La sonata a Kreutzer

(foto di mia proprietà)

Ieri sera, dopo aver assistito all'elezione del presidente della regione Sicilia Nello Musumeci e di altri deputati amici di famiglia, abbiamo giocato a biliardo, festeggiando. Si beveva allegramente spumante. Il pianista ha espresso il desiderio di cimentarsi nell'esecuzione della sonata a Kreutzer per violino e pianoforte, composta da Beethoven. Di lì è iniziato il dibattito degli amanti della letteratura russa. Quando Tolstoj nel 1888 ascolta per la prima volta tale sonata, afferra pienamente il senso per cui l'arte è spesso replica di vita. Ma non può immaginare che tutto ciò di meravigliosamente sensuale potrà essere indissolubilmente legato in realtà e finzione. Il libro si sarebbe dovuto intitolare "come un marito uccise la moglie". Il tutto denota l'esistenza di un'opera scioccante "troppo forte" che esprime un messaggio in chiara contraddizione: da un lato è una condanna a tutto ciò che è sensoriale e la musica ne è l'essenza, dall'altro è liberazione al potere di fare arte e nel particolare di suonare. Il primo tempo, il presto, è da paura, decreta un effetto terribile che a tutto porta, tranne che ad elevare al cielo la propria anima, sempre più in balia dei turbamenti della vita. È per Tolstoj non risolvibile questa dicotomia oppositiva tra ciò che è stimolo voluto alla sessualità e la morale che in ognuno di noi dovrebbe condurci all'emancipazione dalla schiavitù del corpo. La musica veniva impersonificata in questa sonata che Beethoven dedica al violinista Kreutzer. Era per Tolstoj una sorta di canto delle sirene da cui occorreva tenersi a distanza e rappresentava un processo alla società, in particolare al matrimonio, che non è remedium concupiscentiae o salvezza dalla depravazione, ma rivalità tra due entità umane (si doveva intitolare: "come un marito uccise una moglie"). La difesa dalle tentazioni carnali, dalle falsità della vita è il solo imperativo categorico della fede. Infatti la sola prevalenza della mente sui sensi può evitare il delitto, che genera inevitabilmente dal peccato. Cari amici lettori, spero che mi abbiate letto e che possiamo riflettere insieme su questi aneddoti che oggi più di ieri contraddistinguono il nostro vivere quotidiano.