di scuola, oppure gli stupidi compiti delle maestre "parlaci della tua famiglia"o "descrivi la tua domenica".
L'infanzia si tinge di un colore grigio quando dovrebbe essere un arcobaleno. Per evitare domande scomode ci si chiude in se stessi, si utilizzano forme di attacco preventivo, di bullismo per non mostrarsi vulnerabili, si soffre talmente tanto da non sentire più il dolore, e si piange per tanto di quel tempo da non aver più lacrime.
Passano gli anni e la corazza diviene sempre più dura, la voglia di sorridere svanisce, il senso di inquietudine si fa sempre più grande, la rabbia prende il sopravvento e la diffidenza soffoca la fiducia. Come potrebbe essere il contrario se proprio le persone che più ti vogliono bene ti hanno arrecato così tanto dolore?
Ormai il bambino è divenuto adulto e magari ha trovato anche la forza di perdonare, ma la realtà è che il periodo più importante l'infanzia è passato (forse per fortuna) e non può essere più cancellato!
Quello che mi fa più rabbia è che i nostri figli non hanno nessuna colpa, pagano un prezzo troppo grande per un errore non commesso da loro, purtroppo l'essere umano è diventato tropo egoista e poco disposto a fare sacrifici per capire il dolore che arreca. Decidere di creare una famiglia porta con sé una grossa responsabilità, molto spesso implica rinunce a livello personale e lavorativo ma soprattutto, nel momento in cui si ha un figlio, la vita va vissuta in funzione di esso, della sua crescita e della sua formazione.
NON BASTA ESSERE UN GENITORE PRESENTE, BISOGNA ESSERE UNA FAMIGLIA UNITA.
Immagine libera per essere riutizzata.Google
In the twenty-first century has become on the agenda, almost a habit to divorce, separate from the partner.
In 2016 I decided to get married and at the prenuptial course, during a lesson, the priest of point and blank, draw a line on the blackboard, turns to the various couples, (we were about a dozen ready to step and all with eyes to little hearts), and exclaims:
Half of you in a few years will divorce.
Starting to dissect a series of statistics, data, numbers, ISTAT sources and anything else puts us in front of the harsh reality that 50% of marriages ends in divorce.
Whose fault is it? and children how do they live?
Finding a guilty person is never simple, in fact often there are several causes. Stress and frantic rhythms put us under pressure. You no longer have time to enjoy the little things, you no longer have the desire at the end of the day to be together because too tired or too nervous, slowly move away, you start talking less and begins to vanish that magic, that complicity that had largely replaced the fire of passion. Everything becomes more difficult, the thoughts become problems, the misunderstandings become quarrels and if while you have had a baby, you can say goodbye to sex at least for the first time.
After a couple of years lived in a pseudo form of depression dissatisfaction, you start looking at you around, go out in the evening with friends/friends, and in doing so you find the lover, the diversion. A feeling of youth, of courage pervades your mind, you seem to go back to being a kid and in less than no time puff ...
Divorced, returns single, free, but above all, abandoning the responsibilities, deadlines schedules but basically your children.
Children are the only victims, deprived of a parent, of a father or of a mother, deprived of the meaning of the family, of the warmth and serenity of the house. Catapulted into a very thick pseudo normality made up of quarrels and various accusations (it is difficult to leave and remain friends, not to feel contempt and resentment towards the former and above all be able to disguise him).
Children find themselves facing a harsh, often incomprehensible reality, asking questions that they can not answer ... why? Is it ever guilty?
They cry in their bed and pray to God that the Mother and the Father can come back together and while they must be strengthened and face the sharp truths of the classmates, or the stupid tasks of the teachers "tell us about your family" or "describe your Sunday ".
Childhood is tinged with a gray color when it should be a rainbow. In order to avoid uncomfortable questions, one closes oneself in oneself, using forms of preventive attack, of bullying in order not to be vulnerable, suffers so much that one does not feel the pain anymore, and one cries for so long that there is no more tears.
The years go by and the armor becomes harder and harder, the desire to smile fades, the sense of disquiet becomes bigger and bigger, the anger takes over and the distrust suffocates trust. How could it be the other way around if the people who love you most have caused you so much pain?
By now the child has become an adult and perhaps has also found the strength to forgive, but the reality is that the most important period childhood has passed (perhaps fortunately) and can not be canceled!
What makes me more angry is that our children have no fault, they pay a price too big for an error not committed by them, unfortunately the human being has become too selfish and unwilling to make sacrifices to understand the pain that causes . Deciding to create a family brings with it a great responsibility, very often implies sacrifices on a personal and work level but above all, when you have a child, life should be lived in terms of it, its growth and its formation.
NOT SUITED TO BE A PRESENT PARENT, YOU NEED TO BE A SINGLE FAMILY </ B>.
Hai descritto perfettamente la realtà dei fatti. La vittima è il bambino che non ha colpe e purtroppo si ritrova a soffrire.
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che situazione peso, io personalmente sono una persona troppo attaccata alla propria "Bimba" lo svegliarmi la mattina, fare la colazione a Fabienne, andarla a portare all'asilo.. riprenderla... mangiare assieme, giocare.. ecc... non potrei sostituirlo con il famoso "mi riprendo la mia vita"... dal momento che è nata... la mia vita è lei....
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Anche per me è la stessa cosa... ormai la mia proiezione di vita è cambiata in funzione di mia figlia!!! Ciao Manuel
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;)
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Purtroppo i numeri (negativi) crescono, le scelte delle coppie si fanno sempre più superficiali e fare un figlio sembra quasi una moda. Senza pensare alle conseguenze. Manca l'educazione alla famiglia.
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Hai pienamente ragione!
Comunque ci sono davvero tante cause che sembra difficile invertire il trend!
Davvero farò un secondo post su questo argomento!
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Purtroppo, secondo me, va anche detto che ci si sposa senza nemmeno bene capire che cosa questo significhi e comporti davvero. L'impegno che richiede, i sacrifici inevitabili, la rinuncia all'"Io" in nome di una ricerca del "Noi"...sono solo alcune delle cose a cui non si è sempre realmente preparati... Non credi?...ps. felice per la tua menzione d'onore!
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Concordo su tutto e ti dico che ci sono una miriade di cause... purtroppo è così!
Spero solo che si riesca a cambiare qualcosa con le generazioni future!!! Grazie per aver letto il post! Buona serata!
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Bravo! Hai parlato di un tema particolarmente spinoso e purtroppo attuale. Non posso immaginare come potrebbe viverla mio figlio in questa situazione. Sarebbe come condannarlo ad una vita in cui lo potrebbe non fidarsi, avrebbe difficoltà ad esprimere sentimenti, insomma i genitori sarebbero anche in questo caso fautori del futuro dei propri figli ma nel modo più negativo che possa esistere! Complimenti anche per la menzione!
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idem per la menzione...
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È una cosa crudele quella appena descritta, una situazione che nessun bambino dovrebbe affrontare. Io spero vivamente che queste statistiche comincino a calare e che il buon senso torni alle menti dei più. Un saluto.
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Ciao Sarabelardo, il vero problema è che siamo abituati ad avere tutto e quando incontriamo delle difficoltà, scappiamo, non sappiamo come affrontarle ma non ci rendiamo conto che i nostri figli subiscono un trauma che poi si portano dietro per tutta la vita!
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E' vero....io non voglio certamente giudicare nessuno ma ho tanti amici con bambini piccolissimi che ai primi litigi si sono lasciati. Io sono in coppia da un'eternità...se avessi dovuto mollare il mio compagno ogni volta che sentivo che eravamo al capolinea non saremmo più insieme da anni. Secondo me tante coppie non capiscono che gli alti e i bassi ci sono e ci saranno sempre ma che se uno persiste, ha pazienza e impara a trovare compromessi, tutti i problemi possono essere affrontati. Specialmente se uno ha dei figli dovrebbe pensarci più volte prima di fare una scelta radicale che può cambiare la vita di questi bambini per sempre.
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Guarda io sono ancora più drastico e per me ci vorrebbe una legge che obblighi le coppie a restare tale fino al 18esimo anno del figlio, l'attenzione va spostata sulla loro crescita e sulle ripercussioni che ha una situazione di instabilità famigliare. In fin dei conti la scelta di mettere al mondo un bimbo va vista come una grandissima responsabilità da cui non ci si può più astenere.
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Esattamente. Al giorno d'oggi molte persone non sanno più cosa voglia dire affrontare i problemi e cosa sia il sacrificio. Purtroppo vedo che più andiamo avanti e più è peggio.
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Ma credo che che se esiste un vantaggio di vivere in un periodo di crisi è proprio quello di non potersi permettere di viziare i figli! il nostro problema è che non siamo abituati ad affrontare le difficoltà.
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La questione è sicuramente complessa e delicata.
Sicuramente uno dei motivi che spingono alla creazione di situazioni di rottura è che si prendono decisioni a cuor leggero, senza un “banco di prova” della coppia.
Conosco coppie che dopo qualche mese di conoscenza e zero convivenza si sono sposati e hanno messo su famiglia, scontrandosi tardi con problemi di base che forse erano evitabili.
Persone con un solido rapporto che la vita di coppia quotidiana può mettere alla prova, ma sicuramente la pazienza e il non arrendersi alle prime difficoltà è fondamentale.
I bambini somatizzano tanto e incamerano tutto, ma spesso sono più saggi e forti di ciò che ci si aspetti e anche una separazione, se gestita in maniera civile , equilibrata e onesta, senza drammi da parte dei genitori può fornire a un bambino gli strumenti per crescere sereno e emotivamente a posto.
Crescere in famiglie in cui non si divorzia per i figli ma il malessere quotidiano dei membri della coppia è palpabile può essere ancora peggio per la crescita di un bambino.
Bel post, bytheway ;)
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I bambini per forza di cose devono crescere più forti, ma spesso capita che non ci riescano, e si trovano ad essere segnati per sempre, però hai ragione al 100% per quel che riguarda una convivenza forzata.
Questo è un argomento estremamente complesso e diviene difficile trovare una soluzione.
Magari nel prossimo post potrei analizzare il perchè prima ci si lasciava molto meno, magari perchè la donna aveva meno autonomia... non so!!!
Sono lieto che ti sia piaciuto il mio post, mi piace come e quello che scrivi.
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