Un manto di nebbia avvolgeva il bosco come un sudario, offuscando i confini tra realtà e sogno. I fiocchi di neve, grandi e pesanti come piume di cigno, scendevano lentamente, ammantando di bianco i rami spogli degli alberi. Elisa, avvolta in un pesante cappotto, avanzava a fatica lungo il sentiero; la torcia del suo telefono cellulare era l'unica fonte di luce in quella notte buia e silenziosa. Un oggetto molto luminoso, con due luci arancioni e una lunga scia luminosa chiara, solcava il cupo cielo da sud a nord, scendendo rapidamente di quota. L'avvistamento, durato forse un minuto, sembrava per Elisa un tempo interminabile. Rimase immobile, con gli occhi sgranati, immersa in un incredibile silenzio; l'astronave non emetteva alcun rumore.
(Creata da Colpilot con pront by @kork75)
Poi, un boato squarciò il silenzio: un bagliore illuminò il cielo per un paio di secondi e una folata di vento caldo la investì. "Ci siamo," pensò, riparandosi dai bagliori. Il suo cuore batteva all'impazzata nel petto. Stava per affrontare Tony, l'alieno che aveva rapito il cuore della sua migliore amica, Sofia. Sapeva del rendez-vous, dell'astronave madre e della missione di Tony. Non era certa se le sue parole del giorno prima avessero avuto qualche effetto su di lui: "Se parti, le spezzerai il cuore; ha bisogno di te." Un brivido le percorse la schiena al pensiero del loro incontro. Conosceva Tony da dieci anni, ma scoprire il suo segreto l'aveva inizialmente traumatizzata; poi era diventata curiosa e infine aveva cominciato a interiorizzarlo. Ma Sofia non sapeva nulla di tutto questo, nonostante fosse sua moglie. La decisione di inscenare la sua scomparsa, sebbene comprendesse le ragioni di Tony, l'aveva angosciata a tal punto da farla sentire una traditrice nei confronti di Sofia.
Aveva capito che rivelare la verità le sarebbe costata la vita stessa; tuttavia, quei segreti la divoravano. Sapeva che l'astronave madre sarebbe arrivata, pronta a riportare Tony sul suo pianeta natale. Sarebbe finito il suo esilio e per lei il calvario di quel segreto così grande. Ma Elisa non era disposta a rinunciare così facilmente al marito della sua migliore amica; lo doveva a Sofia. Se lo meritava e lo doveva anche a se stessa per aver mantenuto il segreto.
Quando finalmente lo vide appoggiato a un albero in fiamme, il suo respiro si bloccò. Il bosco non esisteva più o perlomeno non c'era più dove si trovava lei: terra bruciata a cerchio e alberi carbonizzati formavano un perimetro inquietante. Lui era lì ed era più bello di quanto ricordasse; i suoi occhi brillavano di una luce intensa e soprannaturale. La nebbia avvolgeva la scena, creando un'atmosfera surreale, come se si trovassero in un dipinto dantesco.
Elisa si avvicinò lentamente, cercando di non fare rumore. "Se parti, lei soffrirà," disse con determinazione. "Non vuoi o non puoi raccontare la verità? Ma se l'ami, questo è il tuo mondo... o il suo mondo... Insomma, non devi partire." Tony la guardò negli occhi con un'espressione indecisa sul volto. "L'astronave madre non tornerà più... o almeno questa." Tornò a casa senza stupirsi nel vederla; la sua voce era incerta. "Sai, Elisa," continuò, "ho capito una cosa: a volte la casa è dove si trova il cuore. E il mio cuore è qui, con Sofia e con chi mi vuole bene."
Elisa sorrise, commossa. Si abbracciarono, avvolti dalla nebbia e dalla quiete del bosco. Forse l'amore era la forza più potente dell'universo, capace di superare ogni distanza e ogni differenza. L'astronave madre poteva aspettare; loro avevano trovato qualcosa di più prezioso: un'amicizia profonda e un amore che aveva superato ogni confine, anche quello cosmico.
"In che senso l'astronave non verrà?" chiese Elisa.
"L'ho distrutta," rispose lui.
"In che senso?" disse Elisa sgranando gli occhi.
"Distrutta... l'ho incenerita."
"Sei pazzo? Verranno a cercarti?"
"Probabile... Da domani combatteremo le nostre battaglie."
Tony si voltò verso Elisa e le sorrise. "Ricordi quando ti ho chiesto di mantenere il segreto sulla mia vera natura? C'è un altro segreto che devi sapere: Sofia è malata. Un male incurabile... fino a quando non ho iniziato a curarla." Elisa lo interruppe con gli occhi lucidi: "Ma come? È guarita? È per questo che è così forte?"
"Sì," annuì Tony. "La mia tecnologia è avanzata, molto più di quanto tu possa immaginare. Ho trovato una cura. Ma solo io posso dargliela."
Elisa, che aveva ascoltato la conversazione con crescente ansia, chiese: "Di cosa stai parlando?" Tony si avvicinò a lei e la prese per mano. "C'è molto che non ti ho detto. Ma ora che ho deciso di rimanere, ti spiegherò tutto."
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