Il rapporto con mio padre.

Ciao a tutti amici di steemit :)

Prima di andare in palestra 💪🏻 vorrei condividere con voi una parte grande di me.

Vi siete mai guardati allo specchio pensando: "Ma ci sono davvero io in questo corpo?E poi... chi sono io?Perché esisto?Perché proprio io?"

Io l'ho fatto, molte volte, e devo dire che non ho trovato tutte le risposte alle mie domande.

So solo che, dopo un bruttissimo periodo della mia vita (vi parlo della mia infanzia e della mia adolescenza) sono riuscita a trovare una consapevolezza in me.
Non amavo la mia vita... non potevo mai fare quello che volevo (ne ho parlato in modo più approfondito in uno dei miei post precedenti ma è totalmente in lingua inglese). Mio papà ha creato un blocco dentro di me, un macigno che devo ancora togliermi del tutto ma che piano piano andrà scomparendo.
Tutto quello che avrei voluto fare non ho potuto farlo.

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Non sono potuta andare alle feste di compleanno con le mie amichette, non ho potuto fare danza e neanche imparare a suonare il pianoforte.
Non potevo uscire a fare un giro in centro con le mie amiche senza dovermi preoccupare di ritornare a casa in tempo prima che mio papà mi beccasse.
Non potevo mettermi un filo di trucco altrimenti erano ca**i amari. Non potevo avere un fidanzato, non potevo vestirmi in modo femminile... la gonna? Scordatela!

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Lo so benissimo che possono sembrare delle cose futili rispetto a quanti altri grossi problemi ci sono nel mondo e che devono affrontare tantissimi bambini.
Ma io, essendo vissuta in un contesto sociale differente, sono stata segnata profondamente da altri tipi di problemi.

L'unica volta che potevo uscire da casa anche rinunciando a malincuore alle feste di compleanno delle mie amichette (ovviamente perché mi veniva vietato) era uscire con i miei genitori quando andavano a fare la spesa o una passeggiata in centro.
Niente da fare, molto spesso mio padre non voleva neanche portarmi fuori con lui e mia mamma. Lo pregavo, disperatamente, di portarmi a fare un giro, ma la sua risposta era sempre la stessa.

Io: "Papà posso venire anche io?"

Lui: "No"

Io: "Perché?"

Lui: "Perché no"

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La sua risposta era no per qualsiasi cosa gli chiedessi e la motivazione al suo "no" non me la dava MAI, o meglio, quella che mi dava era praticamente per me una condanna alla prigione eterna.
Per lui dovevo essere eccelsa nello studio... avere tutti 10. Il 9? No, tutti 10.
Ovviamente io non riuscivo ad avere tutti 10... Non vi parlo delle elementari solamente. Faccio riferimento anche alle scuole medie e superiori!
Sono uscita di nascosto di casa fino all'età di 17 anni.
Quando avevo il permesso di uscire pochissime volte lo potevo fare una volta a settimana ma dovevo tornare a casa prima di cena.

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Sono riuscita a dirgli che ero fidanzata appena prima dei miei 18 anni (la mia relazione era iniziata tre anni prima) perché non ce la facevo più ad uscire di nascosto.

Lui: "Non hai bisogno di vedere il tuo ragazzo più volte a settimana, dovresti essere felice solo nel pensarlo".

Io, ripensandoci ora: "WTF" (per chi non sapesse cosa vuol dire, significa "what a fuck", in italiano sarebbe il nostro: "ma che cazzo").

La mia infanzia e la mia adolescenza l'ho passata in completa depressione, una tristezza infinita.
Per non parlare delle liti giornaliere che avevo con lui (questa è però una parte troppo delicata da affrontare e raccontare).

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Nonostante tutto, mi sono rimboccata le maniche e a 21 anni sono andata via di casa.

Quando vi dico che ho passato dei momenti brutti, credetemi che erano brutti davvero.
Per stare meglio io, ho saputo perdonare i miei genitori ma non vi nego che ci penso spesso.

Ogni volta che ci parlo, ogni volta che torno a casa, la stessa casa della mia infanzia e adolescenza che mi ricorda tutto.
Ogni volta che entro nelle stanze, rivedo me e rivedo mio padre, le nostre liti e io che ho paura.

Ogni volta che vedo mio padre, lui mi porge la mano, come se dovesse salutare un collega... io faccio finta di non vederla quella mano e lo abbraccio, lo stringo a me... lui non mi stringe mai.