Non si finisce mai di imparare: la scienza ci regala quotidianamente scoperte riguardanti nuove galassie lontane anni luce, nuovi comportamenti dell’ecosistema che ci circonda, ma è bello vedere come ci sia ancora un mondo da scoprire rappresentato dal corpo umano.
L’interstizio è un “nuovo” organo del corpo umano: è costituito da una fitta rete di canali distribuiti lungo tutto il corpo costituita da un particolare fluido (detto interstiziale). Il suo ruolo è quello di ammortizzatore anatomico contro i colpi e gli urti che il nostro corpo subisce; potrebbe inoltre spiegare anche alcuni meccanismi sulla propagazione dei tumori e di altre malattie.
Praticamente l’interstizio si trova sotto la pelle, ma anche nei tessuti che rivestono altri organi come i polmoni, i muscoli, l’intestino ed i vasi sanguigni. Non a caso ad oggi lo si potrebbe considerare tra gli organi più estesi del nostro corpo.
CC0 Creative Commons, Il corpo umano, Fonte
La scoperta
Come spesso accade nella storia delle scoperte, spesso queste avvengono in modo casuale (Colombo e le Americhe, Fleming e la penicillina, Röntgen ed i raggi X) e sono ricordate anche per questo motivo (il termine che descrive questa tipologia di scoperte è “serendipità”).
Nel 2015 gli endoscopisti Carr-Locke e Benias, durante un’analisi endomicroscopica confocale laser sul dotto biliare di un loro paziente malato di tumore, notarono con stupore alcune concavità unite tra loro al livello del tessuto nella mucosa; fino a quel momento non era mai stata notata o studiata una struttura anatomica simile. Così gli endoscopisti israeliani fecero vedere le immagini ottenute al patologo Neil D. Theise della New York University School of Medicine negli Stati Uniti, il quale sottopose la stessa porzione di tessuto ad una biopsia tradizionale.
MA!?!?
Al microscopio, la fitta rete composta da cavità cosparse di liquido non era presente.
Solo in seguito i ricercatori sarebbero riusciti a dimostrare che quello che si presentava al microscopio era soltanto un residuo dei tessuti “collassati”: il fluido interstiziale che li riempiva era scomparso e i fasci di proteine erano “franati” su loro stessi; il risultato era quello di un tessuto connettivo denso e compatto, ovvero quello che i ricercatori avevano sempre visto.
Si è intuito poi che lo studio dell’interstizio fosse possibile solo in vivo dei tessuti: ciò sarebbe stato possibile con l’ausilio del nuovo tipo di analisi.
La pubblicazione della scoperta è stata effettuata su Scientific Reports.
Le conseguenze di questa scoperta comporteranno grandi novità ed importanti conseguenze per capire alcuni processi fisiologici ed alcune malattie come il cancro, di cui potrebbe aiutare a spiegarne la diffusione.
La nuova tecnica dell’ endomicroscopica confocale laser è stata sperimentata su 12 pazienti affetti da tumore ed in seguito ad un intervento chirurgico per la rimozione di dotto biliare e pancreas. La tecnica ha permesso di analizzare al microscopio la struttura dei tessuti direttamente in vivo. Come?
CC0 Creative Commons, New York Univerity, 1835, Fonte
Il sistema di analisi prevede un endoscopio per visionare l’interno dei vari organi, con l’ausilio di un laser per illuminare i tessuti e con alcuni sensori che esaminano i raggi fluorescenti riflessi dal campione studiato.
Le informazioni ottenute dai dotti biliari sono state confrontate con altri studi (effettuati a 60-70 micrometri) sulla pelle, la mucosa gastrointestinale e la vescica: in ogni parte del corpo soggetta a verifica è stata riscontrata la presenza dell’interstizio: la struttura reticolare in questione sottoposta a pressione agirebbe, secondo quanto documentato dai ricercatori, come una resistenza per evitare che i tessuti subiscano danni in seguito alle pressioni generate dal movimento di muscoli, organi e vasi sanguigni.
L’interstizio è comunque a sua volta sostenuto da una fitta rete di fasci di elastina e collagene.
Il patologo Thiese ha commentato: “Questa innovativa scoperta potrà portare ad grandi progressi in ambito medico, soprattutto grazie al fatto che l’analisi diretta del liquido interstiziale potrebbe diventare un importante strumento diagnostico” per la diagnosi preventiva di malattie infiammatorie e soprattutto del cancro.
Analizzando anatomicamente l’interstizio, questo è in collegamento diretto con il sistema linfatico, da cui giunge il liquido interstiziale che ne riempie le cavità. Tale collegamento con il sistema linfatico spiegherebbe la causa per cui il cancro, che invade il tessuto interstiziale, abbia maggiori probabilità di espandersi.
Oltre alla prevenzione del tumore questo nuovo organo potrebbe svolgere un ruolo importante anche nella formazione di rughe della pelle e nell’irrigidimento degli arti.
"All'interno del fluido dell’interstizio si evidenzia la presenza di cellule staminali mesenchimali" dice il patologo Theise " che sarebbero in grado di contribuire alla creazione del tessuto cicatriziale osservato nelle malattie infiammatorie. I fasci di proteine che permettono il mantenimento della struttura sono forse in grado, quando si piegano, di formare piccole correnti elettriche, seguendo l'andamento di organi e muscoli: questa straordinaria caratteristica potrebbe avere un ruolo chiave ed essere sfruttata anche nell’ambito di tecniche come l’agopuntura.*"
Bibliografia
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