Un'unica armonia
Il dolore era insopportabile e gli antidolorifici sembravano non avere effetto, immobile sul letto Alfonso attendeva la visita del fratello Filippo. L’uomo malediva il pomeriggio prima, quando impegnato in un’uscita con la moto, era caduto rovinosamente rompendosi il perone, fratturandosi il polso destro e riportando due costole incrinate. Il fratello gemello, entrando nella stanza d’ospedale si mise a ridere in modo esplosivo e sentenziò,
“Sei proprio un idiota! Se non sei capace ad andare in moto, usa la bicicletta. Hai telefonato a mamma e papà? Lo sanno?”
“ No, non sanno niente. Non devono sapere niente”
Alfonso, cercando di alzarsi per vedere meglio l’espressione da ebete di Filippo, emise un rantolo di dolore che innescò un'altra risata del fratello. Filippo lo aiutò a sistemarsi sul letto, gli diede un succo di frutta facendosi raccontare la dinamica dell’incidente. Ascoltò divertito le farneticanti intenzioni del gemello e lo troncò quando capì che diceva sul serio.
“ Fammi capire, vuoi che io ti sostituisca al concerto dell’ultimo dell’anno. La tac alla testa te l’ha fatta il dottore?”
“ Non scherzo Filippo. Dicevi di volermi aiutare, o no?”
“E’ vero, ma questo mi sembra eccessivo”
“ Ti ho mai chiesto qualcosa?”
Pensandoci su e grattandosi la testa, rispose.
“ No! Non mi racconti mai niente, figurarsi se mi chiedi qualcosa”
Da ragazzi i due erano legatissimi, gemelli monozigoti, due gocce d’acqua. Poi con gli anni e il trasferimento in Olanda, Filippo si allontanò. Alfonso all'epoca ci soffri per la partenza del gemello e i rapporti si fecero un po’ freddi.
Anche ora che i due vivevano insieme, lui non riusciva mai a trovare un po’ di tempo per confidarsi, per raccontargli che stava vivendo un momento difficile. Filippo questo lo sapeva, gli bastava uno sguardo come quando erano piccoli, per capire che il fratello stava soffrendo e l’avrebbe aiutato senza esitare.
Alfonso lo fissò dritto negli occhi e gli disse.
“ Da giovane eri un bravo batterista, avevi anche una band se non ricordo male”
“Si ti ricordi bene, suonavo la batteria ai tempi del liceo. Dire che so ancora tenere il tempo è un’eresia. Vuoi davvero, che tra sei giorni mi presenti tranquillo come se nulla fosse all’auditorium di Amsterdam al tuo posto? Alfi, ci sei?Ti vorrei ricordare che io non sono te un maestro di musica, faccio il grafico pubblicitario”
“ Filippo, sei la cosa più simile a me che conosco, se non mi presento, niente contratto. Sono nell'orchestra da poche settimane e ti dico che secondo me si può fare”
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Alfonso uscito dall'ospedale e rientrato convalescente a casa di Filippo, si mise comodo sul divano e iniziò subito a lavorare al suo diabolico piano. Procurato il programma del concerto, si accorse che la prima esecuzione era facile, non erano presenti percussioni. I problemi sarebbero arrivati dopo con l’impiego di timpani, grancassa, piatti e triangolo. Filippo inserì il cd e parti Gioacchino Rossini con Sinfonia da Il signor Bruschino, già dal titolo cominciò a ridere e fu ripreso più volte da Alfonso. Il programma del concerto prevedeva alcuni brani famosi di Rossini, dopo Sinfonia da Il signor Bruschino avrebbero eseguito le arie più celebri del Barbiere di Siviglia e di Guglielmo Tell, per finire con La Gazza ladra. Passate un paio d’ore il novello orchestrale prese miracolosamente confidenza con gli strumenti. Filippo si fece rapire dalla bellezza della musica e dai testi dei brani, si divertiva piacevolmente. Era predisposto particolarmente per i piatti e la grancassa, aveva qualche difficoltà con il triangolo. Capi che suonare il triangolo in un’orchestra è una cosa seria, fondamentale non commettere errori, stare concentrati sull'esecuzione e tenere a mente le battute. Più volte i due fermarono la musica per ripetere i colpi, nella ricerca del suono giusto. Alfonso dall'alto della sua esperienza musicale elargiva consigli al fratello.
“ Muovi la mano dolcemente dopo il colpo. Stai vicino con la bacchetta prima di colpirlo. Nella seconda parte invece, cerca di bloccare subito lo strumento per fermare le vibrazioni. Non hai ancora una buona padronanza, ma siamo sulla strada giusta”
“ Giusta? Ecco facciamo una cosa giusta. Fermiamoci un attimo. Raccontami sinceramente, come stai?”
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Alfonso fece un profondo respiro, che gli procurò una fitta al fianco. Si sistemo i cuscini dietro la testa e raccontò al gemello le sue disavventure. Quello per lui fu un anno disgraziato. Iniziò con la fine di una storia d’amore e la perdita del lavoro, continuò con cocenti delusioni, per i numerosi bandi di concorso come insegnante di musica andati male. Il colpo al cuore in primavera, con lo scioglimento della jazz-band cui aveva dedicato tempo e passione. Disoccupato, arrivarono l’inevitabile sfratto e le relative bollette da pagare. Messo alle strette, vendette la macchina e l’amata batteria. Salutò i genitori, salì in sella alla sua Harley e parti all'avventura per l’Olanda.
Un po’ di luce infondo al tunnel in autunno, con l’inaspettata selezione andata bene e il successivo periodo di prova nell'orchestra sinfonica di Amsterdam. La prospettiva di un futuro lavoro come terzo percussionista era troppo importante. In quel momento Alfonso era disposto a fare qualsiasi cosa, anche a mettere in piedi un inganno a fin di bene, una farsa giocosa come la trama del signor Bruschino come la definì lui, una truffa come la chiamò il fratello. Prendendo l’ennesimo antidolorifico finì il suo lungo monologo.
“ Sono proprio messo male. La sfiga mi perseguita”
A rendere ancora più amara la triste storia, ci pensò Filippo che non riuscì a trattenersi dal ridere delle disgrazie fantozziane del fratello.
“ Proposito, di sfortuna è arrivato il preventivo del meccanico. Forse è meglio che non ci pensi”
“ Sei uno stronzo! Ricominciamo, fai partire il cd, c’è ancora molto da lavorare”
Filippo dopo due giorni di estenuanti ma emozionanti prove era pronto. Indossato il frak da gala con aria sommessa, si avvicino ad Alfonso.
“ Siamo sicuri? Se esco da quella porta, non si torna più indietro e dovrai accettare qualsiasi cosa succeda”
Alfonso, In piedi davanti al gemello, appoggiandosi alla stampella gli mise una mano sulla spalla e disse,
“Sinfonia vuol dire accordo. Mettere insieme strumenti che suonano in modo diverso. Il compositore deve scrivere l’opera in modo tale che il timbro di ogni strumento raggiunga il suo massimo effetto e che suonino un'unica armonia tutti insieme. Noi siamo e saremo sempre cosi, un’unica armonia”.
Perplesso Filippo domandò,
“ Allora che si fa?”
“ Sei proprio un idiota! Ordina le pizze e chiama le tue amiche del coffeshop, ce ne stiamo in casa. Organizziamo un party!”.
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Mi è piaciuto molto il legame tra la musica e il legame tra i fratelli. Bella storia.
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Grazie...😉 Saluti Kork75 🤗
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