Solita Italietta nel decreto Fiscale 2018 del 16 ottobre 2017. Un pasticcio burocratico che definisce e non definisce, che dice e poi si contraddice.
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Libera per usi commerciali
Tutto parte dal fatto che l’Europa con la direttiva Barnier stabilisce l’assoluta libertà degli autori siano essi di musica che di altre opere d’ingegno di scegliere il soggetto a cui affidare la custodia dei diritti sulle proprie opere, forse sarebbe meglio dire la rappresentanza di questi diritti.
Fino ad oggi in Italia ha operato la SIAE in forma di monopolio. Si tratta di una società di diritto pubblica a base associativa che ha come mission assicurare agli autori e agli editori una equa remunerazione del proprio lavoro ed assicurare quindi che l’altrui utilizzo di tale opera artistica sia retribuita.
Un’opera infatti può essere utilizzata in vari modi, si pensi ad una canzone eseguita in un concerto, in un teatro, riprodotta in radio, in una performance televisiva, al bar piuttosto che in un locale pubblico tipo ristorante o in un pub. A ciò che potremmo dire tipologie classiche di riproduzione si aggiungono i nuovi mezzi di comunicazione quali telefonini, tablet e internet in generale, ivi compreso lo scaricamento e quindi l’acquisto on line…
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Libera per usi commerciali
La SIAE ha il compito non solo di autorizzare la rappresentazione o l’utilizzo ma anche si riscuotere i relativi diritti. Tutto ciò sia che l’autore sia un artista famoso, sia che si tratti del piccolo gruppo rock di periferia che esegue opere proprie o altrui.
In particolare in Italia alcuni artisti famosi avevano delegato ai compiti tipici della SIAE una società privata di diritto inglese la SOUNDREEF, che però a detta del decreto di cui si parla, nonostante i proclami di liberalizzazione del governo, non potrà fare granchè o meglio avrà da far lavorare i propri avvocati.
Il decreto infatti pur riconoscendo SOUNDREEF, da’ la possibilità di riscossione ad altre società o enti purchè non a scopo di lucro cosa che la SounReef è.
Insomma la SOUNDREEF può rappresentare artisti ma al momento della pecunia…
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Libera per usi commerciali
Il decreto volge lo sguardo alle arte società di diritto pubblico sia pur straniere SACEM, SABAM società di gestione collettiva dei diritti, cui peraltro non operano direttamente in Italia se non tramite accordo con la SIAE. Insomma io controllo e riscuoto per te in Italia e tu controlli e riscuoti per me nel tuo paese.
Very interesting quindi l’operazione di liberalizzazione Italian Style, che con un colpo al cerchio ed una alla botte, Tipycal Italian Sound, ehm… ehm… scusate Tipical Italian Style darà luogo a contenziosi e baruffe legali.
Diamo la verità la Siae non è stata un modello di efficienza con artisti sempre più scontenti, molti e soprattutto la base, i meno famosi ed anche i più difficili da tutelare, questo si deve dire.
Noti i ritardi cronici negli accrediti di alcune categorie di artisti, se non addirittura il mancato accredito agli artisti non famosi che si guadagnano il pane a 50 o 100 euro a serata. Del resto sarebbero veramente spiccioli…
A quel punto una riflessione più onesta sulla entità della struttura sarebbe a mio parere d’obbligo.
Staremo a vedere…
… e vai con la musica! Sam.
Molti, tanti anni fa, ho conosciuto un ispettore della SIAE in un contesto istituzionale. Posso dire che l'effetto sgradevole tra sbruffoneria e fare minaccioso, tipico di un certo periodo storico, che da esso si ricavava era lampante. Comunque la SIAE oggi è un po' la rappresentazione dei poltronifici castali, pur con la loro amata europa che li sconfessa tengono militarizzato il bastione.
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Chi suona in locali spesso ne ha l'incubo... e spesso non riceverà nulla per i propri pezzi eseguiti!
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