Dopo anni, quasi più di un decennio trascorso a condividere online svariate informazioni su di me, sui miei pensieri, sulle mie giornate; lo scorso Settembre, circa 5 mesi fa, ho deciso di chiudere la pagina facebook e di prendermi una pausa di riflessione.
Non è stato semplice chiudere all'improvviso tutte le pagine collegate al mio profilo, con esso sono svanite le pagine che riguardavano vari aspetti della mia vita: la mia pagina personale su cui pubblicavo da tanti anni, le varie pagine aziendali con le quali mi illudevo di fare marketing e perfino il club Italo-Coreano "Seoul parla Italiano" che contava migliaia di iscritti ma che in realtà non serviva a nulla; In un click tutto questo è svanito nel nulla, e forse proprio per questo motivo, preoccupatosi, facebook mi ha ricordato mostrandomi volti di un paio di "amici", quasi minacciandomi, che loro avrebbero sentito la mia mancanza.
Ancor prima dell'arrivo di Facebook, la mia esperienza di blogger amatoriale nasce nel periodo universitario, quando durante le lezioni di linguistica informatica, il professore Antonino Disparti ci introduceva una nuova realtà digitale: il blog; fui uno dei primi studenti a realizzarne uno multi utente che piano piano divenne abbastanza conosciuto dai miei colleghi ed amici.
Mantenere il blog era un passatempo creativo che mi dava la possibilità di aumentare le mie piccole conoscenze web (CSS/HTML) mentre cercavo di rimanere in contatto con tante persone, specialmente durante gli anni in cui lasciai la mia amata/odiata Palermo per l'avventura in Corea del sud.
Si trattava quindi allo stesso tempo di uno spazio pubblico molto personale, perchè gestito sotto tutti gli aspetti da me e probabilmente i miei amici e lettori avevano imparato a riconoscermi in quelle pagine, in quei colori, in quella individualità che marcava il blog come una casetta di campagna, semplice e delineata tra le colline.
La mia idea di blog.
L'arrivo di Facebook, sebbene mascherato all'inizio come servizio gratuito, come prodotto utile - (nulla da obiettare circa questo aspetto) ha piano piano creato una serializzazione delle pagine, ha invaso l'intero internet e la vita di noi tutti di giochi, inviti e di "mi piace"; in poco tempo ha rimpiazato blog e siti ed è diventato lo standard.
Le pagine di facebook serializzate mi fanno ricordare gli edifici alveari di Hong Kong.
Nel conoscere una persona, la classica richiesta del numero di telefono per tenersi in contatto è diventata: ci scambiamo l'amicizia su facebook"?
Come si poteva rispondere di no ad una persona? Puoi negare l'amicizia su internet?
Il vecchio numero di telefono non veniva chiesto così semplicemente e non era neanche così compromettente, infatti la nuova richiesta apre scenari imbarazzanti: è un modo veloce per farsi un'idea su chi tu sia prima di decidere se scartarti o se inserirti sulla lista "amici".
Probabilmente il mal di facebook che già avevo coltivato senza rendermene conto, mi fù più chiaro dopo aver conosciuto un ragazzo italiano che già se ne era liberato: aveva chiuso la sua pagina già da un anno e da allora aveva cambiato completamente approccio al web.
Sorpresa ! Non uso facebook!
Anche io sono cambiato parecchio in questi mesi; ho ridotto le mie condivisioni compulsive, ho eliminato molte distrazioni, perchè diciamocelo chiaramente: ma chi è che legge tutte quelle informazioni collegandosi a facebook? Quel sito è stracolmo di pubblicità, di notizie ridondanti... di rumore.
Piano piano ho iniziato a dare più importanza alla privacy e ho iniziato ad usare un nuovo programma per consultare internet che protegge i dati e blocca tutte le pubblicità presenti nei siti. Fantastico, navigazione veloce e senza inutili informazioni. Il programma si chiama "Brave".
Implementare la privacy, non è semplice.
Dopo il browser, ho cambiato la mia posta elettronica da Google (un altro spione del web), a Fastmail il cui servizio si fonda sul rispetto dei dati personali.
Mi si è aperto un mondo nuovo, un mondo fatto di programmi diversi, di gruppi dinamici che cercano di offrire nuove soluzioni più democratiche. Ho scoperto il trend della decentralizzazione e delle cryptovalute e dopo parecchi mesi "senza comunicare", sono tornato a farlo sulla mia piattaforma, nel mio stile, senza accettare compromessi.
Spero che questo sia l'inizio di una nuova avventura che mi porterà più occasioni di condividere con chiunque tante storie e riflessioni.