Questione di misuresteemCreated with Sketch.

in ita •  6 years ago  (edited)


Immagine di mia proprietà

Questi sandali mi hanno ricordato “qualcosa”, e li ho subito comprati. Mi hanno anche ispirato questo post: Buona lettura!

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Shopping.

Una parola in grado di far sorridere e sognare qualunque essere di sesso femminile.

O quasi.

Se rientri all’interno di quella che i marchi produttori, la moda e la tua naturale costituzione hanno deciso essere la “normalità”, la “media”, allora buoni acquisti.

Se così non fosse, complimenti: rappresenti una preziosa variazione sul tema “Esseri umani”, che però dovrà lottare per vestirsi probabilmente per tutta la vita.

E’ solo alla “media” che le multinazionali si rivolgono, stabilendo non solo chi rientra nella “media”, ma rendendo i range che la delimitano di lustro in lustro sempre più striminziti, ed immettendo sul mercato prodotti sempre più standardizzati ma economici e quindi con alto profitto, tanto omologati che oserei definirli piatti.


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Piatti come i reggiseni imbottiti dei franchising, pensati per gente senza tette, che non tengono conto della diversità nelle forme e dimensioni dei seni e dei toraci, i quali, al contrario, richiedono tagli e cuciture differenti per esaltarne la bellezza. Non lo sapevate, vero? Io l’ho imparato in uno di quei negozi di corsetteria vecchio stile, dove in un attimo la proprietaria ha squadrato il mio petto dandomi il prodotto perfetto per me e spiegandomi la differenza fra taglio a due e taglio a vivo, seno ascellare e seno centrale. Altro che franchising, dove se provi la prima misura coppa A e la quinta misura (quando ce l’hanno) coppa D sembra quasi che non ci siano differenze. Anche le tette devono essere standard, signori miei, tutte uguali.

Mercanzia differente = sbagliata.


Classico esempio di mercanzia differente (sbagliata?)
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Allo stesso modo, ovviamente, capita che se sei troppo alta/o, troppo bassa/o, troppo magra/o o troppo grassa/o, la parola shopping evochi desideri proibiti e addirittura quasi irrealizzabili, estenuanti ricerche di qualcosa di adeguato, inconsolabili pianti nei camerini dei negozi o nell’intimo della propria stanza.

Tante di noi hanno sognato con le mille mila mise delle protagoniste di Sex and the City; quasi tutte hanno creduto di essere escluse dal club perché non newyorkesi, nascondendo però quella che invece è la parola chiave del successo delle protagoniste (oltre ai soldi): la taglia perfetta.

Per chi ha la taglia perfetta (ed ovviamente buon gusto) non è difficile vestirsi da capo a piedi di abiti di classe e sempre alla moda.
Tutte le altre, ci arrangiamo come meglio possiamo.

Senza voler abusare anche io del tema “taglie”, già fin troppo usato e abusato, parlerò invece di “misure”: quelle delle scarpe.
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Se c’è una cosa che mi dà immensa gioia è proprio il mio perfettamente-nella-media piedino 39, che mi consente di trovare la scarpa che mi piace avendo prima potuto provare, criticare, scartare, ed infine scegliere fra tante possibilità, sviluppando così un mio personale stile ed inseguire ora la moda ora la comodità.

Mi piace comprare scarpe senza dover piangere nei camerini.

Non tutti sanno, però, che se una persona è alta, probabilmente anche il suo piede sarà proporzionalmente più grande. E questo, per una donna, potrebbe diventare una tragedia.

Mia sorella, ad esempio, dall’alto del suo metro e settantacinque, si ritrova un bel 43 di piede. Cosa c’è di male nell’essere alti? Nulla. E nell’avere 43 di piede? Tutto. Le scarpe per donna arrivano per lo più al 40, al 41. Ad eccezione di scarpe da tennis, sneakers, All Stars e qualche ciabatta. Ma come fai a mettere le All Stars ad una cerimonia?! O anche solo sotto un vestitino quando esci la sera?!

Per lei, trovare scarpe femminili è sempre stato una tragedia. Certo, c’è internet. Ma le scarpe sono fra quelle cose che vanno provate, meditate, confrontate… e poi per una ragazza acquistare online le scarpe perché non hai altra scelta è davvero triste, credetemi.

Qualche giorno fa, però, mi disse “hanno aperto Deichmann, mi fai compagnia?”. Io credevo fosse un’altra catena di scarpe sportive. Invece è un negozio di marchio tedesco di scarpe un po’ di ogni genere, di qualità magari non eccellente ma con prezzi molto contenuti, e che arriva appunto al piede 43 per donna.
La mia sorellina ha potuto finalmente acquistare bene TRE nuove paia di splendide scarpe femminili e non sportive, ed io, bè… non ho resistito alla tentazione dei sandali con sopra una “piuma d’oro” che ho inserito a inizio post.

Halleluja!

Ci volevano i tedeschi per importare scarpe di misura ragionevole? Posso credere che solo in Italia nascano donne col piedino da fata? Le ragazze con il piede grande esistono, ne conosco molte e sono in aumento. Ma più in generale, perché comprare un pantalone o una maglia o un reggiseno o un vestito o un paio di scarpe deve diventare una tragedia per qualcuno? Non ci sono già abbastanza problemi seri nella vita per doversi preoccupare anche di queste sciocchezze?

Perché, in questo mondo di omologati ed omologazioni di massa il “diverso” di ogni tipo, persino di taglia o misura, viene emarginato, discriminato, persino ghettizzato, ed allontanato dal resto della “società nella media”?

Chi sta indirizzando il nostro mondo verso la massificazione e quell’uniformità che sfocerà inevitabilmente nella spersonalizzazione dell’essere umano? Stiamo naufragando verso gli uomini in tuta blu di 1984?
Quesiti forse frivoli, ma sono certa che questi temi tocchino una percentuale enorme di persone.

Perché in fondo, siamo tutti diversi.

E perché in fondo è molto più bello così.

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Il mio piedino fatato va da 40 a 41 a seconda del modello della scarpa e già ho trovato spesso difficoltà io, quindi capisco tua sorella e lo snervante pensiero di dover comprare scarpe.

Il mondo ci sta portando davvero in una brutta direzione, dove davvero la "roba bella e buona" c'è solo per una fascia di persone perfette, che ahimè non rappresenta la popolazione. L'Italia più che mai, forse perché fulcro dell'alta moda, ha intrapreso questa stradaccia.

Ps. Le tue scarpe, bellissime, mi hanno ricordato Xena e Olimpia (lo stile)

Eheheh! Chi meglio di te, allora, può comprendere la spinosa questione!

Al di la della moda, poi, che è solo lo specchio della nostra società, si tende oggi più che mai ad emarginare chi ha un minimo di diversità, facendolo come minimo sentire inadeguato. Questo vale per qualunque tipo di variazione sul tema, sia riguardanti l'aspetto esteriore che i gusti o le attitudini personali, a volte persino il linguaggio ti discrimina, se discorde dalla massa.
Ecco perché accennavo a 1984, verso cui ho l'impressione che stiamo lentamente andando (o ci stanno indirizzando?).

PS: Graaaazieeee! In effetti hanno quel non so che da dio Mercurio che intriga!

Ottimo articolo @piumadoro, credo che possa essere utile a molte.

Grazie mille!
Pressati dal mondo, spesso ci facciamo scoraggiare se non siamo tutti allineati gli uni agli altri, dimenticando che la nostra diversità è ciò che ci rende unici.