L'albero dell'amicizia [ITA]

in life •  7 years ago 

Mi interrogo spesso sul significato più profondo di amicizia e sulla sua definizione.

Vi è sicuramente capitato almeno una volta: conoscete una persona da un po' di tempo, la incontrate, ci parlate... poi arriva il tuo compleanno, la tua festa di laurea, il tuo matrimonio. Lo invitiamo o no? Beh alla fine non ci conosciamo così bene. Però non è una persona antipatica! Sì ma se inviti lui allora devi invitare anche Tizio, Caio e Sempronio... e così via. Beh quindi... siete amici o no?

La cosa funziona anche al contrario: il tuo migliore amico delle elementari si fa risentire dopo anni e anni per una "Reunion" dei bei vecchi tempi con altra gente di cui alla fine non ti importa poi molto. Ma lui era il tuo migliore amico! Adesso che vi siete rivisti... chi o cosa è diventato lui per te?


La metafora dell'amicizia - click for source

L'amicizia, come ogni cosa che tange i sentimenti umani, è un concetto fumoso, difficile da comprendere e altamente soggettivo. Così ci viene in aiuto il sempre verde dizionario online della Treccani:

amicìzia s. f. [dal lat. amicitia, der. di amicus «amico»]. – 1. a. Vivo e scambievole affetto fra due o più persone, ispirato in genere da affinità di sentimenti e da reciproca stima

Ci sono alcune cose su cui concordo e altre su cui concordo meno:

  • Vivo e scambievole
    Ok sullo scambievole (anche se mi è capitato in passato di vedere coppie di amici che sembravano più il boss mafioso con la guardia del corpo) ma sul vivo..? Quando giocavo a The Sims mi rimase molto in testa la definizione di amicizia usata nel gioco: "L'amicizia è come una pianta: di tanto in tanto devi innaffiarla e prendertene cura, altrimenti muore". Beh, io sarò un po' strano, ma mi è capitato di riallacciare rapporti di amicizia interrotti da secoli. O anche incontrare di nuovo amici che non sentivo da un anno e più la sera, e comportarci come se ci fossimo visti solo il giorno prima. Non penso che l'amicizia vada misurata in base al tempo passato tra un incontro e l'altro; se un'amicizia è forte, resta viva nel tempo.

  • Ispirato da affinità di sentimenti
    Per esperienza personale, sono sostanzialmente d'accordo: per essere amici c'è bisogno di un qualcosa in comune, che possa generare apprezzamento reciproco. Io non ho moltissimi amici, sono sempre stato un tipo abbastanza solitario, un introverso un po' atipico. Sì perché mi piacciono le occasioni sociali, mi trovo bene con la gente e amo divertirmi in compagnia... ma non ne ho la necessità. Non ho la febbre del sabato sera, ed a volte preferisco la compagnia di mia moglie, del mio gatto e di una bella coperta calda di fronte alla TV rispetto alla serata in un pub.

    Dicevo, non ho moltissimi amici: ma con quelli che ho, c'è sicuramente affinità di sentimenti. I miei migliori amici sono quelli che mi conoscono e che io conosco bene, quelli con cui posso avere discussioni stimolanti e, perché no, a volte anche sopra le righe, ma sempre rispettosi delle reciproche idee. Persone che amano la libertà, che sanno quando possiamo parlare e quando è il momento di stare in silenzio. Persone a cui voglio bene sul serio.

    Forse è per questo che ho pochi amici... ma alla fine mi sta bene così.

  • Reciproca Stima
    Chi mi conosce sa che, per essere amico di qualcuno, devo per forza avere stima di lui. Non riesco ad essere amico di persone che non mi piacciono, ma fortunatamente capita molto di rado che succeda: non mi piace la falsità e sono un tipo molto diretto, quindi le finte amicizie con me durano sempre poco.
    Però a volte non puoi farci niente: vuoi che quella persona fa parte della "comitiva", vuoi che sia un tuo parente o il miglior amico della tua fidanzata... a volte bisogna accettare la presenza di persone non graditissime nella propria cerchia. Succede e succederà sempre.

    E questi sono i momenti nei quali vedi che amicizia e stima spesso non vanno forzatamente d'accordo. Ho visto persone scambiarsi sorrisi e abbracci, per poi pugnalarsi alle spalle. Ho visto gente utilizzare l'amicizia come una scala per ottenere vantaggi personali, e far finta di niente ogni volta che veniva loro chiesta una cosa. Persone che dicevano (e probabilmente, ancora dicono) palesi falsità nascondendosi dietro ad un dito, che ti rivolgono sorrisi infidi, annuendo di fronte ad affermazioni sulle quali non sono d'accordo.

    E nonostante tutto, io (che in genere vedevo questo spettacolo dall'esterno) non riesco a spiegarmi come certe amicizie possano ancora andare avanti. Forse è una questione di abitudine? Il bisogno di sapere che c'è qualcuno a darti retta, indipendentemente dal fatto che si approfitti di te? Forse è il metodo scelto per espiare qualche ancestrale peccato?

Sono questi i casi in cui mi interrogo sul significato di amicizia, che sembra così semplice dal mio punto di vista ma alla fine è così diverso e variegato quando vedo il mondo attorno a me. Tra l'altro se tutte le amicizie fossero perfette non esisterebbero odio, rancore o tradimento.

Così amo descrivere il mio concetto di amicizia con una semplice metafora: quella di un albero.

L'albero dell'amicizia a seconda delle persone, può essere piccolo, maestoso, rigoglioso o spelacchiato (un po' come l'albero di Natale qui a Roma tanto per metterci dentro un po' di attualità). Può avere molti rami e pochissime foglie, o un paio di rami e una moltitudine di foglie.

Il tronco siamo noi e, per chi l'ha trovata, la propria anima gemella: è il tronco a sostenere tutti i rami e le foglie e senza di questo tutto cadrebbe come in un castello di carte.
I rami più forti e più vicini al tronco sono la nostra famiglia: i genitori, i fratelli, gli zii, tutte quelle persone importanti che fanno parte della nostra vita e non ci abbandoneranno mai.
Poi ci sono i rami più grandi, che sono i nostri migliori amici, quelli sui quali possiamo sempre contare e a cui vogliamo un gran bene.
Infine ci sono le foglie ed i frutti, che rappresentano tutte le persone che conosciamo ma con i quali non abbiamo un vero rapporto di amicizia: incontri periodici ma non importanti o semplicemente transitori.

Nei periodi di siccità, sono le foglie ed i frutti a cadere, ma i rami più grandi e più importanti restano fino al prossimo giorno di pioggia.

Col passare del tempo anche i rami possono cadere, a volte anche quelli più grandi; però il segno resta e tutto contribuisce a concimare e rendere l'albero più forte... e di tanto in tanto, vi consiglio di aprire gli occhi, farvi qualche domanda e dare un bello scossone al vostro albero: è il modo migliore per liberarsi dai frutti marci.

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Concordo con la metafora dell'albero, a volte bisogna fare una potatura, se tagli i rami malati, la pianta riuscira' a far arrivare piu' nutrimento agli altri rami. Alla fine per quanto riguarda le amicizie non importa quanti amici hai ma quanto e' forte il vostro legame.

Capita così spesso di sprecare tempo con le persone che non lo meritano... Quando potresti passarlo con le amici che ti vogliono bene davvero! 😉