Il nuovo marketing nell'era dell'informazione

in ita •  7 years ago 

Oggi ci colleghiamo brevemente al discorso di innovazione tecnologica e cambiamento che vediamo al giorno d’oggi nell’era dell’informazione che ho brevemente introdotto nel post di ieri. Quelli che hanno segnato a mio parere il vero cambio di paradigma sono stati i primi pionieri dell’informazione globale: Google ed in seguito Facebook.

Google nasce come semplice motore di ricerca, senza sapere inizialmente come monetizzare questo servizio che forniva agli utenti di internet (immaginate oggi di dovervi ricordare a memoria tutti gli indirizzi dei server che frequentate di solito: impossibile! Ma era così). L'impiego di un motore di ricerca ha reso enormemente più user friendly l'utilizzo della rete aumentando il numero di utenti connessi in modo esponenziale; ed ecco la chiave: le persone, l’informazione. Le persone usano google per le loro ricerche, dai suoi server ha così iniziato a “spiarci” e collezionare un po’ dei nostri gusti personali. Ha proposto così alle aziende di venir inserite tra i primi risultati delle ricerche effettuate in modo da influenzare l’utente finale sulle sue scelte. Per questo se ora scriviamo “apple” su google abbiamo risultati che ci portano ad iphone e mac invece che al “famosissimo” ortofrutta “Apple snc” di qualche paesino in America. Anche a parità di traffico tra le due possibilità, il primo risultato è quello che in generale ha incrementato le casse di google con più dollaroni. Google ha quindi creato un enorme servizio di marketing che continua ancora a crescere, costi bassi e scarsa necessità di personale con fatturati mondiali da capogiro, integrando il servizio con youtube, gmail, drive, maps, chrome ecc. Tutti gratuiti e di alto livello, ma che si basano sullo stesso principio remunerativo per l’azienda.

Su quest’onda nasce facebook che si propone come primo social network su scala globale in grado di collegare le “vite” delle persone in tutto il mondo. Fornendo i dati della nostra vita per condividerli con i nostri amici forniamo a facebook tutta l’informazione necessaria per garantirgli un’enorme fatturato… Dai nostri profili nascono pubblicità mirate su algoritmi specifici per invogliarci a comprare alcuni prodotti, vengono effettuate indagini di mercato ecc. Avete idea di quanto ha speso Trump per la sua campagna elettorale su piattaforme online?

Il marketing mirato e personalizzato per l’utente sta portando al decadimento della comune pubblicità televisiva o sui giornali: un determinato prodotto viene portato all’utente che lo sta effettivamente cercando o che ricade nella sua area d’interesse, piuttosto che all’intera massa indiscriminatamente. Il denaro investito in pubblicità da un’azienda da quindi risultati migliori sull’effettiva vendita: è più facile vendere una bistecca agli amanti di ristoranti di carne o che hanno appena acquistato un barbecue, piuttosto che ad un vegano o vegetariano.

Da questo concetto nascono le figure degli youtuber e del brand come persona in quanto influencer, ossia in grado di influenzare in modo più o meno esplicito i propri sostenitori sulle scelte che questi effettueranno per gli acquisti nell’area merceologica di riferimento. È un fattore psicologico, vi faccio un esempio: se seguiamo un canale youtube di tecnologia ed ogni giorno la persona che realizza il video vi mostra un mac, quando vi troverete a dover cambiare pc, assocerete l’idea di computer a quella di mac, non perché è più bello più funzionale o altro ma semplicemente perché inconsciamente sembrerà la scelta più corretta e voi avrete un’alta probabilità di comprare un mac invece che un altro pc. Se mi piacciono gli animali e seguo un canale che parla quasi esclusivamente di gatti, anche se la mia passione erano gli animali in genere, avrò il desiderio di avere anch’io un gatto piuttosto che un cane. Il nostro cervello primitivamente funziona come quello dei bambini che se vedono spiderman in TV, a carnevale vogliono travestirsi da uomo ragno.

Come fare a non farci influenzare in questo modo? Valutare sempre i pro ed i contro: se desidero capire veramente un argomento d'interesse dovrò seguire le persone che me ne parlano bene quanto le persone che me ne parlano male, in questo modo avrò un ampio panorama cognitivo sul tema e potrò decidere con più consapevolezza come comportarmi a riguardo.

Avete mai pensato a quanto siamo condizionati ogni giorno nelle nostre scelte senza rendercene conto?

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Immagini da Pixbay.com

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La società e l'ambiente in cui cresciamo ci danno inevitabilmente un primo condizionamento. In seguito, è vero che silenziosamente e sottilmente siamo ulteriormente condizionati da tutto ciò che descrivi. Credo che il primo modo per uscirne sia il diventarne consapevoli. La consapevolezza è un'arma polivalente e ci aiuta molto ad uscire fuori da questo genere di meccanismi.
Certe volte mi capita di prendere in giro google o facebook, cliccando su link che non mi interessano proprio per niente in modo mirato e continuativo, poi mi diverto ad osservare gli advert che mi si presentano e rido davvero tanto, a volte!!! Ma penso che stia lentamente cambiando qualcosa, perché adesso mi riesce sempre meno!

Concordo pienamente con te!

Diciamo che viviamo in un ambiente altamente condizionante.. solo separandosi da certi bombardamenti mediatici e pubblicitari si può cercare di sviluppare un proprio pensiero autonomo.

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