Criptomonete, ICO, mercato azionario e disuguaglianzesteemCreated with Sketch.

in mercati •  7 years ago  (edited)

Il mercato delle monete matematiche lo percepisco come quello più inclusivo che conosco. Per inclusivo intendo che ha un costo d’accesso quasi nullo, a differenza del mercato azionario che ha commissioni decisamente più alte. Vale lo stesso per il mercato dei fondi d’investimento, del settore immobiliare, etc. Vista anche la giovinezza del settore, l’inclusività si può pagare anche con un prezzo.



Fonte

Partiamo da un presupposto: a me il meccanismo ICO per raccogliere fondi non piace. Ma non perché mi identifico come massimalista del Bitcoin. Ma perché mi preoccupano i livelli di trasparenza e ho il sospetto che, alcuni di questi, rappresentano solo uno strumento per far principalmente contento chi ha partecipato alla pre-vendita o pre-ICO. Al momento per Tezos esistono dei sospetti del genere.

Distribuzione nel mondo azionario

In alcuni ambienti viene ripetuto da anni: una manciata di persone possiedono la maggior parte delle azioni. Come esempio porto il caso degli Stati Uniti. Qui l’1% degli azionisti nel 2013 possedeva il 38% del totale. Nel periodo 2001-2010, sempre quell’1% USA aveva un intervallo fra il 33.5% e il 35%.
Qualcuno si ricorda del principio del 20/80 del matematico Pareto? Se la percentuale di ricchezza all’interno del mercato azionario seguisse quel principio, si otterrebbe che l’1% deteneva il 4% della ricchezza in azioni. Nel 2013 quel rapporto risultava quasi 10 volte maggiore.
IPO e pre-vendite (pre ICO) in genere hanno una clientela scelta. Con le fonti attualmente a disposizione però, niente suggerisce un collegamento fra l’1% azionario e quello crypto.

Distribuzione nel mondo BTC

Nello spazio BTC non si può avere un’idea definita della distribuzione, perché una persona può avere più indirizzi e perché gli indirizzi dei siti di scambio falsano l’indagine. Però si osserva:

  • lo 0.73% detiene l’88.52%
  • due persone (due fratelli) detengono l’1%

Se ci si attiene al primo numero, l’1% detiene oltre 20 volte il rapporto indicato da Pareto.

Parere personale

Al momento in Italia le criptomonete non rientrano nella tassazione. Personalmente mi trovo in disaccordo e valuterei l’introduzione di una tassa progressiva su dividendi, affitti, plusvalenze, etc. come per l’IRPEF, che include anche un intervallo con una aliquota allo 0%. Chiaramente non pretendo di valutare la cosa tramite le 2 righe precedenti.

Conclusioni

Le disuguaglianze nel mercato azionario si stanno accentuando negli USA e non solo.Il mercato crypto, con tutte le sue offerte di prodotti e i suoi meccanismi, potrebbe creare uno scenario persino più accentuato, pur considerando i suoi costi d’accesso più bassi nella maggior parte delle situazioni, ad esclusione di quelle più profittevoli.

Risorse

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Vero, ma ormai piú che la regola di Pareto vare la regola dell'1%. Sono 1% quelli che pagano i giochi free to play, ad esempio; o quelli che partecipano attivamente a un gruppo facebook; e il top 1% ha piú del 99% dei guadagni negli app store (altro mercato libero). Forse perché la distribuzione della ricchezza mondiale si riflette anche sui mercati?

Storicamente il principio di pareto viene ristabilito tramite la degenerazione dei disagi sociali in conflitti

E ci stiamo arrivando

Nice Bro