Insultare un pubblico ufficiale attraverso i social networtk è un banale esercizio di critica, così almeno la pensa “Facebook”.
Questa è la sintesi della vicenda giudiziaria, per fatti risalenti a febbraio 2017, che ha visto coinvolto un utente di Facebook che ha pesantemente insultato la Polizia Municipale di Roma attraverso il popolare social.
Lo sfogo del privato cittadino ha coinvolto decine di utenti portando alla denuncia per diffamazione. Il pm, preso in carico il fascicolo, ha chiesto attraverso le autorità consolari statunitensi una conferma circa l’identità del profilo dell’incriminato. Con molta sorpresa si è sentito rispondere che “il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America garantisce la libertà di espressione” pertanto il reale proprietario del profilo non può essere identificato. Ovviamente la polizia municipale ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione. Vedremo come andrà a finire.
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Era americano quindi il tipo?
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No era italiano, ma dal momento che il pm voleva essere certo della sua identità si è rivolto a Facebook. “Facebook” ha risposto picche appellandosi al primo emendamento della Costituzione.
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Annammo bene.
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