GENTIL RETICENZA: il poema HARD in terzine dantesche che ha fatto ricredere Beatrice sulla menata della castità come valore morale.

in ita •  7 years ago  (edited)

Ci sono volte in cui non si ha un cazzo di fare, ma lo si fa discretamente meglio di altre. In questa occasione ho ben pensato di usare in modo fantasioso e approssimativo la metrica dantesca per raccontare la storia di un amplesso fallito dal punto di vista di LEI.

La realtà è che per qualche strana coincidenza, circa quattro anni fa, decisi di iscrivermi a un poetry contest...Cosa diamine presentare al pubblico per assolvere le seguenti funzioni - intrattenere, divertire, esser preso sul serio - e magari vincere pure il contest suscitando allo stesso tempo sdegno e apprezzamento?

Dante_Alighieri_2.jpg

Ecco a voi "Gentil reticenza", tratto dal mio blog personale nel quale scrivo soltanto cose serissime.

1 Il culo sfiorommi, quel bravo ragazzo,

2 al che io sorrisi a’ suoi complimenti,

3 protèsi la mano afferandogli il cazzo

4 e apersi la bocca stringendol tra i denti,

5 cosicchè gridò: Dio santo stai male?

6 Ci sta la passione, non ch’io mi lamenti

7 ma con quell’ardor ci sgozzi un maiale!

8 Fa’ piano ten priego, se proprio ci tieni

9 plachiamo i tuoi spirti con del buon anale.

10 Lo so, non è uguale, magari non vieni,

11 magari guaisci per farmi contento

12 mentre ripensi a tutti quei peni,

13 forse più corti e non di cemento,

14 che ora vorresti, lo dico per certo,

15 chiamare a raccolta a gruppi di cento

16 e tra tutti il miglior, nonché il più esperto,

17 sceglier gaudiente, per dimenticare

18 il fiacco rapporto che ora t’ho offerto.

19 Ma guarda sto stronzo! N’sa manco cantare!

20 Pensavo d’un tratto col culo a mezz’aria,

21 il seno fluttante e la voglia d’amare,

22 mentre da dietro, con faccia bonaria,

23 premeva con foga sul mio deretano:

24 "Nemmeno se stessi sulla Salaria

25 a trenta la fica e cinquanta per l’ano,

26 vedrei di buon’occhio il tuo pollicione

27 spulciare il mio retto e attendere invano

28 che ‘l mio desider di vera passione

29 svanisca d’incanto, per compiacere,

30 tue voglie secrete e quella pulsione

31 di penetrarmi da dietro il sedere.”

32 Così lui d’istinto ritrasse il ditone

33 lo sguardo crucciato pel suo volere,

34 ahimè frustrato, di sottomissione.

35 Il resto lo fece, d’esser scartato,

36 la sensazione, e giù l’erezione!

37 Un poco deluso e imbarazzato

38 disse “Va beh” e battè in ritirata

39 “Io per lo meno c’avevo provato”.

40 A pecora, nuda, e ancora bagnata

41 d’aver un amplesso lasciommi in procinto

42 e in preda alla voglia d’esser domata

43 cercai sulla rete qualcosa di spinto,

44 un video, una foto, un sito bollente,

45 qualcuno che chiavi con fare convinto

46 ed usi il suo cazzo in modo decente:

47 d’aiuto abbisogna l’immaginazione

48 tradita e svuotata da quel deficiente

49 bramoso d’anale penetrazione.

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Geniale 😂

Sto giusto partecipando ad un contest di rime in inglese e nell’introduzione spiego che non sono avezza a rimare in inglese ma in italiano sulle rime zozze da papiro vado forte. Ho sempre usato la rima baciata però, mai l’incrocio dantesco.

Una delle cose più belle che ho imparato all'Uni è il concetto di tempo nel verso. Un endecasillabo non è necessariamente formato da 11 sillabe ma da 11 tempi, un po' come accade in musica diciamo. All'interno di un quarto ci possono stare più note (sillabe), l'importante è avere il ritmo in testa. La poesia è sostanzialmente musica e scrivere in terzine, piuttosto che usare una semplice rima baciata, è solo questione di scelte, scegli il ritmo che vuoi dare alle tue strofe e vai =) L'inglese ha una struttura fin troppo diversa e a parer mio meno elastica dell'italiano, di certo non riuscirei a fare nulla di valido, cmq ora do uno sguardo al link ;) Thanks!

In realtà a ritmo me la cavo abbastanza bene. Tanto che trovo insopportabili i papiri fatti a più mani, in cui una parte ha versi infiniti ed un’altra versi brevissimi (peggio ancora se esce un papiro del genere dallo stesso gruppo di lavoro). In genere non conto mai, però, vado a “orecchio”.
E mi stupisco sempre piacevolmente quanto tutto sommato un verso già lungo suona meglio con l’aggiunta di qualche sillaba, il che comunque prova quello che dici tu sui tempi.

https://www.ibs.it/verso-forme-teoria-libro-generic-contributors/e/9788843027460

Questo è il libro del mio prof., potrebbe sembrare un inutile polpettone ma è stato uno dei libri che mi ha aperto più la mente sulla poesia

😂😂😂 fantastico! grande!