Una delle mie prime passioni da quando ne ho memoria, sono le ambientazioni Fantasy, in passato ero appassionato di giochi di ruolo e libri fantasy, a distanza di anni ho iniziato a scrivere un libro che per motivi di tempo va a rilento... Steemit è anche questo, la condivisione di idee e passioni, ho deciso quindi dopo varie spinte da parte di un amico che voleva sapere come va a finire la storia, di pubblicare ogni domenica un capitolo del libro, una sorta di libro a puntate... spero che vi possa appassionare. Creerò il Tag Imperial per chi volesse continuare a seguirne i capitoli.
UN NUOVO FORESTIERO
Tra qualche manciata di minuti sarebbe calata la notte, ad Altair la notte non ha sempre portato male, una volta molto tempo fa non bisognava temere il pallido bagliore della luna riflessa sui vetri delle locande e delle carrozze di viandanti in cerca di fortuna, da qualche decade purtroppo non era più cosi, la notte, ora rappresentava la differenza tra la vita e la morte, tra la possibilità di diventare leggenda o quella di ritrovarsi nel campo santo dietro la cattedrale della piccola cittadina.
Gli abitanti del luogo stavano già iniziando a sbarrare le finestre con grossi tronchi facendoli passare dagli anelli di ferro inchiodati alle porte, ancora qualche istante e chi era ad Altair per sbaglio non avrebbe più trovato riparo se non provando a rifugiarsi nel bosco poco vicino.
La locanda del vecchio teschio come tutte le notti era l’ultima che sbarrava le finestre in attesa che qualche sconsiderato corresse dentro, ma ora non c’era più nessuno sulla strada principale, il locandiere fissò con lo sguardo prima a destra, poi a sinistra, nessuno, mentre il sole stava tramontando dietro la collina, decise cosi di serrare la porta, prima con un giro di chiave poi con il legno, ma appena passato dalle asole metalliche un rumore, qualcuno bussava alla porta con decisione, un battito, poi due, immediatamente la porta si riaprì: “Garguile, ancora in giro? Svelto entra non vorrai farti ammazzare”. Entrò un Garguile, aveva addosso una casacca viola con un grosso cappuccio che ne lasciava intravvedere a malapena la razza, doveva essere un guerriero dato il taglio sul suo volto, anche se non sembrava possedere
armi di grosso taglio da quello che si poteva vedere dalla casacca, il locandiere fece cenno al Garguile di entrare in modo tale da poter barricare la porta.
Il Garguile fece scendere il cappuccio sulle spalle, e ancora sulla porta passò lo sguardo sull’intera locanda osservando i volti dei clienti al suo interno, la sua statura superava i due metri aveva le spalle larghe e capelli lunghi legati da un nastro di cuoio che ne formavano una coda disordinata “accogliente!” esclamò con voce roca, “Grazie” rispose il locandiere, “me la lasciò mio padre, che gliela diede suo padre, se tutti i clienti la pensassero come te non avrei clienti solo durante il buio”, la locanda appariva molto luminosa, grazie ad un grosso camino a legna sulla parte sinistra della stanza rispetto l’ingresso, 12 tavoli in legno di ebano e un bancone nero la arredavano, una serie di cianfrusaglie attaccate alle pareti facevano trovare comunque spazio ad un grosso teschio di drago appeso come trofeo sul muro al centro del bancone, c’erano candelabri con 3 candele sparsi per l’intero locale, in fondo alla stanza una scala conduceva al piano superiore dove risedevano le camere da letto.
“Accomodati posso offrirti una tazza di sidro? La prima soltanto è gratis Garguile!” il locandiere fece segno al Garguile di mettersi al bancone riempiendo una tazza di terracotta con l’intruglio di colore rosato, il Garguile si avvicinò lentamente al bancone sedendosi sullo sgabello, e in un solo sorso svuotò il bicchiere.
“Non si vedono molti Garguile diurni da queste parti, cosa ti spinge ad Altair?” il Garguile guardò l’uomo qualche istante negli occhi poi rispose “sto cercando il maestro delle Arti” da dietro le sue spalle una grassa risata, il
Garguile si girò a guardare, era un piccolo Fimir, alto poco più di un metro, di un color marrone chiaro, si rigirò verso il locandiere, “mi hanno detto che si trova qui, dove posso trovarlo” il locandiere con aria piu indifferente “si, non è molto lontano da qui, abita a ai margini della città, credo che domani mattina sicuramente lo potrai andare a cercare”, un’altra risata dietro di lui poi aggiunse “Vedo che c’è chi ancora crede che possa essere utile quel ciarlatano!” il Fimir aveva le lacrime agli occhi dal ridere, sforzandosi per trattenerle “Quanti giorni hai volato per arrivare fino a qui Garguile?” il Garguile insospettito si alzò dalla sedia e il Fimir aggiunse “tempo sprecato, hai stancato le ali per niente”, il Garguile con aria minacciosa si avvicinò al piccolo Fimir fino ad arrivargli a circa un metro dal viso “La tua carne è morbida come pollo, se vuoi veramente portare a casa le squame spiegati meglio!”
I Fimir erano una razza di poco conto nella scala gerarchica delle razze, erano considerati dei buoni lavoratori, devoti, sottopagati, e una volta che erano troppo vecchi, o semplicemente morivano facendo i lavori più faticosi e umilianti, potevano essere mangiati, la loro carne era pura come il latte e tenera come il pollo, affiancata a delle patate o a del purè di mais risultava un piatto prelibato per molte cucine della mappa conosciuta, avevano lunghe code che potevano arrivare fino alla loro altezza e una voce molto acuta e fastidiosa, risultava forse ancora più fastidioso il loro modo di parlare, veloce se pur ben scandito.
“Calmiamo i bollenti spiriti! Signor... signor... aspetta io non so il tuo nome! Piacere sono Leka” tese una mano al Garguile che lo guadò con aria indignata e uno sguardo molto annoiato, decise di dargli la mano “Xebo, io sono
Xebo” strinse la piccola mano del Fimir energicamente, “ecco Xebo ora siamo amici! E tu non mangeresti un amico vero.. no sul serio non lo mangeresti un amico vero?” appena detta la frase guardo negli occhi il Garguile con aria dubbiosa e un po’ preoccupata, “ non mangerei un amico, tu però non sei un amico, se non vuoi finire in cucina sotto la mannaia parla! Cosa sai del maestro delle arti?” il piccolo Fimir fece segno a Xebo di sedersi che si sedette al tavolo dalla parte opposta a lui.
“Dunque, quando sono arrivato ad Altair era molto differente a parte la fontana che ora non funziona più, ci hai fatto caso? Una volta ci sono finito contro ed era ancora funzionante, ci sono cascato dentro e ...”
Xebo lo interruppe con voce pacata e un po’ scocciata “ti ho chiesto cosa sai del maestro delle arti non di cosa hai fatto nella tua breve ed inutile esistenza!”
“ si scusa ci stavo arrivando! Dunque, è impazzito! Non c’è più con la testa, ha 170 anni e sembra che ne abbia 171” Xebo lo fisso con aria scolata e scuotendo la testa “ ma io perché ti ascolto? Vado a cercarlo ora e tu mi accompagnerai” da lì la risata arrivò dal locandiere, “Garguile, se tieni cara la pelle sta notte non uscirai da qui, siamo nel periodo del buio fuori ci sono i guerrieri del caos che regnano e nessuno uscirà dalla locanda come nessuno entrerà fino all’alba”.
Il periodo del caos era un periodo che durava da oltre 10 anni, era stato fatto una specie di accordo tra il re nero e il re bianco che imponeva che le forze oscure del caos non avrebbero potuto far del male a nessuno che si fosse rinchiuso in casa durante la notte, all’esterno però la città era loro, e chiunque non si fosse preoccupato di mettersi
in salvo sarebbe stato ucciso, derubato e il suo corpo sarebbe sparito per essere portato nel castello del re nero dove il chierico oscuro avrebbe trasformato in originali guerrieri del caos, non morti con armature borchiate di colore nero, si dice che una volta un guerriero del caos preso da reminescenza abbia provato a tornare a casa, nonostante sia stato riportato in vita dal chierico oscuro, e abbia ucciso l’intera famiglia, si può immaginare che si poteva rischiare l’interruzione del patto tra le forze bianche e quelle nere.
“ Fantastico sono chiuso in una locanda con un Fimir e un locandiere carceriere” il Garguile si lascio scivolare con la schiena sulla sedia, il locandiere poi aggiunse “Se vuoi ho una camera libera, passerai la notte qui, riposerai e domattina avrai tutto il tempo di andare dal maestro delle arti, le mie camere sono stupende e costano soltanto 3 monete d’argento” il Garguile fece scivolare una mano nella sacca dei soldi tirandone fuori 2 monete di bronzo, “no, credo che starò bene su questa sedia questa notte” il Fimir vide la scena e facendo un sorrisone “NON HAI 3 MONETE?? IL TUO AMICO Leka PENSA A TE! Pago io per te” Xebo ancora più ramarricato e con evidenti segni di sconforto “ecco questo è il massimo, un Fimir che mi presta delle monete, sono proprio caduto in basso, non voglio le tue monete Fimir” il Fimir sorpreso “ma come io veramente volevo solo...” lo interruppe il locandiere “è giusto è un Garguile ha la sua dignità, allora facciamo così garguille, tu non hai una moneta in tasca, io ho un lavoretto adatto a te.. ti posso pagare cosi tu mi salderai il conto!” Xebo fece un balzo dalla sedia e con aria minacciosa “Mi hai forse preso per un garzone?” andando verso il locandiere che con la massima calma disse “non è un lavoro per un garzone ma per un Guerriero, Garguile” e
con un lieve ghigno sul viso “ti pagherò 5 Monete d’oro e tu mi salderai le 3 monete d’argento che mi devi” dopo una breve occhiata negli occhi di Xebo continuò a pensare alle pulizie del bancone, il Garguile passò una mano sotto il mento imbronciando cosi il viso “Beh allora è diverso...”
Il Locandiere ghignò nuovamente, “Domattina dopo una buona colazione ne parleremo ora è tardi e la giornata inizia molto presto” il Fimir con aria felice prese la sua sacca di monete ed estrasse 2 monete si alzò e andò in direzione del locandiere e con voce altolocata “ buon uomo allora una camera per me, una per il mio amico e due sidri! Questa notte si festeggia!”
BENVENUTO AD ALTAIR
Il Sole bussava sulle persiane della stanza al secondo piano della locanda del vecchio teschio, un filo di luce entrava da uno spiraglio, andando a riflettersi sugli occhi chiusi di Xebo, che li aprì di scatto, “Quanto ho dormito?” si alzo di corsa andando ad aprire la finestra e quelle vecchie persiane in legno, all’esterno sulla via principale, le bancarelle del terzo giorno della settimana ricoprivano l’intera strada con persone che facevano acquisti da una bancarelle all’altra, era giorno di mercato ad Altair, e i commercianti delle regioni vicine si apprestavano a vendere ogni tipo di merce, dalle stoffe provenienti da chissà che parte della mappa ad armi tecnologicamente avanzate come balestre e sputa fuoco.
Fece un bel respiro, la notte era passata tranquilla e oggi finalmente avrebbe incontrato il misterioso maestro delle arti, il profumo di carne alla griglia gli entrava nelle narici facendogli ricordare che anche i Garguile diurni avrebbero dovuto mangiare e lui erano 3 giorni che non lo faceva.
Scese le scale e andò verso il bancone dove c’era il locandiere della sera precedente che aveva una discussione accesa con alcune guardie imperiali, fece finta di niente, si mise il cappuccio e si sedette in un tavolo all’angolo, per osservare la situazione “Ecco dove sei finito!hai dormito si dormiglione? Oggi dobbiamo fare un mucchio di cose” era Leka, che con la sua voce stridula e la parlata veloce non ci mise troppo a farsi riconoscere da Xebo, “Zitto e siediti” la voce seria di Xebo risuonò nelle orecchie del Fimir che senza aggiungere altro si sedetta affianco a lui direzionando lo sguardo dove puntava quello del Garguile.
La scena che si poneva davanti ai due spettatori era chiara, le guardie imperiali stavano cercando qualcuno che il locandiere probabilmente conosceva molto bene, il tono delle guardie era serio e deciso mentre da dietro il bancone nero l’uomo della locanda spiegava che l’individuo che cercavano non lo vedeva da diverse settimane, “Sappi che prima o poi verrà allo scoperto! E se scopriremo che ci sei in mezzo anche te troverai un bel posto, poco comodo nelle prigioni del castello Uomo!”.
Le due guardie conclusero il loro colloquio così, tra il silenzio generale della locanda, dove tutti i presenti ascoltavano in silenzio con aria indifferente ma attenta, si girarono verso la porta e fecero per uscire quando una delle guardie si girò, posò lo sguardo su Xebo e aggiunse “Tu.. Garguile, sei nuovo in città” Xebo lo guardò e dopo un breve silenzio “Si, ma non ci resterò molto, non perdiamo tempo nelle inutili presentazioni!” la guardia sorrise e accarezzandosi lo stemma del grifone a due teste cucito sopra la casacca dell’armatura “Quelli come te non portano bene, spero bene che non ci rincontreremo” , Xebo alzò le spalle in senso di indifferenza, le guardie si girarono nuovamente verso la porta d’uscita e uscirono dalla locanda
Passarono pochi minuti, mentre incominciò nella locanda un brusio generale di chi vuole dire qualcosa a qualcuno senza farsi sentire dagli interlocutori non interpellati, Xebo si alzò dalla sedia e andò verso il locandiere ancora sconvolto dall’inaspettata visita delle guardie, “chi stavano cercando?” il locandiere gli diede le spalle riempiendo un bicchiere di un liquore del colore del miele, “stavano cercando... un umano, per quanto riguarda quel Lavoretto che ti dicevo... “ Xebo lo interruppe “sono ad Altair da
nemmeno 24 ore e sto già andando a cacciarmi nei guai insomma...” il locandiere lo fissò negli occhi, poi Xebo concluse la frase “Mi piace!” a quel punto l’uomo dietro al bancone riempì un secondo bicchiere di liquore, “brindiamo alla buona riuscita del tuo lavoro” Xebo bevve il bicchiere in un solo sorso attendendo indicazioni, “Vieni seguimi nel retrobottega.
I Fimir ancora al tavolo seguì il Garguile e l’uomo della locanda nel retro del locale, passando dietro al bancone, il retrobottega era completamente pieno di scaffali, qualche botte, un piccolo tavolino dove cerano sparse delle mappe, una penna d’oca un calamaio e alcuni scritti.
L’uomo della locanda prese una pergamena raffigurante un cavaliere contro un drago, un dipinto che a vederlo avrà avuto una ventina di anni, il cavaliere nel disegno aveva una spada che emetteva una luce azzurra, e portava al collo un medaglione raffigurante le quattro fazioni, Fuoco, acqua, terra, aria, il drago era un drago Lich, un drago fatto di ossa, alto all’incirca sei metri, dalle ali strappate, il fatto che fossero strappate non gli permetteva di non volare, al contrario , era uno dei draghi piu veloci poiché pesava molto poco e riusciva ad arrivare dove pochi draghi potevano non temendo la fame e le condizioni atmosferiche.
Xebo prese in mano la pergamena, gli diede una breve occhiata poi guardò il Fimir intento di capire cosa stesse pensando poi si rivolse al locandiere “Si bello ma io cosa posso fare” il locandiere prese un’altra pergamena, scritta, la porse verso Xebo “Il medaglione permette a chiunque lo indossa di poter sferrare attacchi efficaci sui Draghi Lich, le guardie stavano cercando Sirol, poiché è venuto il
possesso di una delle parti del medaglione lei lich” Xebo abbassò lo sguardo, passò una mano dietro la testa e si sistemò i capelli, “Hei umano, questo non e ciò che hai detto ieri, mi parlavi di una missione da guerriero non da esercito di guerrieri cosa pretendi che io faccia? Che mi diriga nelle 4 fazioni a recuperare tutti i frammenti del medaglione? Tu sei matto” il locandiere fece un passo verso Xebo “ No non ti chiedo questo! Ti chiedo solamente di ritrovare Sirol, e recuperare il frammento di medaglione da lui, lo stanno cercando in troppi, si è dovuto nascondere nella foresta piovosa, devi portargli un messaggio, lui ti consegnerà il medaglione che tu porterai a me, in questa pergamena ci sono le coordinate per raggiungere il luogo esatto della foresta piovosa dove si nasconde”.
Xebo aprì la pergamena datagli dall’uomo pochi istanti prima, scritte, una serie di scritte a lui incomprensibili, imbronciò la fronte, e guardò il locandiere “ Si... qui.. c’è scritto tutto insomma” passando con l’indice sopra le parole, il Fimir vedendo la scena scoppiò a ridere “Tu un Garguile diurno alto oltre due metri... NON SAI LEGGERE?” rise ancora piu forte, lasciandosi scivolare sul pavimento con le mani sulla pancia per trattenersi dal ridere a crepapelle, il Garguile abbassò prima lo sguardo in senso di imbarazzo e un istante dopo andò verso il piccolo Fimir, lo afferrò dal vestito e con aria arrabbiata “Nemmeno tu saprai ridere dopo che ti avrò fatto rosolare sopra un camino acceso con una mela in bocca e una carota nel posto a te piu sacro stupido Fimir” il Leka con voce strozzata smise di ridere, “Beh io so leggere Xebo AMICO MIO...” Xebo lo fissò un istante poi guardò la pergamena per riporre gli occhi nuovamente sul Fimir, “Bene allora tu mi servi!” lo lasciò cadere a peso morto sul pavimento e
proseguì “sai leggere, potrei aver bisogno di uno scudo vivente, e non si sa mai che resto senza cibo!” Il finir si rialzò, togliendosi la polvere dai pantaloni e dalle spalle, “ si si scherza pure ma vedrai che avrai bisogno di me!” Xebo alzò le spalle poi prese la pergamena e la diede al Fimir, che passò una breve lettura, annuì un paio di volte con la testa tra l’impazienza del Garguile... sussurrò un paio di parole sottovoce in modo tale da non farsi sentire dai due presenti nella sala poi riarrotolò la pergamena e la infilò nella sacca che portava su una spalla, “Bene possiamo arrivarci”
Xebo guardò l’uomo della locanda, guardò il Fimir e disse “hai idea di quanto ci si metta ad arrivarci?” il Fimir squotè la testa due volte “Forse due, massimo tre giorni” Xebo fece un sorrisino, dentro di se pensava che cinque monete d’oro in tre giorni ne sarebbe comunque valsa la pena, aveva bisogno soltanto di una spada, la sua la aveva perduta nel precedente scontro qualche settimana prima, e con l’ausilio del solo pugnale che portava all’interno dello stivale non avrebbe fatto molto, tese la mano al locandiere “ allora ci vediamo tra tre giorni, prepara le monete UOMO” il locandiere lo guardo con aria rassicurante, “Non ti preoccupare Garguile!”
I due uscirono dalla locanda attenti a chi li potesse vedere, nel frattempo la locanda si era riempita di razze di ogni genere, tutte sedute e suddivise per i vari tavoli, all’angolo a destra tre orchi che bevevano pinta e mangiavano con le mani pezzi di maiale appena scottato, nel tavolo centrale due elfi che molto elegantemente mangiavano del pollo che le loro forchettone d’argento la quale portavano sempre con loro, nel tavolo a destra, vicino al bancone due lurgass, comunemente chiamati anche Uomini Topo per la
loro mascella pronunciata, denti visibilmente fuori dalla bocca, le orecchie piccole e una leggera peluria di colore grigiastra su tutto il corpo.
Uscirono dal locale, sulla via principale ancora piena di bancarelle mercantili, il sole del mezzogiorno quasi accecava gli esseri notturni come Xebo che se pur era un Garguile diurno la sua specie era strettamente notturna, il Fimir guardo Xebo, “Allora? Cosa si fa si parte? Eh si parte?” Xebo si guardò prima a destra, poi a sinistra della via affollata “Prima devo trovare una spada!, quante monete hai? Il piccolo Fimir prese la sua saccoccia di monete, tirò fuori una moneta d’oro e cinque monete d’Argento” ecco queste, però me le ridarai quando ti avranno pagato!” Xebo prese le monete e si diresse verso una bancarella poco distante, cerano armi da taglio di ogni tipo ma la sua attenzione cadde su una spada molto simile alla sua spada precedente, una classica spada in ferro con il manico ricoperto da cuoio scuro, lama lunga circa ottanta centimetri, elsa rotonda e guardia composta da due pomelli circolari pitturati di nero; “Interessante” disse ad alta voce, il commerciante pronto dall’altra parte della bancarella andò verso di lui, “Si signore è un’ottima spada ha un peso che fa identificare la spada come appropriata ad un guerriero del suo calibro e potrà averla per sole 2 monete d’oro” il Garguile prese la moneta d’oro e le cinque monete d’argento, si sfilo il coltello dallo stivale e li mise sul bancone, “Ho questo” disse con tono sicuro al negoziante, “mi dispiace guerriero ma non ritiro nulla che non sia qualcosa di seriamente valido, sono 2 monete d’oro se vuole la spada” il Garguile con aria scocciata ripose le monete nella sacca e si allontanò facendo cenno al Fimir di andare via, i due si recarono a destra della via e fatti un centinaio di metri Xebo iniziò a imprecare nella
lingua comune a lui conosciuta girandosi verso il Fimir “Mi spieghi come possiamo andare nella foresta piovosa senza un’arma?” il Fimir sorridendo guardò Xebo “Vedi che ti sarei stato utile amico mio?” Teneva in mano la spada appena vista dal commerciante, Xebo sgranò gli occhi “TU STUPIDO FIMIR SEI UN LADRO!” il Fimir fece lo sguardo di chi non capisce cosa gli è appena stato detto, “Non dovevi fare una cosa tanto stupida ora corri!” prese la spada dalle mani del Fimir e iniziò a correre verso quella stessa direzione quando dietro di lui si sentirono delle grida “ Sono andati da questa parte” erano le guardie imperiali che in un men che non si dica erano state avvertite del furto “stupido incosciente, lo sapevi che cerano le guardie appena fuori dalla locanda” i due correvano a piu non posso in mezzo alla gente, cercando di seminare le guardie, spingendo chi gli stava davanti o semplicemente evitando le persone, “Tu... tu la volevi quella spada! Ora non dare la colpa a me”, il Fimir iniziava ad avere il fiatone mentre continuava a correre “la volevo comprare non la volevo rubare” arrivarono in fondo alla via, la strada portava ad una piazza, in fondo alla piazza la grande cattedrale di Altair, sulla destra una via in penombra, il buio era dovuto alle case costruite molto attaccate una all’altra, sulla sinistra una via conduceva al porto e in direzione della cattedrale il cimitero di Altair, “seguimi svelto!” il Fimir conosceva una strada per uscire da quel pasticcio, si diresse verso la cattedrale, le guardie li stavano ancora inseguendo, ed erano a poco piu di una ventina di metri, potevano sentire il rumore delle loro spade sbattere contro le armature imperiali.
Corsero dietro la Cattedrale, passarono i cancelli dell’imponente cimitero, all’ingresso un cancello alto tre metri con due grifoni all’ingresso, uno a destra e uno a sinistra con la testa rivolta verso il cancello, passarono l’ingresso e si recarono lungo una piccola stradina, gli alberi la avvolgevano quasi completamente, era la zona piu antica del cimitero, correvano a piu non posso, sentivano ancora i pesanti passi delle guardie dietro di loro “Li infondo! Veloce” il Fimir sapeva bene dove stava andando, chissà quante volte era gia scappato per quelle vie, pensò Xebo, ma non importava, l’importante ora era scappare e correre piu lontano possibile per non farsi prendere, superarono una serie di lapidi vecchie di oltre duecento anni, e arrivarono davanti ad un loculo, alto poco piu di un metro, era raffigurato Azael il dio delle Ombre, il Fimir fece cenno a Xebo di spostare la parte superiore dell’oculo, “Cosa? Io non entro in una Tomba! La tomba di uno dei seguaci di Azael poi! No scordatelo” il Fimir nervosamente si girò a guardare la stradina, le guardie ancora non erano arrivate “veloce non è una tomba spostala!” il Garguile tirò un respiro pesante, sbuffò e spinse il grosso masso sopra il loculo.
Pesante? Non era pesante per niente, la parte superiore del loculo era fatta di qualche materiale leggero, al suo interno una scala, ceh scendeva per diverse decine di metri, il Fimir di corsa iniziò a scendere le scale, Xebo iniziò la discesa e con un braccio richiuse il loculo, i due smisero di respirare, attaccati alla scala per poter tentare di sentire se le guardie avevano visto il passaggio, sentirono il tintinnio delle armature, si erano fermate poco distanti dal loculo: “Da che parte sono andati?, non è possibile siano spariti in questo modo!” dai rumori che facevano le guardie erano chiaramente spaesate, i passi erano circolari, come di chi si sta guardando tutte le possibilità di fuga “Eccoli la infondo!” ricominciarono a correre lungo il proseguire della strada, erano salvi.
“Dannato .... Pazzo! Quelli potevano ucciderci!” Iniziarono la discesa, Xebo era furioso nei confronti di Leka, ogni gradino trovava una buona offesa per il compagno di avventure, mentre il Fimir in silenzio subiva le parole forti del Garguile, scesero per il cunicolo completamente buio, dal rimbombo della voce doveva essere molto stretto e lungo, la temperatura iniziava a scendere quando finalmente dopo una manciata di minuti toccarono il suolo.
Erano all’interno di una galleria alta poco piu di tre metri, era buia completa a parte una piccola lucina proveniente dal fondo della galleria, era una luce riflessa proveniente sicuramente da una fiaccola attaccata al muro, la luce rossastra, con sfumature di giallo fece tornare in mente a Xebo un episodio risalente a qualche tempo prima, un flashback, immagine confuse si sovrapponevano nella sua mente come tante foto, un castello, del fuoco, la notte fonda, un’armatura nera, erano troppo confuse per riuscire a dargli un senso logico “Hey ci sei?” riprese la visione della realtà, si ritrovava in ginocchio verso quella lontana luce con il Fimir che lo fissava stupito.. “si.. Xebo tutto a posto?” Xebo lo guardò, scosse la testa e si rialzò, e si recò verso la luce “andiamo forza, abbiamo una missione”.
I due camminarono per dieci minuti circa, la luce si avvicinava sempre di piu e finalmente si poteva scorgere le pareti del tunnel che stavano percorrendo, era di pietre molto antiche, forse aveva l’età del cimitero o forse erano anche piu antiche, arrivarono ad un angolo, voltarono a destra e si ritrovarono in una sala rotonda, alcune fiaccole erano alle pareti, all’interno della sala un tavolo, dei mobili in noce degli stendardi di Altair, a destra della sala una
bandiera, era il simbolo del cavaliere bianco, in fondo un piccolo trono con una persona seduta sopra, una piccola persona, aveva adosso una casacca violacea con un cappuccio che non lasciava vederne il viso, si intravvedeva soltanto una folta barba che arrivava all’altezza della cintura, Xebo guardò Leka confuso, Leka fece un sorrisino “lui è il potente custode delle chiavi di Altair”, tornò serio per qualche istante e camminò verso l’uomo “maestro chiediamo di poter uscire dalla città con il tuo aiuto”, aspettò qualche istante ma non ebbe risposta, quindi con tono piu pacato “MAESTRO CHIEDIAMO DI POTER USCIRE DALLA CITTA’ CON IL TUO AIUTO!” attesero qualche istante, il Fimir si girò verso il Garguile che scosse le spalle e imbronciò il viso, il Fimir si avvicinò ancora qualche passo “maa... maestro” nulla. Non una risposta non un movimento, Xebo sbuffò e si diresse deciso verso l’uomo lo scosse fortemente e ottenne una reazione inaspettata, l’uomo si alzò di scatto fece scendere il capuccio “Hey cosa volete chi siete non ho meneteee”.
Era un Fimir, Xebo scosse per l’ennesima volta la testa, lo guardò e disse “come facciamo ad uscire di qua?” il vecchio Fimir era stato svegliato dalla forza bruta del Garguile ed era rimasto scioccato da un risveglio cosi brusco, guardava i due con occhi sbarrati in silenzio, si voltò verso Leka “quante volte Leka ti ho detto di non svegliarmi così! Sono vecchio prendo paura! E tu Garguile..” si interruppe, guardo fisso Xebo “Un Garguile... di giorno?” Xebo si grattò la testa guardo Leka e disse “e questo sarebbe il tuo maestro? Non so chi è piu inutile se tu o lui!” riguardò il vecchio Fimir “i Garguile si dividono in notturni e diurni, da quanto non esci da qua dentro Fimir?” il vecchio Fimir si alzò andò in direzione di una piccola cucinetta sulla destra del trono, prese dell’acqua stagnante
ferma in un secchio, la mise in un pentolino e la mise su un fuoco “sono molti anni guerriero, molti anni” si girò verso i due, prese una lunga pipa argentea e se la mise in bocca ancora spenta, “in che guaio vi siete cacciati oggi” rivolgendosi a Leka, che subito abbassò lo sguardo in senso di sconforto “noi... noi siamo inseguiti dalle guardie maestro”, il vecchio Fimir si accarezzò la barba fece qualche strano verso con la bocca e puntò il dito al tabacco della pipa, fece un piccolo gesto e accese la pipa.
Xebo guardò il maestro con aria stupita “sei un mago dunque vecchio!” il vecchio Fimir fissò Xebo con aria seria, “si Garguile sono un mago della fazione del fuoco, ma sono qui da tanto tempo” il Garguile prese una sedia e si accomodò affianco a lui che nel frattempo si sedette sul trono dopo aver messo un’erba all’interno dell’acqua stagnante versata in una tazza di coccio. “Perché un mago deve nascondersi qua dentro dunque?”continuò Xebo incuriosito il mago guardo il Garguile poi bevendo l’intruglio “Vedi, Altair è piena di vie sotterranee, erano state costruite oltre 300 anni fa in caso di un’attacco da parte delle forse del male, ora le forze del male e quelle del bene si dividono il territorio e i loro confini sono il giorno e la notte, io avevo avuto il compito di avvertire in caso si fossero scoperti i passaggi, io e molti altri, sfortunatamente cambio l’imperatore, assassinato nel suo castello, si dimenticarono di me e io rimasi chiuso qui sotto”
Xebo lo guardò con aria titubante “Ma tu puoi uscire quando vuoi cosa ti spinge a stare qui sotto?” il vecchio Fimir fece un tiro di pipa, assaporò il tabacco e fece uscire il fumo dalle narici “la mia missione non è mai finita Garguile, fino alla mia morte io sarò il custode del
passaggio” il Garguile ancora piu confuso lo guardò e con aria seccata “tu hai parlato di 300 anni fa, lo sanno tutti che i Fimir non vivono 300 anni” il vecchio Fimir fece un sorriso poi guardò negli occhi Xebo “Garguile, nulla è come sembra, e io sono qui da oltre 300 anni” Xebo sentì quella frase rimbombare nelle orecchie come ripetuta cento volte, quella frase lo inquietò e rimase qualche istante spaesato, poi prese parola “Puoi farci uscire da qui senza passare per la città dunque?”
“certo basta che vi apra il passaggio giusto, arriverete alle porte della città, in meno di un’ora, ma ricordate che nessuno è a conoscenza dei passaggi, dovrete stare attenti a non farvi vedere” Xebo scosse la testa in segno di approvazione, “Bene allora andiamo!” si alzò dalla sedia, seguito dal vecchio Fimir che andò verso un lato della stanza rotonda, tirò una fiaccola appesa al muro e aprì un passaggio tra il grosso muro di pietra, “capirai molte cose di Altair Garguile” continuò il mago, proseguite per il corridoio arriverete fuori dalla città e tu Garguile, Benvenuto ad Altaire”.
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Finalmente, l'aspettavo con ansia, grande modo di stillare un racconto. Complimenti
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racconto molto interessante e ben fatto. Secondo me conviene pubblicare stralci più corti, un po' a misura di post standard. Ma complimenti!
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quoto :-)
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Ciao Marta! in realtà, la mia idea era quella di mettere il primo capitolo per invogliarne la lettura.. e dalla prossima domenica, pubblicherò porzioni di capitolo piu corti sperando ci sia chi viene coinvolto nella storia :)
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