(http://ilmiodiabete.com/2016/09/16/diabete-la-trappola-della-mente/)
ITA
Accetta senza recriminazione di allontanarsi dall'ambiente dove ha lavorato e vissuto per lungo tempo e di riconciliarsi con quello ora adottato che gli ha dato i natali, anche se ancora le appare in una prospettiva sfumata allorquando il suo pensiero corre ad un passato non sempre felice perché funestato, negli ultimi anni dei suoi studi, da tanti momenti di amarezza e di delusioni. Si era servita della lontananza e del tempo per soffocare un folle amore per un uomo indegno delle sue attenzioni, per un amore impossibile, non corrisposto. Un amore che si è trasformato in un ricordo inodore,in un tramonto scolorito, spento, degno solo di essere cancellato. Francesca accarezza questi poveri ricordi mentre giungono alle sue narici i profumi emanati dai fiori circostanti che lei, per associazione di idee, associa ai fiori del gelsomino, che fuoriusciva da una vecchia giara posta all'estremità di un balcone. Era il fiore preferito del suo amore giovanile, di cui si inebriava mentre aspettava di vedere comparire, sul marciapiede di fronte colui che le faceva battere il cuore all'impazzata. Quale errore di giudizio aveva allora commesso!!! Ma ormai i ricordi facevano parte del passato e non le apportavano turbamento alcuno, nessuna inquietudine anzi avvertiva l'esigenza di cancellarli subito, come viene cassato un qualsiasi errore da una lavagna che si desidera ardentemente vedere pulita, senza sbavature di contenuto e di forma. Rivolgendosi a Greta insiste per stabilire quando andare in vacanza e la informa che, subito dopo, è pronta a partire per partecipare alla ristrutturazione della vecchia casa che sta tanto a cuore anche a lei. Decidono, insieme, di soggiornare per due settimane in luoghi freschi perché hanno un sacro terrore del caldo e preferiscono continuare a godere di aria mite, ma fresca. Prima, però, Francesca si mette in contatto con delle ditte locali per acquisire dei progetti di restauro. Si rivolge a dei capi cantieri di sua conoscenza che avrebbero visitato la casa e le avrebbero fatto il resoconto di quanto sarebbe ammontato il costo per tutto il lavoro da eseguire. Si riposa poi, davanti al televisore del quale preme continuamente il pulsante, alla ricerca di qualcosa di meno noioso cui potrebbe assistere. I programmi risultano tutti da scartare e allora si porta sul balcone da dove vede delle ragazze con abiti lunghi che si recano a qualche festa danzante. Si sorprende a ricordare i suoi tempi e la sua terra dove si ballava molto ma solo a carnevale. La sua memoria naviga nell'ultimo periodo dei suoi studi, quando l'atmosfera festosa, spasmodicamente attesa, durava un mese intero. Le danze, i suoni, le strombazzate che dicono "addio alla carne", avevano il potere di allontanare la monotonia e celebrare con rumori di ogni genere, con animazione a volte animalesca e volgare ogni manifestazione gioiosa. In quel periodo tutto era permesso. Le maschere che impazzavano per le vie, erano tantissime;gli strani e molteplici camuffamenti di tutti, le cui parrucche e i cui travestimenti erano arricchiti di stelle filanti piene di colori, rappresentavano l'irrazionale seduzione di un'umanità vogliosa di divertirsi, di sfrenarsi, di dimenticare ogni affanno, ogni tristezza quotidiana. Francesca ha ancora vivo il ricordo di quando giovane, aspettava ansiosamente il carnevale perché solo allora le era consentito indossare un vecchio "domino" e di intrecciare qualche danza con colui che le faceva battere il cuore e che, simile ad un'onda che avanza, le faceva gustare il fervore della vita. Francesca ricorda ancora la poesia che le recitava la madre per l'occasione e il senso di tristezza che sprigionava. La madre, che non approvava con gioia le esagerazioni di questa festa pagana, quando vedeva l'andirivieni affannoso delle maschere, le cui facezie talvolta la infastidivano, metteva in evidenza che mentre la gente si divertiva, bisognava ricordare che l'altra si trovava morente in ospedale o viveva nel dolore e nella miseria pi§ nera. Poco o niente serviva a Francesca ricordare alla sua genitrice che la vita è breve e va vissuta in tutti i suoi colori e nella densità dei suoi avvenimenti;che il peso della stessa grava inesorabilmente su ogni essere, con una violenza soffocante, simile a quella impietosa e impetuosa di un tornado che solleva, con movimenti fulminei in su e giù,ogni oggetto, ogni foglia, con moto rotatorio che non esclude l'uomo. Quest'ultimo va aiutato, perché già quando nasce riceve dal suo creatore la condanna di scontare in questa terra il peccato originale. È fermamente convinta che ogni uomo, nell'incertezza del suo vivere, che velocemente scorre proprio come l'acqua di un torrente, deve poter trovare momenti di gioia e un punto d'appoggio da cui partire e su cui poter contare, per aggrapparsi a qualcosa di solido e progredire. Del resto, sono di valido esempio anche le piante e due in particolare, strane e bellissime: l'agave e la ginestra. La prima esce ferocemente dalla roccia e produce un solo grosso e lungo virgulto, che pare voler toccare il cielo per dimostrare che anche nel suo "habitat" precario è capace di progredire e di essere ammirata per la sua vitalità. La seconda riesce ogni anno a fiorire e a profumare persino quel magma rugoso, freddo d'inverno ma arso dal sole cocente dell'estate. Si serve per il suo sviluppo, di un terreno povero, di un "humus" fatto di magma sbriciolato che le consente di progredire nella sua crescita e spandere il suo ineffabile profumo in siti solitari e silenziosi. La loro rigogliosità vuole essere di monito all'uomo a cui vuole comunicare che anche nelle avversità più ostiche, si deve trovare una giusta collocazione per realizzare un vissuto gioioso,facile da sopportare. Non deve spaventare il nostro tempo, prodigo di ingiustizie, delusioni e privilegi consacrati da cattive gestioni, perché ogni uomo ha in se' le risorse per superare le incertezze e prepararsi un futuro migliore, dove ci sarà un posto al sole anche per lui che è il re dell'universo.Col sollievo di essersi liberata da una scelta sofferta e di avere imboccato la strada giusta,Francesca esce di casa per la sua solita passeggiata, come fa ogni giorno, da molti anni.Quando era ancora in servizio, usciva nel pomeriggio;ora preferisce mettersi in movimento già di mattina.
ENG
He accepts without recrimination to move away from the environment where he has worked and lived for a long time and to reconcile with the adopted one that gave him birth, even if he still appears in a blurred perspective when his thought runs to a past not always happy because he has been troubled, in the last years of his studies, by so many moments of bitterness and disappointments. He had used the distance and time to stifle a mad love for a man unworthy of his attentions, for an impossible, unrequited love. A love that has been transformed into an odorless memory, in a faded sunset, off, worthy only to be canceled. Francesca caresses these poor memories as they reach her nostrils the perfumes emanating from the surrounding flowers that she, by association of ideas, associates with the flowers of jasmine, which emerged from an old jar placed at the end of a balcony. It was the favorite flower of his youthful love, which he was inebriated while he waited to see appear, on the sidewalk in front of him who made her heart beat wildly. What error of judgment had then committed !!! But now the memories were part of the past and did not cause any disturbance, no anxiety but felt the need to delete them immediately, as any error is removed from a blackboard that you ardently want to see clean, with no smudging of content and shape. Turning to Greta, she insists on when to go on vacation and informs her that, soon after, she is ready to leave to participate in the renovation of the old house that is so dear to her too. Together they decide to stay for two weeks in cool places because they have a sacred terror of the heat and prefer to continue to enjoy mild but fresh air. First, however, Francesca gets in touch with local companies to acquire restoration projects. It is addressed to the chief builders of his acquaintance who would have visited the house and would have told her how much the cost would have been for all the work to be done. He then rests, in front of the TV which he continuously presses the button, looking for something less boring to which he could assist. The programs are all to be discarded and then takes to the balcony from where he sees girls with long dresses who go to some dancing party. It is surprising to remember his times and his land where we danced a lot but only at carnival. His memory sails in the last period of his studies, when the festive atmosphere, spasmodically expected, lasted a whole month. The dances, the sounds, the trumpets that say "goodbye to the meat", had the power to ward off the monotony and celebrate with noises of any kind, with animations at times animalistic and vulgar every joyful event. At that time everything was allowed. The masks that raged through the streets, were many, the strange and multiple camouflages of all, whose wigs and whose disguises were enriched with streamers full of colors, represented the irrational seduction of a humanity eager to have fun, to take off, to forget every breathlessness, every daily sadness. Francesca still has a vivid memory of when she was young, anxiously waiting for the carnival because only then was she allowed to wear an old "domino" and to weave some dance with the one who made her heart beat and which, like a wave advancing, he made her taste the fervor of life. Francesca still remembers the poetry that her mother used to recite for the occasion and the sense of sadness that emanated. The mother, who did not joyfully approve of the exaggerations of this pagan festival, when she saw the frantic coming and going of masks, whose jokes sometimes annoyed her, emphasized that while people were having fun, they had to remember that the other was dying. in the hospital or living in pain and black poverty. Little or nothing was needed by Francesca to remind her parent that life is short and should be lived in all its colors and in the density of its events, that the weight of the same weighs inexorably on every being, with a suffocating violence, similar to the merciless and impetuous of a tornado that raises, with lightning movements up and down, every object, every leaf, with a rotary motion that does not exclude the man. The latter must be helped, because already when he is born he receives from his creator the condemnation of serving the original sin in this land. It is firmly convinced that every man, in the uncertainty of his life, that quickly flows just like the water of a torrent, must be able to find moments of joy and a point of support from which to start and on which to count, to cling to something solid and progress. Moreover, the plants are also a good example and two in particular, strange and beautiful: the agave and the broom. The first comes out fiercely from the rock and produces a single large and long shoot, which seems to want to touch the sky to show that even in its precarious "habitat" is able to progress and be admired for its vitality. The second one succeeds every year in flowering and perfuming even that wrinkled magma, cold in winter but burned by the scorching sun of summer. It is used for its development, a poor soil, a "humus" made of crumbled magma that allows it to progress in its growth and spread its ineffable fragrance in solitary and silent sites. Their luxuriance wants to be a warning to the man to whom he wants to communicate that even in the most difficult adversities, we must find a right place to make a joyful experience, easy to bear. It should not scare our time, full of injustice, disappointments and privileges consecrated by bad management, because every man has the resources to overcome the uncertainties and prepare a better future, where there will be a place in the sun for him too the king of the universe. With the relief of having freed himself from a painful choice and having taken the right path, Francesca leaves the house for her usual walk, as she does every day, for many years. When she was still on duty, she went out into the afternoon, and now prefers to get moving already in the morning.