Ludovica & Boris
“Dottoressa, di che cosa è morto?”
, domandò, senza alzare lo sguardo dal tablet, Il vicebrigadiere Sermoni.
“D’inedia, scriva inedia, è morto di fame e di sete. Poveretto...Morte orrenda, denutrito e disidratato, non vede?”
, spiegò Cinzia Volpi, il medico Legale.
"A bordo, niente viveri! ho controllato la cambusa, è completamente vuota. Gentilmente Cinzia può coprire quel corpo…Emana un odore pestilenziale. A Sermò, usciamo da questa cabina o no?”
, intervenne visibilmente schifato Cistofori, il carabiniere di coppia fissa con Sermoni.
L’uomo senza vita legato mani e piedi al letto, purtroppo non era l’unico cadavere a bordo; In coperta, con una pallottola calibro nove piantata in fronte, giaceva il corpo di Ludovica Pancrazi. La sciagurata imbarcazione, esaminata dei carabinieri era un cruiser di una quindicina di metri che navigò alla deriva nel bel mezzo del Tirreno finché non fu avvistata da un portacontainers diretto a Genova, che si mise immediatamente in contatto con la capitaneria di porto di Piombino, per segnalarne la pericolosa posizione. In meno di tre ore una motovedetta della guardia costiera la localizzò, la raggiunse e l’agganciò. Una volta saliti a bordo i militari si trovarono davanti alla macabra scena dei due corpi esanimi. La Perla (questo era il nome del cruiser), venne trainata sino al porto di Livorno e li fu data in custodia al personale dell’arma, in attesa dell’arrivo del vicequestore. L’individuo trovato morto dagli accertamenti del maresciallo Piscopi, era un certo Boris Midolivic di origine slava. Trent’anni, residente a Palermo, Midolivic era conosciuto alle autorità italiane da tempo. Lo slavo aveva precedenti penali per compravendita d’armi, stupefacenti e riciclaggio di denaro sporco. Per i suoi crimini fu condannato a dieci anni di galera (pena poi ridotta a sette, per buona condotta). Il ‘poveretto’ Boris inoltre aveva alle spalle numerose denunce per aggressioni e percosse. Sulla donna (che risultò incensurata), si sapeva solo quello che c’era scritto sulla carta d’identità: Ludovica Pancrazi, nata il 15-10-1973 a Palermo e residente nel capoluogo siciliano, risultava sposata e di professione insegnante. Bionda, occhi celesti e di statura media.
“Insomma, Sermoni, siamo difronte al cadavere di un bastardo che non rimpiangerà nessuno. Dottoressa, della prof di sopra cosa mi sa dire? L’hanno freddata con una pallottola in cranio?”
, chiese curioso il maresciallo dell’arma Piscopi, appena finì di presentare il certificato penale del cadavere legato al letto.
“Piscopi, sì… Colpo in fronte ravvicinato. Appena arriva il vicequestore dispongo il trasferimento dei cadaveri all'obitorio dell'ospedale per gli accertamenti medico-legali. Vedremo di saperne di più, Ok? Ipotizzo comunque dallo stato della salma, che la morte non sia recente, almeno superiore ai dieci giorni”
, ribatté Cinzia, continuando a scattare macabre foto al corpo esanime di Midolivic.
“Marescia, i colleghi della capitaneria hanno confermato che il motore era stato manomesso; la barca non aveva nessuna possibilità di governare, se non a vela. Dal GPS risulta il suo ultimo tracciato; Uno zigzagare senza meta. Quindi è ovvio che è stata lasciata andare alla deriva volutamente, il perché, lo scopriremo!”
, riportò prontamente Cistofori al maresciallo Piscopi, che di risposta gli diede una pacca d’approvazione sulla spalla.
Prese la parola il vicebrigadiere,
“L'imbarcazione è finita così in una zona di mare al di fuori delle rotte percorse abitualmente dai piroscafi o dai motopescherecci. Non si esclude, pertanto, che l'uomo abbia vissuto per più giorni e successivamente sia morto d'inedia…Giusto Cinzia? Non avendo, come già detto, alcuna riserva di viveri e di acqua e inoltre legato al letto non poteva far altro che quella fine il nostro ′navigatore solitario’…Piscopi, c’è dell’altro…”
, Sermoni continuò, cercando con il dito su e giù per il tablet.
“La barca è regolarmente registrata e lo vuole sapere a chi? Allo stesso Midolovic”
, il vicebrigadiere spiegò che il natante era generalmente ormeggiato al porto turistico di Milazzo, dove lo slavo aveva in affitto da un paio d’anni un posto barca. Per quanto riguarda la donna, aveva cercato invano di ritracciare il marito, una tale Massimo Cirina, ma risultava irreperibile da giorni, secondo la madre dell’uomo.
Ulteriormente, con un gesto plateale disse,
“Bomba! Marescia, i due si conoscevano. La Pancrazi insegnava matematica alla casa circondariale e fu lei a garantire per la buona condotta di Boris. Almeno così mi riportano i colleghi di Palermo, da questa e-mail ‘calda, calda′ che mi è appena arrivata”
Il maresciallo ascoltò con attenzione le parole di Sermoni e annuendo rispose,
“Ragazzi, prima di lasciare tutto in mano alla scientifica, date un’ultima occhiata in giro, casomai ci è sfuggito qualcosa. Intanto scendo a terra ad aspettare il vicequestore, poi se ne occuperà la polizia…Noi per oggi abbiamo finito”
Prima di scendere in banchina, il maresciallo si fermò a esaminare il corpo della donna per l’ultima volta; tra le mille supposizioni anche fantasiose sulla sua morte, si domandò cosa potesse centrare un insegnante con un malavitoso come Midolivic. Osservando bene il corpo della vittima si accorse che in tasca aveva un cellulare,
“Cistofori, non avete visto che nell tasca di dietro aveva uno smartphone? Sermoni controlla se funziona!”
, urlò Piscopi indispettito.
“No Marescia e scarico, però in auto ho un power banking; Corro a prenderlo”
, in meno di un minuto, si accese.
Il problema era la password, ma fu risolto anche quello da Sermoni,
“Aiutatemi a girarle la testa, o quello che ne rimane...Il telefono si sblocca con il riconoscimento facciale”
Fu così che tra lo stupore dei tre militari e della dottoressa, si venne a scoprire che la Pancrazi aveva girato un video, della durata complessiva di dieci minuti in cui spiegò la triste fine dello slavo. Il contenuto del filmato enunciava anche molto altro: La donna aveva incastrato l’uomo; fingendosi perdutamente innamorata. Ludovica sfruttò l’influenza di Boris in quanto importante trafficante e corriere della droga per conto di alcune cosche mafiose, e congegnò un ardito piano. L'uomo doveva sottrarre a un potente boss un enorme quantitativo di cocaina destinata al mercato criminale del nord Italia, per poi rivendere la droga a terzi; il tutto facendo credere allo slavo, che poi una volta ricchi, felici e cotti d’amore, avrebbero raggiunto insieme a bordo del Perla la Corsica.
La mantide, giunta al largo del Tirreno, narcotizzò l'uomo e lo legò al letto mani e piedi e il perché lo spiegò lei stessa,
“Stai dormendo tesoruccio? Penso proprio di sì! Una volta che avrò fatto lo scambio mi farò dare un passaggio fino a Civitavecchia, dove scapperò con i miei due milioni di euro insieme al mio ex marito. Caro Boris, pensavi veramente che sarei fuggita con te? Peggio, che ti amavo? Si, forse tra noi c’è stato qualcosa…Ma adesso non amo più nessuno, nemmeno Massimo; ma siccome lui vuole una prova che ti ho reso inoffensivo, gli farò vedere come ti ho ammansito a dovere. Poi io non ho mai fatto del male a nessuno, non sono un’assassina ed ecco cosa farò…Ti darò una chance. La possibilità che ti voglio dare è questa: una volta tornato cosciente, avrai tutto il tempo che ti serve per inventarti una storia credibile…nell’eventualità che verrai salvato da qualcuno. Sempre se sopravviverai, senza acqua e cibo nell’attesa ′della venuta‘. Intanto ti lascio con le vele spiegate al vento e al tuo destino. Ora vado che è il momento… Addio”
Il maresciallo Piscopi, concentrato sul video in cui si vedeva lo slavo legato al letto profondamente addormentato, richiamò l'attenzione dei tre e sottolineò,
“Regà, ora guardate qua…Insomma voglio dire, sentite! La Pancrazi si infila il telefono ancora acceso su ‘rec′ in tasca, per questo che poi è tutto nero. Però se ascoltate bene…”
Quello che in sottofondo al video si sentiva, erano le parole di un uomo che chiedeva a Ludovica con voce seccata e insistente,
“Dove è Boris? Te lo ripeto un'altra volta, l’ultima! Dove Boris? Dove minchia è lo Slavo?”
e poi un suono sordo,
BANG!
Con questo racconto partecipo a:
theneverendingcontest n° 29 S4-P6-I1 - Contest
Il tema e l'ambientazione sono quelli proposti da @sbarandelli, vincitore del contest n° 28 S3-P6-I1:
Tema
Barca a vela solitaria
Ambientazione
Mare
Saluti @kork75
Complimenti, un bel racconto davvero, hai sviluppato molto bene, a mio modesto avviso, la tematica proposta, ottimo sviluppo della fantasia
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Grazie😉...Ho pensato a qualcosa di originale, spero di esserci riuscito. Il tema proposto comunque dava sfogo alla fantasia, leggeremo dei bei racconti. Saluti Kork75 😉 👍
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Sei una mia scoperta tu... Sappilo. 😂 Bravo, come sempre! 😉
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Grazie😂fedele lettore😁👏mi raccomando in settimana esce la " seconda stagione" di Ritorno a Kasiha, Jo è bello carico😂 Saluti Kork75 😉
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Stanno per tornare anche Menegotti & Co, tieniti pronto!😉
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Non vedo l'ora, sono pronto! Devo fare un rapido ripasso delle puntate precedenti...
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