Il solo termine mi provoca repulsione, avversione, sdegno e profonda irritazione, essendo in grado di evocare e rammentare episodi molto spiacevoli, nei quali sono incappato una quarantina di anni fa.
Mi dispiace, anche se gli atti di bullismo sono spesso compiuti da persone minorenni, a volte trasportate ed incitate dal fatto di essere in branco, non provo pena né compassione quando gli autori di questi accadimenti efferati vengono presi, qualsiasi punizione è sempre nettamente inferiore a quanto hanno commesso, ai danni del malcapitato di turno.
Questo ricordo si perde alla fine del quinto anno delle mie scuole elementari, quando superai, con voti eccellenti, l'esame per il passaggio alla scuola media. Venni decantato, e vi assicuro che all'epoca corrispondeva al vero, dalla mia maestra come il miglior alunno che avesse mai avuto, avendo conseguito nelle prove sostenute la bellezza di tre 10 e cinque 9, con un giudizio finale superbo. Tutto questo clamore non poteva passare inosservato, ed attirò le attenzioni di un mio "amico", con il quale avevo un rapporto non proprio idilliaco. Diverse volte eravamo quasi arrivati alle mani, e lui all'epoca era una buona spanna più alto di me, per cui riusciva quasi sempre a sottomettermi, non completamente ma i suoi soprusi erano quasi all'ordine del giorno, nulla al confronto di quello a cui fui sottoposto in quella famigerata estate.
Provengo da una famiglia in cui tutti hanno sempre lavorato, mio babbo e mio nonno muratori, mia mamma e mia nonna pulizie nelle pensioni, mio fratello iniziò presto come apprendista elettricista, per cui d'estate in casa rimaneva solo una mia bisnonna, alla quale mi rivolgevo se avevo delle necessità particolari. Questo ragazzino non era tra le mie amicizie strette, di solito giocavo con una piccola cerchia di 3/4 amichetti fidati, ed a distanza di qualche giorno inspiegabilmente uno dopo l'altro non si vedevo più in giro. Andai a cercare uno di questi a casa, e la sua mamma mi disse che era già uscito, provai con un altro e stessa storia, per cui desistetti e rincasai. La stessa storia si ripeté per qualche altro giorno, finché una mattina incrociai per strada il famoso "amico", che sfottermi pesantemente, con insulti ripetuti e sempre insistenti, senza dimenticare di darmi spintoni e calci nelle gambe. Non contento di quanto finora avesse compiuto, ad un certo punto comparvero due suoi scagnozzi, due ragazzini con cui feceva combriccola, che mi sottoposero alla tortura del "fischia".
In cosa consisteva questo trattamento? Due o più persone prendevano la preda, e mentre il branco immobilizzava la vittima, una persona libera da compiti di bloccaggio strizzava e torceva fortemente i genitali al poverino di turno, provocando atroci dolori derivanti soprattutto dalla compressione dei testicoli. Per rendere ancora più perverso il supplizio, al malcapitato veniva ordinato di fischiare mentre subiva il trattamento, cosa quasi impossibile perché il dolore toglieva il fiato, ma non c'era verso, finché non si fosse sentito un sonoro fischio la punizione non si fermava.
Subii questa tortura tutte le volte che provai a cercare i miei amici, come mi allontanavo un po' da casa apparivano i miei aguzzini che mi portavano in qualche luogo nascosto a sguardi indiscreti, se si provava ad urlare, venivi spesso lasciato andare, ma la volta seguente avevano del nastro per sigillare la bocca, che toglievano solo per sentire il fischio.
Dopo una decina di volte di questa lezione, non volevo più uscire di casa, e portavo le scuse più disparate, che non c'erano i miei amici, che non ne avevo voglia, che ero stanco, che mi dava fastidio il sole, che stavo bene solo in casa.
Passai un mesetto, senza che i miei prendessero dei provvedimenti, e ad un certo punto una parte della verità venne fuori, c'era "qualcuno" che mi dava fastidio, ed avevo paura di lui, ma il nome non lo feci mai, per paura di quello che sarebbe potuto capitarmi in seguito alle ritorsioni.
Mia mamma faceva anche delle riparazioni da sarta, e venne in contatto con una nuova cliente, una signora napoletana da poco trasferitasi insieme alla sua famiglia, che aveva tre figli maschi, di cui uno di un anno più piccolo di me. Venendo a conoscenza delle mie forti doti matematiche, chiese a mia mamma se potevo dare una mano a suo figlio, per cui mi ritrovai a far ripassare le tabelline al mio nuovo conoscente.
Era molto sveglio, per cui dopo qualche lezione mirata, sospendemmo le ripetizioni, ma una nuova piccola amicizia era nata, mi chiedeva di giocare insieme a casa sua, ma io mi rifiutavo perché significava uscire in strada, con il pericolo di fare brutti incontri, ormai era diventato per me un vero e proprio incubo.
Un bel giorno arrivò il provvedimento definitivo nei miei confronti, tutte le mattine sarei stato chiuso fuori di casa, con i cancelli ben serrati, in modo da evitare intromissioni indesiderate, con l'aggiunta nella mia dotazione personale di un bel tondino di ferro, da utilizzare nell'evenienza di un eccessivo slancio da parte di qualche maleintenzionato.
Lo stratagemma funzionò per qualche giorno, ma una bella mattina il mio "amichetto" si accorse della mia presenza, ed iniziò a prendermi in giro, non senza provare a scavalcare il cancello, ma la vista della sbarretta di ferro fu provvidenziale e molto persuasiva, nonostante tutto non era contento, e trovò qualcosa per darmi fastidio, quello era il suo scopo, dovevo pagare per la mia bravura in ambito scolastico e subire tutte le angherie possibili.
Quella maledetta mattina lui trovò un bel pezzo di uno specchio, che apparteneva ad una credenza che mio nonno stava gettando nei rifiuti, ma il vetro era l'ultimo residuo non ancora rottamato, ed il ragazzaccio non poteva sperare di meglio, incominciò a sollevare il pesante specchio e sfruttando il sole che avevo alle spalle mi abbagliava costantemente, al solo scopo di darmi fastidio. Era il mese di agosto, il sole picchiava di brutto ed i bagliori specchiati erano veramente accecati, ed ero costretto a stare sempre di spalle. Questa storiella stava andando avanti da una buona mezz'ora, nonostante le mie suppliche affinché smettesse di darmi fastidio, ma non c'era nulla da fare. Fu allora che arrivò il ragazzino napoletano, che capita al volo la situazione, iniziò a parlare con l'altro soggetto: ci fu uno scambio fitto di battute, e nonostante fosse decisamente più piccolo di me, il bambino napoletano ostentava una strana sicurezza, al punto da far desistere il disturbatore, non senza però aver lanciato una minaccia allontanandosi. Ringraziai il mio nuovo amico, che mi disse anche che era ora di finire il mio esilio, che non c'erano motivi per continuare a comportarsi così.
Le sue insistenze si protrassero per alcuni giorni, ed una mattina decisi di andare con lui al parco vicino a casa, per passare un po' di tempo insieme a giocare con i nuovi impianti del parco. Prima di arrivare al parco, c'era un passaggio, ancora allo stato quasi selvaggio, di attraversamento di fitte canne, dove erano stati ricavati dei passaggi dai ragazzi del luogo, di cui io ero a conoscenza, era una bella scorciatoia, sconosciuta ai più, che portava in bocca al parco. Decisi di prendere la via corta, anche convinto dalla padronanza e fermezza del mio amichetto, per cui tagliammo nel sentierino tra le canne. C'erano pochi rettilinei, i sentieri erano molto stretti, larghi poco più di un metro, con alcune deviazioni di uscita.
Quando eravamo circa a metà strada, si materializzò il peggiore dei miei incubi che avessi vissuto fino a quel momento: ci trovammo la strada sbarrata, sia davanti che dietro, da 5 soggetti, di cui lo "specchiatore" era il più "tranquillo", gli altri 4 avevano 4/5 anni in più di me, ed erano già dei mezzi delinquenti, ed un paio avevano già avuto a che fare con la giustizia. Immediatamente la situazione precipitò, sentii subito il mio amico fischiare fortemente, ed in lontananza ci fu una risposta, poi un suo nuovo fischio più modulato, ed un altro fischio di risposta, e poi fu notte fonda. Lui venne strattonato ed allontanato malamente, ed io venni subito immobilizzato, provai a gridare ma mi bendarono la faccia, 5 erano tanti, troppi, e molto forti, cercai una disperata difesa ma fu tutto inutile, in un attimo mi ritrovai a pancia sotto, e prontamente spogliato di ogni indumento.
Penso che il mio cervello abbia rimosso una buona parte di quello che dovetti sopportare in quei lunghi ed interminabili secondi, dico secondi perché per mia fortuna la loro tortura non arrivò a compiersi completamente, avevo capito quello che stava per succedere, e cercavo di serrare le natiche, ma con botte, graffi e prese di allargamento la mia resistenza stava venendo meno, e mi sentii morire, perché avrei voluto morire piuttosto che vivere quell'incubo. Piangevo, gemevo, impazzivo, e pregavo solamente che tutto finisse, e probabilmente qualcuno lassù ascoltò le mie suppliche, perché prima che succedesse l'irreparabile (uno dei miei aguzzini aveva abbassato i pantaloni per prendersi meglio "cura" di me), in un attimo gli strattoni, le prese, gli abusi, le botte finirono, e girandomi compresi il motivo: il mio amico napoletano fischiando aveva richiamato l'attenzione di un suo fratello, quello di 17 anni, che era già sul piede di guerra e pronto all'intervento, con il primo fischio partì il segnale di pericolo, ed il secondo era di migliore localizzazione.
Iniziò a picchiare come un fabbro tutti e 5 i bastardi, era impressionante il numero di calci e schiaffoni che aveva rifilato in pochissimo tempo, e ad ogni colpo seguiva un insulto, sentivo ripetutamente usare i termini di merde ed infami, vigliacchi, ed altri ancora peggiori, i 5 provarono ad opporre resistenza, ma la prontezza e la forza delle botte ricevute li vide ben presto soccombere, era un ragazzo già abituato ai combattimenti di strada, e per lui era stato facile come bene un bicchier d'acqua.
Dopo un paio di minuti, la sua furia distruttiva finì, ed disse nelle palle degli occhi a quello che era il capo branco che non ci doveva essere un seguito di nessun genere, perché in caso contrario qualcuno sarebbe finito all'ospedale o sotto terra, sigillando l'ordine con una ginocchiata al ventre, che lasciò steso a terra rantolante il soggetto, che era anche quello che aveva abbassato gli indumenti.
Cercammo i miei vestiti, o meglio, quello che restava dei miei vestiti, tutti irrimediabilmente strappati, ed alla meno peggio provai a coprirmi, scortato dai 2 ragazzi, fortunatamente per me ritrovammo le mie chiavi di casa tra il canneto, e dovetti fare solo un centinaio di metri allo scoperto, e nessuno in particolare mi vide, tutti i miei parenti stavano lavorando tranne la mia bisnonna, che viveva al piano di sotto ed era mezzo sorda, per cui entrai in casa e feci alla velocità della luce una doccia, mi vestii ed andai a buttare distante da casa gli indumenti strappati, pantaloncini, mutandine e maglietta, e nei giorni seguenti mia mamma ogni tanto mi chiedeva di quegli indumenti, ma io rispondevo sempre evasivamente, e dopo un po' smise di chiedermi spiegazioni.
Il fratello maggiore mi disse che l'incubo era finito, che avrebbe passato tutte le abitazioni interessate e che nessuno mi avrebbe più torto un capello, e fu così, quando giravo per la strada ed incrociavo uno qualsiasi dei 5 balordi, o altri che potenzialmente potevano essere pericolosi, erano loro che cambiavano strada, quasi avessero visto un fantasma, fu una parziale consolazione a quello che avevo passato. In casa nessuno seppe mai nulla di quanto accaduto, avevo qualche scortico ed escoriazione in qualche punto, l'unica zona anomala era quella genitale, soprattutto nei glutei, dove c'erano diversi pesti, ma per qualche settimana mi guardai bene le spalle quando andavo a fare la doccia. Non sarà stato il rimedio più costruttivo e redentivo quello posto in essere dal ragazzo napoletano, ma fu nel mio caso estremamente risolutivo, ma quanti casi succedono costantemente senza che vengano presi provvedimenti protettivi delle vittime???
Foto: Pixabay
purtroppo la maggior parte dei pensieri che questo tuo racconto genera sono censurabili...
per fortuna ne sei uscito intero, sia fisicamente che, sopratutto, mentalmente.
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
La paura di quegli attimi è difficilmente descrivibile, in casa non ne ho fatta menzione perché mi vergognavo troppo di quello che mi era capitato, oltretutto uno dei 5 era figlio di un caro amico di mio babbo, ma la situazione si normalizzò, per mia fortuna, in un istante, grazie alla protezione dei 2 fratelli maggiori del ragazzino napoletano che avevo aiutato in matematica, si dovevano sdebitare per l'assistenza che avevo fornito, e mi presero sotto la loro ala protettiva, non ho mai capito cosa facessero nella vita, ti dico solo che la prima volta che vidi il loro padre, ringraziai che non ero loro nemico....
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
che è la cosa più giusta ma più difficile da fare, sicuramente.
alla fine...se vogliamo hai rischiato di passare dalla padella alla brace...per fortuna è andata bene. comunque ti stimo per il coraggio che hai avuto a raccontare.
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Ti ringrazio per gli apprezzati commenti
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Sempre più difficile, anche per i ns figli
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Certo, il mondo purtroppo sta lentamente peggiorando, e non è un luogo comune..
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Bel post mad-runner, raccontare determinati episodi della propria vita non è facile, ma serve tantissimo a sensibilizzare sull'argomento e per tenere sempre alta la guardia sui propri figli.
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Mi avvalgo anche della relativa copertura data dall'anonimato, sono situazioni molto ma molto "scomode" da gestire
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Che dire...ho letto tutto d'un fiato e ho provato tanta rabbia e pena allo stesso momento, perchè non avendo mai vissuto, per fortuna, tali angherie, non posso immaginare cosa si provi a non uscire di casa per paura di essere menato o peggio!
Da madre ho paura per il mio bambino che ancora ha solo un anno ma chissà cosa gli aspetterà tra qualche anno visto i tempi di kra...
Ti auguro tutto il bene del mondo..anche per i tuoi figli!
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Grazie per il tuo gradito commento, spero, ma ne dubito, che queste situazioni siano sempre in minoranza, ma non possiamo essere ovunque, e purtroppo bisogna ammettere che ci vuol anche fortuna, e che quello che noi possiamo fare a volte non basta ugualmente
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Accidenti che storia!!! Da incubo veramente
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit
Ehhhh, a volte i ragazzi riescono ad avere la stessa crudeltà degli adulti, e ci rimani di ghiaccio quando te ne rendi conto
Downvoting a post can decrease pending rewards and make it less visible. Common reasons:
Submit