Storia della "mia" musica ( ATTO QUARTO )

in ita •  7 years ago  (edited)

ATTO IV DI IV : "la sfida"

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Immagine CC0 creative commons [pixabay.com]

Saint-Nicolas, Valle d'Aosta, agosto 1999.

Guardavo assorto le travi in legno della mia stanza, disteso a letto, mentre ascoltavo "News of the World" dei Queen.
Vagavo nell'immaginazione e "vedevo" un'idea, un progetto. Avevo voglia di mettermi in gioco, ma non da solo, volevo un gruppo per suonare insieme la musica che amavamo e poi, chissà, trovare il modo di iniziare a suonare in pubblico.

Ma non conoscevo nessuno, ancora, ed io avevo fretta perché mi sentivo sufficientemente pronto. Per comporre un gruppo innanzitutto ci vogliono batteria, basso, chitarra e voce.
Io alla chitarra ma poi?
Dovevo inventarmi qualcosa. Le scuole medie non erano finite da molto e i ricordi erano ancora vividi. C'era un mio compagno di classe che non perdeva mai occasione di "suonare la batteria" con la bocca e gli piaceva! Aveva un senso del ritmo molto spiccato e poi, con un fratello maggiore che ascoltava Metallica, Iron Maiden, Manowar, Saxxon e chi più ne ha più ne metta aveva un Dna molto Hard Rock.

"Perché non convincerlo a prendere lezioni di batteria dato che era portato?" e pensavo già a come spingerlo in questa strada.

Un altro mio compagno, amante anche lui di musica Rock e Hard Rock sarebbe stato un bassista ideale anche se non aveva mai preso in mano uno strumento.
Per far sì che potesse accettare anche lui, dovevo approcciarlo in maniera diversa, dato che sarebbe stato difficile trovare un maestro di basso nel brevissimo termine.
Quindi mi sono chiesto se insegnargli gli accordi di chitarra incentrandosi molto poi sulla ritmica ma soprattutto su "giri di note" da basso sarebbe stata un approccio soft.

Quella settimana in montagna non finiva più ed io volevo correre a casa per incontrare i miei due amici, per parlargli del mio progetto, ci credevo molto.
Sì, è vero, la mia fretta non sarebbe stata soddisfatta nell'immediato perché far partire due ragazzi da zero avrebbe potuto significare tempo, parecchio tempo.

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Immagine CC0 creative commons [pixabay.com]

Credo di poter dire che sia stato un trionfo perché l'entusiasmo di entrambi, forse spinto dal mio, li ha catapultati direttamente sulla mia linea d'onda e che risultati!
Accordi di chitarra appresi in due mesi dopo aver passato due ore al giorno, tutti i giorni. Eravamo entrambi sfiniti, ma dopo questo training super accelerato il basso era già stato acquistato!

E che dire del provetto batterista che, ancora prima di cominciare ad andare a lezione si è fatto prestare lo strumento e con stupore generale, con in mano le bacchette faceva vedere quanto era portato...incredibile.

Lo stesso autunno di quell'anno ci trovavamo tre volte a settimana, dalle tre alle quattro ore a studiare i pezzi che volevamo suonare, acquisendo sempre più anche metodo e dimestichezza. L'affiatamento era già palpabile fin dall'inizio e correvamo veloci.

Non aveva prezzo poter suonare con amici di una vita, soprattutto io ero felicissimo perché avevo intuito bene le loro capacità. Una volta provati svariati cantanti senza successo, mi propongo di cantare io per ovviare alla difficoltà e non perdere tempo. Dopo qualche anno facciamo entrare un altro chitarrista per supportarmi nelle parti e soprattutto per poter eseguire il più fedelmente possibile il genere che volevamo intraprendere.

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Immagine CC0 creative commons [pixabay.com]

La realtà non ci favoriva, il genere che suonavamo purtroppo non era appetibile e pertanto ci ritrovavamo a suonare nelle feste di paese o in qualche locale ad hoc: e ce n'erano pochi.
Poi la svolta, nell'aprile del 2005, partecipando ad un concorso e classificandoci in buona posizione, ci arriva il mese successivo una chiamata da un locale di Milano, e che locale, un palco ambito da molti e calpestato nei suoi 28 anni da Artisti Internazionali: il Rolling Stone.

Dovevamo preparare tre pezzi di cui due cover e uno di produzione propria e la febbre cominciava a salire...ricordo i preparativi, la scelta delle canzoni, le ore interminabili a provare e riprovare.
Quella sera su quel palco eravamo indubbiamente tesi, non eravamo abituati alla professionalità degli addetti ai lavori ed alla qualità delle strumentazioni.
Anche se per un quarto d'ora è stato INCREDIBILE, ci saranno state duemila persone ma la paura fortunatamente è sparita subito perché avevamo un pubblico che conosceva molto bene le canzoni e interagivano!
Questo mi ha colpito molto, e quel quarto d'ora avrei voluto potesse durare all'infinito soprattutto dopo i complimenti ricevuti dal proprietario e da un discografico che disse testuali parole : " Avete talento, andate avanti così ".

Negli anni successivi purtroppo abbiamo avuto molti cambiamenti, inserimenti di elementi nuovi, e negli ultimi anni, con una formazione totalmente nuova, il metal abbandonato, ci siamo imbattuti in progetti diversi che per farci suonare nei locali e permetterci di portare a casa qualcosa hanno sinceramente un po' snaturato le fondamenta di noi tre che abbiamo creato dal nulla qualcosa di interessante e carico di passione.
Il bello dell'ultimo progetto è stato, ancora una volta , l'inserimento nel gruppo di altri due nostri amici di sempre, e questo sarà sempre un piacere indimenticabile.

Dopo molti anni, prendiamo tutti la decisione di smettere definitivamente, vuoi l'età, gli impegni, il lavoro, non avevamo più le ore a disposizione come quando eravamo ragazzi.
La cosa più brutta non è tanto lo smettere in sé, quanto il dover interrompere qualcosa che creava una magia, che alimentava passione.

Sono tornato a suonare quindi solo, per un po' fino a quando gli impegni hanno definitivamente tolto la possibilità di andare avanti.
Ma non mi sentivo a posto, qualcosa di enorme mi mancava e quindi, senza pensarci minimamente, ho deciso di concludere momentaneamente la mia fase da chitarrista suonando per mia moglie, al mio matrimonio.

Volevo creare un'esplosione incredibile di emozioni e ci sono riuscito. Non dimenticherò mai quei momenti e ancora oggi, dopo quattro anni, sono ancora fermamente convinto che quella data, 07 settembre 2013, in cui mi sono unito per sempre a mia moglie non è stata sicuramente l'addio all'unico altro vero amore: LA MIA MUSICA.

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[immagine dell'autore]

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Hai suonato al mitico ROLLING STONE di Milano????
Stavo per scrivere che pure io ho vissuto un avventura simile alla tua: la composizione di una band locale, i demotapes (su DAT perche i CD ancora erano appannaggio per pochi negli anni novanta),le serate a esibirci con tanto di compagnia di amici a seguito, le prove il mercoledi sera in sala....ma quando ho letto DOVE hai suonato mi sono detto "Meglio stare zitti" :D

Eh sì, è stato bello anche se è durato poco ed il genere alla fine dei conti non ci ha mai aiutato alla lunga. Anche noi abbiamo fatto un paio di registrazioni ma su CD :-D. Ci siamo resi conto subito che quel palco era qualcosa di mai visto. Posso dire di aver avuto una grande esperienza!