Dopo la scelta di Di Battista di incontrare i cittadini a pochi metri dalla villa di Silvio Berlusconi ad Arcore, abbiamo deciso di raccontarvi la storia di villa Certosa, che è stata ricostruita durante il processo a Marcello Dell'Utri e raccontata da vari pentiti. Tutto ha inizio negli anni '70 e '80, quando il boss Pippo Calò, che viveva a Roma sotto falso nome, investì ingenti somme di denaro in speculazioni edilizie in Sardegna realizzate da costruttori prestanome e riciclando i soldi ottenuti dai riscatti seguiti ai sequestri di persona. Al maxi investimento in Sardegna parteciparono anche altri boss e due componenti della Banda della Magliana, Ernesto Diotallevi e Domenico Balducci. Il compito di comprare i terreni vista mare e renderli edificabili era di Flavio Carboni, che nel giugno 1993 ammise che i finanziamenti li procurava Balducci ottenendo i prestiti da Calò. Mentre la segretaria di Carboni testimoniò che Calò consegnava grosse somme di denaro a Carboni. Durante le indagini si scoprì inoltre che le prime ville venivano utilizzate come covi dove si rifugiò Danilo Abbruciati, killer della Banda della Magliana. Gli atti di compravendita poi dimostrarono che uno dei tre proprietari era Domenico Balducci che, prima di essere ucciso in un agguato nell'ottobre 198, cedette la sua quota a Guido Cercola, braccio destro di Calò. Nello stesso punto della costa anche Carboni possedeva una villa che poi vendette a Lo Prete e Attilio Capra De Carrè, che a loro volta la rivendettero a Silvio Berlusconi con 21 miliardi di lire e che ribattezzò villa Certosa.
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