Le grandeur catastrophe

in ita •  6 years ago  (edited)

Il mandato presidenziale di Macron sta andando alla grandissima, dopo vari scandali, i gilet gialli che mostrano la tempra oserei dire quasi inglese (altro che gli scioperetti che facciamo qua da noi) mo' ci mancava la figuraccia del disastro del Notre Dame de Paris.

E' ovvio che dispiaccia, certo che però a mente fredda qualche domanda mi sorge. Se fosse successo in Italia, tipo il duomo di Milano, giusto per l'assonanza architettonica, mi domando se a livello internazionale ci sarebbe stata oltre che la partecipazione al "dolore" anche la solidarietà e la comprensione in quello che è stato in tutto e per tutto un atto di negligenza. Ed in fondo qualcosa di simile è successo con il ponte Morandi.

Al di là della negligenza di qualche operaio che avrà dimenticato qualcosa che poi ha dato il via a tutta l'escalation, la struttura versava già da tempo in condizioni da attenzionare, non c'erano i soldi, centinaia di milioni per il restauro (figurarsi ora che la situazione è peggiorata di varie scale di grandezza) e i due stanziati neanche facevano la tara con i 4 milioni di introiti annuali derivati dal turismo per salire sulle guglie.

E stiamo parlando della Francia, quelli che vanno in deficit oltre il 3% ma è tutto ok, quelli del franco CFA e i debiti da scaricare in ambito extra territoriale, quelli dei summit con i tedeschi dove decidono, non si capisce in base a quale potere o mandato, per tutta l'europa. Cioè quelli che i soldini dovrebbero averceli perché sono bravi e diligenti, mica come noi italiani, brutti e cattivi.

Forse l'Euro non ha giovato manco a loro, se una tra le chiese (che però è di proprietà dello Stato) più famose al mondo è di fatto arsa come un fienile di campagna qualsiasi.

In questa situazione noi italiani dobbiamo tenere l'attenzione alta, perché dietro il dolore compartecipato altrui è bene ricordare che in questi giorni il gallo Francese è tutt'altro che ferito. Infatti la Francia sebbene non apertamente sta fomentando di nuovo il fronte libico.

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Image by aymen-juha from Pixabay

Un piccolo passo indietro. In Libia dopo le operazioni franco-americane che hanno portato alla morte di Gheddafi si sono formati due fronti, uno sostenuto da Stati Uniti, Onu e Italia, ovvero quello di Fayex Al-serraj mentre l'altro è il fronte del militare Kalifa Haftar appoggiato da Francia, Russia, Egitto ed Emirati Arabi. Tutti san maritani s'intenda, se non ci fossero giacimenti di gas e petrolio probabilmente non se li filavano "de pezza".

Ebbene dopo anni di stallo tra le due forze, con avanzamenti e controffensive, si stava giungendo a risultati specie sul fronte di accordi italiani e sul riconoscimento internazionale di Al-serraj, specie dopo che la Russia si era "sganciata" in qualche modo da Haftar. All'improvviso la situazione si movimenta. Haftar a fine marzo fa visita in Medio Oriente ed ottiene soldi dagli Arabi, ma molto probabilmente anche dai Francesi per cercare di abbattere il governo riconosciuto dall'Onu. E così cronaca di queste ore che il generale Kalifa munito di razzi e armi di tutto punto tenta l'avanzata verso la capitale libica.

Vedremo come va a finire, visto che gli Stati Uniti al momento stanno a guardare e nel caso intervenissero sarebbe proprio per intercessione italiana, che aveva visto un accordo di massima tra Trump e Conte per gestire la questione libica. Sarebbe la ciliegina sulla torta, come si dice in gergo, per il mandato oramai apertamente disastroso di Macron.

Fonti varie Ansa e Agi

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