Sacchetti compostabili biodegradabili
Da qualche tempo in Italia, come in tutti i paesi europei, sono obbligatori nei supermercati e nei negozi i sacchetti in materiale simil-plastico definiti compostabili biodegradabili.
In realtà si tratta di una serie di prodotti con varie caratteristiche, per la maggior parte però le grandi catene di distribuzione hanno optato per i materiali "migliori", cioè quelli interamente di origine naturale e, teoricamente, compostabili e biodegradabili al 100%.
Ma è veramente così?
Alcune ricerche hanno evidenziato parecchi problemi con questi materiali, come si può leggere qui.
Secondo i produttori si tratta di ricerche di parte o comunque non condotte in modo corretto.
In particolare la non completa biodegradabilità sarebbe legata al fatto che i test sono stati fatti in ambiente marino e sotterrando i sacchetti nel terreno, mentre i test di biodegradabilità passati dai materiali prima di essere adottati comportano il compostaggio come materiale biodegradabile all'interno di strutture apposite e mischiate al materiale definito come "umido" in un sistema di raccolta differenziata.
A mio modesto parere, per definire un materiale biodegradabile, deve degradarsi completamente e velocemente nell'ambiente, altrimenti andrebbe definito solo come compostabile, che è cosa ben diversa.
In ogni caso, da quando esistono questi sacchetti, anche io, preso dall'entusiamo, ho interpretato la dicitura compostabile biodegradabile come un via libera ad inserire questi sacchetti nella compostiera.
Ora scopro che quel biodegradabile non significa biodegradabile in natura, ma biodegradabile solo in determinate condizioni, che, secondo me, significa che sostanzialmente NON sono biodegradabili, ma solamente compostabili.
La mia esperienza, comunque sia, ad oggi è che anche dopo moltissimo tempo, indicativamente un anno circa, non si degradano quasi per nulla, quindi, il messaggio è: NON buttateli in giro, trattateli a tutti gli effetti come un rifiuto compostabile e basta.
Personalmente non uso quasi mai questi sacchetti, preferisco usare borse NON usa e getta, anche perché le caratteristiche di questi sacchetti bio sono piuttosto carenti: si tagliano facilmente, non reggono grandi pesi e si sfaldano (sfaldano, non degradano!) molto velocemente.
Per la mia esperienza i sacchetti di carta riciclata al 100% sono da preferire e, sempre secondo me, tutti i mareiali plastici usa e getta, ancorché definiti compostabili biodegradabili, andrebbero eliminati completamente.
Le borse in tela e anche in plastica NON usa e getta sono di gran lunga più ecologiche e funzionali rispetto a queste borse che, bio o non bio, restano sempre usa e getta, cioè uno spreco enorme, e, perlomeno, non così facilmente assorbibili dagli ambienti marino e terrestre dove, immancabilmente, tendono a finire.
Oh oh oh allora era proprio come pensavo...grazie @ilnegro per questo post.
Avevo sempre avuto il sospetto che c'era qualcosa che non andava con quei sacchetti. Per esempio come è possibile avere una produzione così di massa che non faccia uso di un qualche agente o catalizzatore chimico per velocizzare il processo di produzione? Come può essere tutto naturale al 100%? Mi sembra un pò assurdo. Ogni composto organigo prima o poi si decompone...La natura non è mica fessa come l'uomo!!
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Sembrava impossibile anche a me che fossero davvero biodegradabili. Il mio (quasi infallibile) naso me lo diceva: puzzavano troppo e non di organico.
Poi sono quasi totalmente inutili: se compri un prodotto la cui confezione ha un angolo, se carichi più di un kilogrammo o anche meno, se sbagli a prendere la busta, questo tipo di sacchetti si lacera inesorabilmente. Da anni ormai tengo in macchina le bustone non usa e getta, molto più capienti e comode. Pensa, ne ho una logora ma ancora funzionale comprata a Tokyo Disneyland nel 2006... sono la scelta migliore.
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Molto interessante , grazie @ilnegro
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