Il racconto di oggi nasce dalle 2 parole "attesa e foglio" suggerite da Luca Vandi. Buona lettura!
"Buongiorno e benvenuto! Come posso aiutarla?"
"Sono qui per il corso…"
Ah sì certo, certo! Si sieda pure in sala d’attesa. Prenda per favore questa penna e questo foglio e lo riempia!"
"Perfetto!"
Carlo fece per allontanarsi ma dopo aver osservato il foglio, rapidamente tornò indietro.
"Mi scusi ma il foglio che mi ha dato è vuoto!"
"Certo!"
"E con cosa lo dovrei riempire?"
La segretaria lo osservò con aria sorpresa. Dopo un momento però accennò un gran sorriso:
“Simpatico! Su non faccia il timido!”
Non sapendo cosa rispondere, Carlo si andò a sedere dove gli era stato suggerito, prese il foglio tra le mani e poi si guardò intorno. Era solo! Nessuna musica, nessuna finestra. Notò poi, che sulla parete opposta a quella dove era seduto, c’era una vecchia scrivania con una sedia in legno. Si alzò, la raggiunse, distese il foglio e si sedette.
Aspettò qualche momento, ma nessuno venne a chiamarlo.
Passarono venti minuti, prese il foglio e tornò dalla segretaria.
“Manca molto?”
“Non lo so deve dirmelo lei! Ha riempito il foglio?”
Lui si fece rosso in viso e non ebbe il coraggio (come sempre) di chiederle con cosa avrebbe dovuto riempirlo.
“Non del tutto!”
La segretaria sorrise.
“Su che può farcela!” Gli disse.
Non sapendo cosa aggiungere, ma avendo ormai compreso che quel foglio doveva essere una cosa importante, Carlo tornò a sedersi alla scrivania. Tolse il tappo alla penna, rigirò il foglio per essere sicuro di non essersi sbagliato sul fatto che fosse bianco, cosa che ovviamente non era, e iniziò a sentirsi a disagio.
Perché era lì e nessuno veniva ad accoglierlo?
Perché gli davano un foglio da riempire, senza dirgli cosa scrivere?
Perché non c’era nessun altro a cui poter (non chiedere perché tanto non lo avrebbe fatto) chiedere un consiglio?
Si sistemò sulla sedia e per un momento pensò che sarebbe stato meglio alzarsi e andare via.
Poi ricordò di essere lì per sé stesso: non poteva andarsene!
Fece un piccolo tratto per controllare che la penna scrivesse (e scriveva), e pose in alto a destra la data del giorno (24 Gennaio del 2018), poi mise a sinistra il suo nome (Carlo Conrini) e dopo questo piccolo gesto, iniziando a sentirsi più sicuro, iniziando a sentire quel foglio un pò più suo, aggiunse qualche informazione personale:
Sono nato a Verona nell’84, ho studiato filosofia ma al momento lavoro come impiegato alle poste, ho due figli, un gatto e un piccolo cactus. Non ho idea di cosa debba scrivere su questo foglio, ma non mi piace chiederlo. Infine non amo scrivere con le penne blu: preferisco quelle nere!
Richiuse la penna. Si alzò, prese il foglio non più bianco e tornò dalla segretaria.
“Eccolo! L’ho riempito!” Le sussurò.
“Perfetto! Vedrà che la prossima volta sarà più semplice! Le ho fissato un nuovo appuntamento per il prossimo giovedí, le va bene?”
Carlo a questo punto era senza parole.
“Il prossimo giovedì…Certamente! Per oggi abbiamo finito?”
“Certo! Può andare! Ah e non dimentichi il suo foglio!”
“Non devo lasciarlo qui?”
“No! Perché mai?!” Chiese la segretaria con il viso sempre più confuso. “Arrivederci, alla prossima settimana!”
Bel racconto!
Prossime due parole:
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Grazie mille! A presto con il tuo racconto :)
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Complimenti, gradevole lettura!!
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Grazie mille...se hai voglia mandami anche tu 2 parole e scriverò un racconto per te :) A presto
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Molto, molto bello.
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Grazie, grazie mille! Se ti va mandami 2 parole e scriverò un racconto anche per te :)
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