ALLA TOILETTE DELL’AUTOGRILL IL BIDET E’ INCLUSO!
Il fatto è che non posso farne a meno. Dopo ore di macchina quel fastidioso sentore di vescica che sta per esplodere mi obbliga ad una sosta all’autogrill.
Mentre mi dirigo verso la scritta toilette rabbrividisco al solo pensiero. Come sarà? L’odore nauseante mi assale in un attimo. Quel misto acre di prodotti detergenti a basso costo e… beh avete capito.
Cerco di utilizzare meno di un millimetro di pelle per aprire con un dito la porta della toilette. Orrori degni del miglior Dario Argento. Protagonista mio malgrado di un martirio annunciato. Mi faccio coraggio ed entro in quella meno disgustosa. E lì comincia lo snervante tentativo di fare pipì.
La tavoletta del water è molto più pericolosa delle famigerate, e mai trovate, armi chimiche per la distruzione di massa di Saddam Hussein. I suoi occhietti gialli, decine di occhietti gialli, mi guardano con sfida. Oserai sederti? Follia totale. Assolutamente no. Cerco invece di stare il più lontano possibile, in quel vano microscopico, con la testa pericolosamente vicina alla porta, i pantaloni tenuti lontano dalla fonte della giovinezza con una mano, e la mente impegnata a convincere le parti interessate di essere a distanza di sicurezza, di potersi rilassare e fare ciò che devono.
Più facile a dirsi che a farsi. Perché proprio mentre sto per iniziare, lo sciacquone scarica! Ora dico, ma non ho mica finito cavolo! Niente, imperterrito riparte ad ogni minimo movimento. E mi fa il bidet. Schizzi di acqua ovunque. Come una contorsionista cerco di evitare gli spruzzi demoniaci e fare pipì più in fretta che posso, ma non c’è scampo. Flush…flush..ma porc…flush…e bastaa… flush…ma chi cavolo ha inventato questo sistema?
Litri e litri di acqua buttati solo perché quello stramaledetto sensore è tarato sui deficienti che si siedono sulla tavoletta. Ma chi avrà poi questo coraggio? Roba che ti si incartapecorisce la zona X al solo pensiero! Che le mutande ti scappano via da sotto senza che te ne accorgi, e terrorizzate corrono da sole verso la macchina!
E poi vogliamo parlare un attimo della carta igienica??? Ci sono quei mega rulli da 4 km, tutti avvoltolati su se stessi, all’interno del traforo del Sempione. E bisogna inserire il braccio all’interno, cercando di evitare i denti metallici potenzialmente tetanici, per agguantare un lembo del prezioso supporto. Uno pensa che stia lì, a penzolare allegro aspettando un nuovo avventore, invece no. E’ rintanato lassù, in alto in alto, dove osano solo Messner e le aquile. Non si ha mai un fazzoletto di carta in tasca quando serve. E intanto quel bastardo ti infradicia le chiappe.
Flush flush e l’acqua potabile se ne va. Sì potabile. Non che chiunque sano, e anche completamente fuori di testa, si metterebbe mai a bere da un water, ma il soave flusso è puro come quello del vostro rubinetto. Già. Anche lo sciacquone di casa vostra è potabile. Che spreco assurdo. Ma lì almeno vi potete sedere sulla tazza e starci anche un’ora, lieti, a leggere e canticchiare. Poi, felici e più leggeri, potete spostare il nobile fondoschiena e farvi un bidet. Ma solo se lo volete.
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Bella storia. Scrivi davvero bene...
E belle anche le foto. La scelta del bianco e nero è azzeccatissima.
E la foto di copertina è spettacolare. Ho iniziato a leggerti perché l'ho notata...
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Grazie Marco, anche a me piace molto il bianco e nero per i racconti, mi fa pensare a quando, leggendo un libro, la nostra mente genera delle immagini seguendo il filo delle parole. Un misto tra fantasia e realtà. Ho ancora tante sciocchezze da pubblicare, ma prima o poi cercherò anche di essere seria. Clicca sul mio profilo di tanto in tanto, magari riuscirò a farti sorridere ancora!
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Certo che si!
Ancora una settimana intensa di lavoro... Poi mi dedico nuovamente a Steemit. Riprendo a leggere con calma. ...ché l'interesse non l'ho mai perso...
Io leggo le tue storie e tu leggi le mie. E poi ci diciamo che ne pensiamo...
Le mie, direi, ricordano quelle di Paolo Rumiz. al tue quelle di Carver! Un bel mix!!
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Molto volentieri! Buon lavoro allora
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😉
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