Il film è tratto da Tre Sekunder, un romanzo di Roslund&Hellstrom del 2009: questa è l�unica cosa che posso scrivere su The Informer senza rischiare di spoilerare i continui colpi di scena.
Recensione e impressioni personali
Posso anche dire che buona parte del film si svolge negli spazi di un carcere duro, in America, anche se per il set è stata usata una prigione abbandonata nel Regno Unito. La pellicola, superadrenalinica, è diretta da Andrea Di Stefano, che ha alle spalle un gran numero di produzioni, tra cui il recente Escobar con Benicio del Toro. Il regista ci ha raccontato che la gestazione del film ha avuto complicazioni e ritardi e rallentamenti surreali fino all�ultimo giorno, e anche una falsa partenza delle riprese che ha chiesto di ripensare parte del cast. Ma appena il set si è riavviato sono stati capaci di portare a casa, in tempi rapidissimi, tutte le adrenaliniche scene del girato.
Il merito è stato diviso tra le capacità degli attori di primo piano (Joel Kinnaman è il protagonista e ha più di 40 pellicole in portfolio, tra cui Suicide Squad e Millennium; Clive Owen ne ha altrettante tra cui The Bourne Identity e Sin City; Rosamund Pike e Ana de Armas sono le agguerrite presenze femminili (con una trentina di film girati), ma è stato importante soprattutto il lunghissimo lavoro di preparazione.
Di Stefano ha ammesso -gongolando- di essere stato corresponsabile di tanta lentezza: ha voluto affrontare incontri con agenti dell�FBI e con il dipartimento di polizia per conoscere i particolari delle dinamiche delle loro operazioni, e soprattutto ha speso ore con gli ospiti delle prigioni di stato per raccogliere dettagli sulla vita dietro le sbarre. Il risultato è puntuale, con infinite peculiarità che sanno far immergere lo spettatore nelle dinamiche della vita là dentro: a partire dallo scambio dei pizzini con velocissime intese durante l�ora d�aria fino agli specchietti che i carcerati usano per tenere d�occhio i corridoi oltre le sbarre, e ai nascondigli estemporanei per lame ricavate da ferraglia levigata fino a diventare rudimentali pugnali.
Il ritmo è pressante e cupo, che per contrasto si alterna con l'amorevole vita della moglie e della figlia di Pete Koslow a New York. Nello sviluppo della storia anche a loro presto arrivano brutte pressioni da bruttissime persone, e la tensione è una crescita costante fino al meritato finale.
Nelle quasi due