Cronache di Godan Tetra - L'inizio.

Da giorni viaggiavano per le terre sferzate dal vento gelido del nord e non erano giunti in nessun luogo adatto, le labbra screpolate, i piedi gelidi e il dolore della carne che a un passo dal congelamento ti toglieva anche quel poco di volontà rimasta.

All'orizzonte quello che ai nostri occhi appariva come un muro di neve.
Le guide del posto erano quasi certe che avremo trovato terre libere dal controllo dei molti regni che si sviluppavano nei dintorni, era comprensibile, questo inferno di neve e ghiaccio non poteva attrarre che una signora disperata, in cerca di nuove terre come me.

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Emilia è il mio nome, nata nelle terra di un padre assassinato e una madre morta prematuramente, sono stata cacciata da quello che doveva essere il mio futuro marito a causa della mia scarsa dote. Dopo avermi disonorata ed essersi appropriato delle terre che sarebbero dovute passare a me, mi trovai qui nel mezzo del bianco nulla alla ricerca di brandello di terra per me e i pochi che mi hanno seguita.

Passarono i giorni, ed ecco, l'orizzonte che sembrava un ammasso di neve si rivela essere una foresta gelata, tanta e tale lo spessore della neve , da non farci capire a distanza la sua natura.

Forse eravamo salvi, forse era solo una vana speranza o l'inizio di una nuova pena.
Così fu, nei giorni seguenti, dovemmo viaggiare all'ombra degli alti abeti rossi, che riparavano la poca luce del sole imprigionandoci sotto una cappa di gelo ancor più tremenda di quella patita fino a quel momento.

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Il decimo giorno, dentro la foresta alcune e donne anziane e deboli, sfinite dal freddo si congedarono dalla vita, lasciandomi i loro nipoti in consegna, nella speranza che li avrei condotti in salvo. Un altro uomo morì, il giorno dopo e un altro ancora.

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Ne abbiamo fatta di strada, mi raccomandai a Dio, non potevo sapere che da li a poco avremmo scorto una radura e sfiniti ci saremmo decisi a stabilire un accampamento per non andarcene mai più.

Continua...

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